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Banda larga via satellite, Lombardia apripista: gara da 6,5 milioni



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Come preannunciato dal sottosegretario Butti a Telco per l’Italia, la sperimentazione mira a testare l’utilizzo di reti space-based per la fornitura di capacità di backhauling satellitare in sinergia con quelle terrestri. Il bando targato Aria, società regionale di procurement, sulla piattaforma Sintel

Pubblicato il 7 gen 2025

Federica Meta

Giornalista



banda ultralarga-reti-network

Banda larga via satellite, la Lombardia apripista. È in via di pubblicazione, sulla piattaforma Sintel da parte di Aria (l’azienda regionale per l’innovazione e gli acquisti) un bando da 6,5 milioni di euro per utilizzare, in modo complementare alla fibra, le connessioni satellitari.

La pubblicazione era attesa per oggi, 7 gennaio, ma si dovrà attendere il 9: secondo quanto si apprende, i tecnici starebbero verificando che il bando sia in linea con il nuovo codice degli appalti o se siano necessaria ulteriori modifiche prima della pubblicazione.

L’accordo Lombardia-Dtd

Nel solco dei principi del Programma di Governo e il Programma Regionale di Sviluppo Sostenibile (Prss) e che vedono nella connettività uno dei pilastri sui quali fondare l’impegno delle attuali Legislature, la Regione Lombardia ha formalizzato, con il Dipartimento per la Trasformazione Digitale (Dtd) della Presidenza del Consiglio dei Ministri, un accordo di collaborazione per la sperimentazione di soluzioni di reti ibride satellitari-terrestri per la copertura a banda ultra-larga di aree a difficile connettività.

La sperimentazione

La sperimentazione, come anticipato dal sottosegretario all’Innovazione Alessio Butti a Telco per l’Italia, finalizzata a testare l’utilizzo di reti space-based per la fornitura di capacità di backhauling satellitare in sinergia con quelle terrestri, punta a sviluppare soluzioni di connettività integrate, al fine di valutarne fattibilità, costi e tempi di realizzazione, sostenibilità, nonché di misurare le prestazioni raggiungibili, nell’ottica di considerarne la futura applicazione su larga scala.

Governo e Regione Lombardia hanno dato mandato ad Aria, in qualità di soggetto attuatore di secondo livello, di esperire una procedura ad evidenza pubblica per selezionare i fornitori ai quali affidare lo sviluppo della sperimentazione; supervisionando l’avanzamento dei contratti, curando l’infrastrutturazione dei siti presso i quali sarà effettuata la sperimentazione e gestendo in prima persona le attività di rilevazione del livello di performance raggiunto.

I fondi

La sperimentazione prevede un finanziamento pari a 5 milioni di euro, per la quota di competenza del Dipartimento, a valere sul Fondo per l’innovazione tecnologica e la digitalizzazione, oltre che, in quota parte di finanziamento, da Fondi di Regione Lombardia pari a 1 milione e 500 mila euro.

“Con la presente sperimentazione, il Governo, Regione Lombardia e Aria – si legge in una nta Aria – ambiscono a dare continuità all’impegno ad oggi profuso per la connessione dei territori lombardi, puntando alla costruzione di una regione in cui le alte prestazioni non siano assicurate in via esclusiva ai grandi centri urbani, ma siano a disposizione di tutti i territori, cittadini e attività economiche, con l’auspicio di essere precursori di un’iniziativa replicabile anche in altre regioni”.

Ci si aspetta che la società di Musk partecipi ma sono tante le aziende che forniscono soluzioni simili. Tra gli operatori più noti ci sono Viasat, le australiane Nbn Sky Muster e Telstra, la canadese TeleSat, la lussemburghese Ses SA, OneWeb dell’inglese Eutelsat, Project Kuiper di Amazon, l’inglese EchoStar Mobile e l’araba Thuraya. Se dal progetto pilota arriverà un feedback positivo potrebbero seguire altre regioni, verosimilmente una al centro e una al sud ma – questo è stato già chiarito – in questo momento la connessione via satellite non sostituisce ne può competere a livello di prestazioni con quella in fibra (i satelliti più forti, peraltro soggetti alle condizioni atmosferiche, garantiscono al massimo 150 mega in download contro 1 giga della fibra). Non è quindi in discussione il ruolo e il compito che hanno Open Fiber e Fibercop nella copertura delle aree bianche e grigie.

In Italia scoppia il caso Musk

La pubblicazione della gara avviene nel pieno della bufera che si è abbattuta sul governo italiano, dopo la pubblicazione di alcune indiscrezioni secondo cui Palazzo Chigi avrebbe firmato un contratto da 1,5 miliardi con Starlink. Rumors prontamente smentiti dall’esecutivo.

“Le interlocuzioni con SpaceX rientrano nei normali approfondimenti che gli apparati dello Stato hanno con le società, in questo caso con quelle che si occupano di connessioni protette per le esigenze di comunicazione di dati crittografati – si legge nella nota di Palazzo Chigi -. La stessa Presidenza del Consiglio smentisce ancora più categoricamente, considerandola semplicemente ridicola, la notizia che il tema di SpaceX sia stato trattato durante l’incontro con il presidente eletto degli Stati Uniti, Donald Trump” e la premier Giorgia Meloni, durante il suo viaggio negli Usa.

La nota della Ue

Sul caso è intervenuta anche la Ue. Un portavoce della Commissione ha spiegato all’Ansa che un eventuale accordo tra l’Italia e la società SpaceX per l’uso del sistema di comunicazioni satellitari Starlink è compatibile con la partecipazione al progetto Iris², la costellazione per l’internet satellitare dell’Unione Europea. “Un regolamento dell’Ue istituisce il sistema Iris² ed è quindi applicabile in tutta l’Ue. L’Italia, in quanto Stato sovrano – sottolinea – ha il pieno potere discrezionale di procedere con decisioni e azioni sovrane”.

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