Piena disponibilità di Acea ad impegnarsi il piano banda ultralarga del governo. La annuncia la presidente Catia Tomasetti in un’intervista a Corriere Economia. “La banda larga, anzi stretta – dice la manager – è uno dei gap infrastrutturali del nostro Paese”. Per questo Acea “ha manifestato la piena disponibilità non appena ci è stata chiesta, e anche con altri operatori sono stati avviati dialoghi”.
“Non è un’attività inserita nel piano industriale di Acea – puntualizza Tomasetti – e non abbiamo intenzione di diventare operatori di tlc, però conosciamo centimetro per centimetro le reti elettriche di Roma e sappiamo affrontarne le complessità, per cui siamo pronti a fare la nostra parte, che è una parte indispensabile, con il partner che presenterà il progetto più convincente”.
La manager ha dunque ribadito il ruolo chiave che le utilities possono svolgere nel processo di digitalizzazione del Paese. In merito è intervenuto su CorCom anche Giovanni Valotti, presidente di Utilitalia. “Il contributo che le utility possono dare all’innovazione del Paese ed al piano per la banda ultralarga parte da un presupposto fondamentale: il patrimonio infrastrutturale – ha detto al nostro giornale Valotti -La presenza delle aziende in milioni di edifici, la conoscenza del sottosuolo, la gestione di infrastrutture diversificate, non soltanto per l’energia elettrica ma anche per il gas, il teleriscaldamento, l’acqua, l’illuminazione pubblica e in alcuni casi la fibra ottica. Questo consente di mettere a disposizione dell’Italia un ‘plus’ e ‘know how’ difficilmente rintracciabili altrove. Utilitalia intende farlo con le proprie associate, agendo come operatore di rete non verticalmente integrato, come previsto dalla strategia del governo. Vogliamo condividere con tutte le aziende associate criteri omogenei di valorizzazione economica delle infrastrutture del sottosuolo di cui disponiamo, sia per favorire l’economicità degli interventi di cablaggio in fibra ottica, che evitare il fenomeno dell’over-lap”