Toscana, Abruzzo, Lombardia e Veneto. Queste le regioni che di sicuro inaugureranno la stagione della banda ultralarga nelle aree C e D (aree bianche a fallimento di mercato) – come anticipato da CorCom – ossia delle nuove reti in fibra finanziate con fondi pubblici e a totale proprietà statale. Le prime gare saranno bandite entro questo mese di aprile – ha annunciato il premier Matteo Renzi – e altre regioni potrebbero aggiungersi “last minute” se riusciranno a firmare per tempo l’accordo di programma con il Mise: in pole position fra le regioni del Centro-Nord – quelle verso cui sono stati “dirottati” i fondi Cipe – ci sarebbe l’Emilia Romagna, ma stanno accelerando sulla roadmap anche Campania e Calabria, quest’ultima fra le aree più cablate d’Italia grazie ai progetti portati avanti nell’ambito dei bandi Eurosud.
Il sottosegretario allo Sviluppo economico Antonello Giacomelli sottolinea che “il Mise ha ratificato proprio oggi l’accordo operativo con la Toscana sempre per le aree bianche mentre nei prossimi giorni approverà quelli con Abruzzo e Lombardia”. Oggi la giunta della Regione Lombardia ha approvato la delibera che stanzia 450 milioni per la banda ultralarga, di cui 69 milioni di fondi propri e gli altri 381 del Fondo sviluppo e coesione (fondi statali). “Un investimento così consistente non ha precedenti – ha sottolineato l’assessore regionale all’ambiente, energia e Sviluppo sostenibile Claudia Maria Terzi – non è mai stato fatto sul territorio lombardo, né dal pubblico né da privati”.
In dettaglio, in Toscana saranno 133 i milioni del Fondo sviluppo e coesione da aggiungere ai 95 regionali (Fesr e Feasr) per investimenti che porteranno i 30 Mbps nelle aree del cluster D e i 100 megabit in almeno il 70% delle zone del cluster C. La banda ultralarga sarà a disposizione di 784mila abitanti per un totale di 364mila unità abitative. Nel caso dell’Abruzzo su complessivi 99 milioni di euro di investimenti per la banda ultra-larga circa 70 saranno statali e 29 regionali.
I motori dunque si stanno scaldando anche in vista dell’ok della Commissione europea che arriverà a brevissimo. Il piano Bul, dopo la prenotifica di dicembre sarà ufficialmente notificato a Bruxelles fra oggi e domani per il “visto” formale e definitivo. Infratel da parte sua già lavora alle gare: il percorso, secondo quanto risulta a CorCom sarà a “tappe” ossia vedrà la realizzazione della rete ultrabroadband cluster per cluster su base territoriale. Il tutto attraverso gare “a pacchetto”, ossia che includono realizzazione e gestione delle infrastrutture, quest’ultima per durata ventennale.
L’accordo quadro politico, il primo del genere in Italia, siglato a febbraio scorso fra lo Stato e le Regioni ha stabilito che i 2,2 miliardi assegnati dalla delibera Cipe di agosto 2015 siano per l’appunto utilizzati secondo una ripartizione territoriale tenendo conto del fabbisogno stimato per gli interventi pubblici nelle aree bianche dei Cluster C e D. In realtà i 2,2 miliardi si sono “ristretti” a 1,6 miliardi, a seguito dell’esito della consultazione Infratel del dopo estate che la rivelato maggiori investimenti da parte delle telco e quindi un abbattimento del fabbisogno per le aree a fallimento di mercato. A disposizione del piano, oltre alle risorse Fsc (Fondo sviluppo e coesione) ci sono anche 1,187 miliardi di fondi Fesr e Feasr e 233 milioni di Pon imprese e competitività per un totale di circa 3 miliardi che serviranno a effettuare interventi in 7.300 Comuni.