IL PIANO

Banda ultralarga, RaiWay entra nella partita con il “fiber-to-the tower”

La società pronta a collaborare al piano del governo. Il presidente Rossotto: “Stiamo dialogando con le istituzioni. Focus sulle aree a diretto intervento pubblico”

Pubblicato il 29 Set 2015

Raiway è pronta a collaborare con il governo al piano sulla banda ultralarga. E’ quanto ha detto il presidente Camillo Rossotto, presentando il piano strategico al 2019 alla comunità finanziaria. “Stiamo dialogando con le istituzioni. Facciamo dei test completi per vedere se la formula per la nostra partecipazione può funzionare”, ha detto.

Rossotto ha quindi sottolineato che “il nostro focus riguarderebbe comunque il cluster D ossia quelle aree in cui il pubblico interviene realizzando direttamente l’infrastruttura di sua proprietà”. Il cluster D include 4.300 città, pari a 2,3 milioni di edifici, il 15% della popolazione soprattutto nel Sud Italia e nelle aree rurali. La strategia di Rai Way per il prossimo triennio prevede dunque anche un ruolo a supporto del piano del Governo “Fiber to the tower – spiega Rossotto – è il nome dato al progetto con cui vogliamo intercettare il traffico dati che verrà generato con l’utilizzo degli smartphone”. Rai Way intende “estendere l’upgrade di torri con alta capacità di trasmissione, usare le torri come interfaccia tra la rete e gli utenti” quasi creando un hub per la trasmissione dei dati.

Rai Way mette tra gli obiettivi del piano possibili acquisizioni, esclusivamente di torri broadcasting, per 15 milioni di euro “con piena flessibilità finanziaria per aumentare il target in caso di opportunità”. Lo ha detto l’ad di Rai Way Stefano Ciccotti presentando il piano industriale 2015-2019. L’ad ha ribadito un interesse a crescere “solo nel broadcasting e non nelle tlc”. Nel mirino ci sono “singoli asset o portafogli sia grandi che piccoli, non solo torri ma anche interi servizi e capacità di trasmissione” ha aggiunto Ciccotti.

Ieri il Consiglio di amministrazione di RaiWay ha approvato all’unanimità il piano industriale 2015-2019, che punta ad un utile netto di 57 milioni di euro nell’arco di piano. I ricavi, informa una nota, sono stimati a 230 milioni nel 2019, con un tasso di crescita medio (Cagr) del 2,1%; l’“adjusted Ebitda” è previsto a 123 milioni (Cagr 2015-19 pari a 3,6%), con un margine sui ricavi in miglioramento al 53,4%.

Gli investimenti di mantenimento sono previsti in progressiva riduzione durante l’orizzonte di piano, con un target in termini di rapporto sui ricavi pari a circa 8,5% nel 2019 (rispetto a circa 11% nel 2015), in particolare grazie alle azioni di ottimizzazione sulla componente attiva dell’infrastruttura. Gli investimenti di sviluppo nel periodo 2015-2019 saranno finalizzati a nuovi servizi per Rai per circa 47 milioni; nuovi servizi per clienti terzi per circa 5 milioni; iniziative su base opportunistica relative a small M&A e sviluppo del modello Fiber to the Tower per circa 15 milioni.

La generazione di cassa, espressa in termini di normalized equity free cash flow, è stimata a 75 milioni nel 2019 (Cagr 2015-19 pari a 4,8%). Il piano è basato sull’ipotesi di una politica dei dividendi stabile nel periodo di riferimento, con un pay-out ratio pari al 100% dell’utile netto generato.

Nell’orizzonte di piano, per quanto concerne il segmento Tv & Radio Broadcasting, la società prevede che il digitale terrestre si confermi la piattaforma di riferimento del mercato italiano, con le principali opportunità di crescita derivanti dalla riorganizzazione delle frequenze per le Tv regionali (a seguito del processo di pianificazione avviato da Agcom nel 2014), dalla sempre maggiore domanda per la diffusione di contenuti e programmi in HD e dalla sperimentazione di nuove tecniche trasmissive destinate ad un utilizzo più efficiente dello spettro radio (Dvb-T2).

Nel mercato radiofonico si attende inoltre il progressivo sviluppo del servizio di diffusione radiofonica in tecnologia digitale Dab+, che coinvolge sia il cliente Rai che consorzi di emittenti nazionali e regionali.

Nel mercato Tlc, la diffusione di applicazioni e servizi ad elevato utilizzo di banda continuerà a stimolare la crescita del traffico dati e il conseguente sviluppo di reti idonee a supportarlo. L’impatto delle azioni di ottimizzazione che si prevede verranno messe in atto dai principali operatori di telefonia mobile, anche a seguito della maggiore apertura al mercato da parte di operatori di torri telecom, potrà essere bilanciato dai nuovi servizi broadband (backhauling, B2B telecom, etc) che la società intende offrire.

Il gruppo prevede inoltre un’ulteriore crescita dell’attività’ dei Fixed Wireless Access providers, in particolare nelle aree rurali ed extra-urbane, anche in linea con le previsioni del piano del Governo Italiano per la banda ultralarga.

“A poco meno di un anno dalla quotazione in Borsa” ha affermato Rossotto, “Rai Way definisce in modo organico le proprie linee di sviluppo: focalizzazione sul core business e su iniziative di efficienza operativa con conseguente espansione dei margini e della capacità di generazione di cassa”.

Il piano industriale di Ray Way al 2019 conferma la possibilità di effettuare acquisizioni: “Abbiamo tutta la flessibilità per crescere in maniera non organica – ha detto Rossotto – gli analisti ci rinfacciano di avere eccessivo capitale”. La crescita sarà però focalizzata nel settore del broadcasting, con una possibile partecipazione al piano governativo di investimenti per la banda larga: “Abbiamo un dialogo aperto con le istituzioni – ha risposto Rossotto – facciamo dei test completi per vedere se la formula per la nostra partecipazione può funzionare”. Rai Way ha ribadito di non essere interessato a Inwit, “un’acquisizione nelle tlc non sarebbe sostenibile, troppo cara”, ma ha confermato “che la società delle torri Rai valuterà opportunità di crescita esterna, focalizzandosi sul broadcasting”, ha chiaroto il manager.

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