BANDA LARGA/4 Pressing di Scajola: “Soldi entro l’anno”

In una nota consegnata al presidente del Consiglio Berlusconi, il ministro per lo Sviluppo economico ha chiesto il “doveroso sblocco dei fondi”

Pubblicato il 09 Nov 2009

I ministri del governo Berlusconi tornano in campo sulla banda
larga. Della questione broadband si è fatto personalmente carico
il ministro per lo Sviluppo Economico Claudio Scajola, il quale in
occasione dell'ultima riunione del Cipe ha personalmente
consegnato una "nota" al presidente del Consiglio Silvio
Berlusconi per chiedere il "doveroso" sblocco dei
fondi.

"Il Consiglio dei ministri ha confermato che quest'anno si
avvierà la complessa macchina degli investimenti per la banda
larga", ha assicurato il ministro a conclusione
dell'incontro del Comitato Interministeriale per la
programmazione economica puntualizzando che lo sblocco dei fondi
"consentirebbe di dare risposta anticiclica a molte crisi in
atto" attraverso la "reindustrializzazione di alcune aree
messe in ginocchio dalla crisi, che potrebbe consentire di creare e
difendere 60.000 posti di lavoro". Nella nota consegnata a
Berlusconi il ministro Scajola ha messo nero su bianco i
"numeri" del broadband italiano: il progetto dell'
internet veloce, con una spesa di 800 milioni, attiverebbe 1.600
milioni di risorse complessive. I cantieri aperti sarebbero 33.000
e i posti di lavoro 50.000. Il tutto a fronte di un impatto
positivo sul Pil per 0,2 punti percento.

Le assicurazioni di Scajola fanno il paio con quelle del titolare
del dicastero della PA e Innovazione Renato Brunetta il quale più
degli altri ha "bisogno" dei fondi per il broadband per
l'attuazione del Piano E-gov.

"Il prossimo Cipe conterrà le risorse per la banda
larga", ha annunciato il ministro nel corso della trasmissione
'Il Brunetta della domenica' in onda sul Rtl.  "Le
decisioni per sbloccare i fondi saranno prese entro
quest'anno", ha infatti detto il ministro aggiungendo che
gli 800 milioni di euro, da mettere sul piatto "anche per
tranche", sono necessari affinché "dal 2010 si possa
superare il digital divide".

Nella giornata di sabato, intanto il vice ministro alle
Comunicazioni Paolo Romani ha sottolineato che "il blocco da
parte del Cipe degli 800 milioni di euro è un falso problema: la
realizzazione del piano anti digital divide (il Piano Romani, ndr.)
è già partita e va avanti".  "Ho già sottolineato
più volte – ha aggiunto Romani – che 264 milioni sono già in
pancia a Infratel per vecchie dotazioni; a questi vanno aggiunti
160 milioni per fondi comunitari per la diffusione della banda
larga nelle aree rurali. E poi ci sono i protocolli che stiamo
stipulando che le regioni – siamo già a quota otto -, che
prevedono un apporto da parte di queste ultime". In complesso,
quindi, il governo ha già a disposizione "quasi 500 milioni
dei 1.461 previsti dal piano". "Infratel sta facendo le
gare, sono già partiti gli scavi per le strade".

IIntanto Coldiretti ha sottolineato che "per lo sviluppo della
banda larga nelle aree rurali sono disponibili 90 milioni di euro
nell'ambito dei piani di sviluppo rurale regionali (PSR)
cofinanziati dall'Unione Europea". "Le risorse – si
legge in una nota – dovranno essere programmate in coordinamento
con il piano più complessivo Italiano di cui fanno parte gli 800
milioni di investimento proposti dal ministro dello Sviluppo
economico Claudio Scajola che ha chiesto di accelerare proprio
sulla banda larga. Si tratta di uno sforzo finanziario notevole,
pari all'11% dell'ammontare richiesto al Cipe, con notevoli
ricadute occupazionali che conferma il profondo cambiamento della
Politica Agricola Comune dell'Unione Europea (PAC) che si è
oggi trasformata in una politica moderna a vantaggio delle aree
rurali di cui beneficia l'intera collettivita''.

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