Il Connectivity Package, le misure per la promozione della Gigabit society allo studio della Commissione europea, suscitano le proteste dell’Ecta, la European competitive telecommunications association. Il testo, trapelato ma non ancora ufficiale, contiene la proposta di Recommendation di Bruxelles sulle norme per facilitare la società digitale. L’Ecta, che rappresenta gli operatori alternativi, si dice “fortemente sorpresa” dalla “assenza di una consultazione pubblica sul testo” e sostiene che le misure avrebbero “un forte impatto negativo sugli investimenti” nelle reti a banda ultralarga e nel 5G, oltre ad aumentare i prezzi per i consumatori. Nella pratica, le modifiche allo studio sarebbero un favore per gli incumbent, allentando i controllo del regolatore sul potere di mercato e permettendo un aumento del prezzo all’ingrosso di accesso alle reti, e un danno per le telco alternative.
Secondo le prime indiscrezioni sul Connectivity Package, che la Ue dovrebbe ufficialmente presentare il prossimo 10 febbraio, la Commissione intenderebbe lanciare una revisione del Codice delle Comunicazioni elettroniche per uniformare la normativa Ue in materia di banda ultralarga in chiave di sburocratizzazione per spingere gli investimenti. Due i documenti che compongono la strategia e che CorCom ha anticipato: il Gigabit Infrastructure Act per abbattere i costi di deployment delle reti e la Access Recommendation, raccomandazione per la revisione delle norme.
La denuncia dell’ecta
È proprio sulla possibile revisione del Codice europeo delle comunicazioni elettroniche che si appuntano le critiche dell’Ecta. L’associazione parla di “assenza di una consultazione pubblica su un testo che sembra di natura antidemocratica, andando ben oltre lo strumento giuridico che lo sostiene”.
Infatti il progetto di Raccomandazione sulla promozione della regolamentazione della connettività gigabit “annulla sotto diversi aspetti il Codice europeo delle comunicazioni elettroniche”, si legge nella nota dell’Ecta, “un atto legislativo approvato dal Parlamento europeo e dal Consiglio secondo una procedura democratica disciplinata dai trattati (…) In nessun caso una raccomandazione emessa esclusivamente dalla Commissione europea può discostarsi da quanto stabilito nell’atto che prevede la sua base giuridica o imporne un’interpretazione forzata”.
Il progetto di raccomandazione si starebbe allontanando dal Codice europeo delle comunicazioni elettroniche (Eecc) per “interpretarlo in modo da dare maggiore priorità a uno dei suoi obiettivi”.
Vantaggi per gli incumbent
La misura “avrebbe un forte impatto negativo sulla contendibilità dei mercati e sugli investimenti nelle reti Gigabit” e “porterebbe ad un aumento dei prezzi per i consumatori e quindi danneggerebbe l’adozione delle connessioni Gigabit (in contrasto con il Digital compass 2030 e Path to the Digital Decade stabiliti dalla stessa Commissione europea) e alimenterà l’inflazione”.
“L’intento del testo sembra ruotare interamente attorno all’aumento della redditività degli operatori di telecomunicazioni ex-monopoli negli Stati membri dell’Ue, invertendo 25 anni di liberalizzazione e promozione della concorrenza”, prosegue l’Ecta. “Sono inevitabili impatti negativi sulla concorrenza, sulla realizzazione del mercato interno e sugli interessi dei cittadini, così come gli impatti negativi sulla capacità di concorrenza degli operatori alternativi, compresa la diffusione delle proprie reti ad alta capacità”.
I prezzi all’ingrosso delle reti
L’Ecta denuncia ancora “l’uso di un linguaggio che il colegislatore non ha accettato al momento della negoziazione dell’Eecc, per interpretare l’articolo 74, paragrafo 1, dell’Eecc in modo da costringere le autorità nazionali di regolamentazione (And) a revocare o abolire gli obblighi di controllo dei prezzi all’ingrosso per gli operatori con un potere di mercato significativo”.
Inoltre, verrebbe “neutralizzata la possibilità per le Anr di imporre ulteriori obblighi normativi agli operatori con un significativo potere di mercato ai sensi dell’articolo 73 dopo aver imposto rimedi ai sensi dell’articolo 72” e si spingerebbero le stesse Anr “a incoraggiare gli operatori con un significativo potere di mercato a presentare impegni volontari e accettare tali impegni invece di imporre obblighi normativi previsti dall’Eecc, andando così oltre quanto previsto dall’art. 79”.
Infine, la raccomandazione aumenterebbe artificialmente i prezzi all’ingrosso per l’accesso alle reti di rame legacy durante il loro periodo di eliminazione graduale e i prezzi all’ingrosso alle reti ad alta capacità, “senza alcuna giustificazione”.
Le richieste delle telco alternative
L’Ecta raccomanda di adeguare in modo significativo il testo della prossima raccomandazione comunitaria sulla promozione normativa della connettività gigabit, al fine di considerare l’impatto positivo degli operatori concorrenti sugli investimenti e sugli interessi dei cittadini, per evitare di alimentare l’inflazione e rispettare la volontà del colegislatore nell’Eecc. L’Ecta chiede inoltre che la Commissione europea elabori una valutazione d’impatto completa e sottoponga il nuovo testo a consultazione pubblica.