Asstel esprime soddisfazione per la modifica, da parte del Parlamento, degli articoli 23 e 24 del Ddl Concorrenza. “Per raggiungere gli obiettivi delineati dal Pnrr è necessario sviluppare rapidamente le infrastrutture a banda ultralarga nel nostro Paese”, si legge in una nota dell’Associazione, secondo la quale i due emendamenti approvati vanno in questa direzione.
Le richieste sull’articolo 24
Durante le audizioni, a cui ha partecipato il Presidente di Asstel Massimo Sarmi, l’Associazione ha evidenziato le perplessità sulle modalità operative dell’articolo 24 e sugli impatti negativi che si sarebbero determinati sul settore: i tempi di esecuzione dei lavori e il rilascio dei permessi sarebbero stati dilatati. La semplificazione dell’obbligo di coordinamento per le opere di genio civile tra gli operatori che intendono realizzarle nelle stesse aree permetterà al comparto di rispettare gli obiettivi del Pnrr.
Rispetto all’articolo 24 Sarmi aveva rilevato che “l’obbligatorietà può essere ostacolo allo sviluppo competitivo. Non viene descritta temporalmente e non si capisce quanto un operatore deve aspettare in attesa di un altro operatore per realizzare la concomitanza. Sarebbero possibili altre modalità: sarebbe sufficiente che il primo che ottiene l’autorizzazione allo scavo ponesse un tubo in accompagnamento che possa essere utilizzato dal successivo (operatore, ndr) naturalmente pagando affitto e corrispondendo parte dei costi sostenuti dal primo. Nell’economia e sviluppo dei lavori si può procedere nel rispetto del principio di evitare scavi successivi ma rendere obbligatorio questo coordinamento, senza indicazione temporale lo rende praticabile con difficoltà” e “anche nell’ambito delle gare del Pnrr tutto ciò potrebbe costituire un rallentamento”.
Le puntualizzazioni sull’articolo 23
Bene per Asstel anche la modifica all’articolo 23 del Ddl Concorrenza che garantirà maggiore sicurezza per le informazioni strategiche dei siti degli operatori. “Conveniamo sull’uso e riuso delle infrastrutture”, aveva detto Sarmi, “ma altrettanto si pone una preoccupazione che concerne la natura delle documentazioni richieste quando un operatore ritiene non ci sia spazio nelle sue infrastrutture per accogliere altri operatori”. La priorità è assicurare che “la natura delle informazioni da mettere a disposizione non possa arrecare pregiudizi in termini competitivi e in senso più ampio nel garantire sicurezza reti e informazioni”.