INTERNET

Banda ultra-larga, Coconut mette il turbo alla fibra ottica

Il progetto in tandem con due istituti europei e alcuni big delle telecomunicazioni. Sperimentata la tecnologia per il Ftth che porta 1 Gb al secondo nelle case, senza modificare le infrastrutture e a costi contenuti

Pubblicato il 08 Feb 2016

fibra-ottica-rete-111111184632

Sviluppare una tecnologia per portare fino a 1 gigabyte al secondo a ogni utente, permettendo di scaricare video a velocità e risoluzione altissime, senza rallentare le Reti e mantenendo costi tipici dell’elettronica di consumo. Con questo obiettivo nel 2012 è partito il progetto Coconut (COst-effective COhereNt Ultra-dense-Wdm-Pon for lambda To-the user access), coordinato dalla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e condotto in collaborazione con il Politecnico spagnolo della Catalogna, l’università per le Tecnologie dell’informazione di Atene e le aziende British Telecom, Ericsson AB, Alcatel-Lucent 35Lab, Promax Electronica e Optronics Technologies (Grecia).

Dopo mesi di studi e test, resi possibili dagli importanti finanziamenti ottenuti (4,1 milioni di euro dei quali 2,8 messi sul piatto dalla Commissione Europea), Coconut lo scorso 5 febbraio ha sperimentato concretamente la nuova soluzione per la cosiddetta “Fiber to the home” (il sistema di rete che porta la fibra in casa eliminando il cablaggio in rame). Precisamente a Pisa, dove è stato effettuato un test su un tratto della rete commerciale a fibra ottica della città, messo a disposizione dalla società Agestel.

In sostanza, questa nuova tecnologia permette di usare le infrastrutture di rete per sfruttare a pieno la banda di connessione senza sovraffollare le attuali reti wireless per uso domestico. Con possibili applicazioni anche per collegare alla Rete le antenne della rete cellulare, con una velocità crescente, aprendo secondo gli esperti nuove strade per il futuro del 5G.

“La nostra intenzione era di aumentare in maniera significativa il numero di canali, cioè il numero delle lunghezze d’onda – spiega Ernesto Ciaramella, docente di telecomunicazioni alla Sant’Anna – e, pur mantenendo la compatibilità con le infrastrutture attuali, estendere in modo significativo le dimensioni della rete e quindi il numero di utenti in grado di connettersi, aprendo la strada verso le soluzioni che sono spesso indicate come ‘Gigabit-to-everyone’, con un costo accessibile per tutti gli utenti”.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Articoli correlati