Roma semplifica la posa dei cavi per la banda larga.La giunta del Campidoglio ha approvato il nuovo regolamento scavi che punta ad assicurare un minore impatto ambientale e una maggiore semplificazione. Il testo impegna le aziende di servizi telefonici a utilizzare gli scavi con minitrincea e le perforazioni di profondità, atte a salvaguardare la sede stradale, mentre per tutti è previsto l’obbligo di una dichiarazione di compatibilità con le preesistenze del sottosuolo, da effettuare previo rilievo con ‘georadar’.
Una sezione del regolamento è dedicata anche agli armadi stradali, con specifiche norme per il posizionamento, la tipologia di strutture da impiegare e la manutenzione. Presentare le domande di scavo sarà più semplice, grazie all’utilizzo del Sistema Informativo Sottosuolo di Roma Capitale. Il nuovo regolamento, ora al vaglio dei Municipi e della Commissione Lavori Pubblici dell’Assemblea Capitolina, entrerà in vigore dopo il voto dell’Assemblea.
“Con questo nuovo regolamento vogliamo attuare un vero e proprio cambiamento culturale su come affrontare il tema degli scavi da parte delle aziende di pubblici servizi- spiega il sindaco di Roma, Ignazio Marino – Un regolamento che abbiamo fortemente voluto in una città dove spesso i lavori vengono eseguiti disordinatamente per l’assenza di una vera programmazione. Il precedente regolamento, infatti, non tutelava tanto le romane e i romani, quanto le aziende che ci restituiscono un manto stradale disastrato e pieno di rattoppi. Noi invece vogliamo che le nostre strade siano rispettate, evitando quelle alterazioni della nostra città che tante volte, purtroppo, abbiamo visto negli anni. L’introduzione della nuova disciplina significherà maggiore decoro e regole più rigide, evitando quindi lavori aggiuntivi che possono creare disagi ai cittadini”.
Il nuovo regolamento introduce il divieto di effettuare lavori non programmati, con l’obbligo per le aziende di pubblici servizi di presentare piani annuali e triennali degli scavi. Lavorazioni urgenti sono ammesse solo per motivi di sicurezza, igiene pubblica e interruzione di servizi essenziali, con la possibilità per il Comune di esigere sanzioni nel caso di dichiarazioni non corrispondenti al vero. Il nuovo testo introduce anche il deposito cauzionale obbligatorio, a copertura della regolare esecuzione dei lavori, possibili danni a beni capitolini e del mancato pagamento delle penali.
“Con questo nuovo regolamento vogliamo cambiare approccio, per dire basta alle ‘strade Frankenstein’ e responsabilizzare le aziende dei pubblici servizi ad un uso più sostenibile del nostro suolo e sottosuolo – sottolinea l’assessore allo Sviluppo delle Periferie, infrastrutture e Manutenzione Urbana, Paolo Masini. Priorità alla programmazione: fino ad oggi il 60% degli interventi venivano presentati come ‘urgenti’, spesso immotivatamente. Con questo regolamento, invece, sarà obbligatorio programmare e razionalizzare gli scavi. Ma non solo: ci saranno penali più certe, controlli effettuati da università e organismi scientifici, un minore impatto ambientale e innovazione. Questo approccio sarà centrale anche nel prossimo bando per la manutenzione stradale”.
I controlli saranno affidati a università e centri di ricerca, e resi più efficaci grazie ad un dettagliato disciplinare tecnico e all’obbligo per le imprese di produrre fotografie ante e post operam. Maggiore certezza di applicazione per le penali, inserite all’interno di specifici contratti stipulati tra l’azienda e Roma Capitale, mentre in caso di reiterate violazioni delle prescrizioni il Comune potrà sospendere fino a sei mesi tutte le autorizzazioni rilasciate all’azienda di pubblici servizi. Novità anche sull’estensione dei ripristini, con la possibilità per gli uffici comunali e municipali, in sede di autorizzazione, di chiedere la riasfaltatura dell’intera sede stradale per le strade a senso unico e a doppio senso di marcia (o di metà carreggiata per strade a due o più corsie per senso di marcia). Dimezzati i tempi per la conclusione dei lavori: tra il ripristino provvisorio e il definitivo non devono trascorrere più di 30 giorni, a fronte dei 60 previsti nel precedente regolamento.