Raffaele Tiscar, Vice Segretario Generale della Presidenza del Consiglio, frena. Di fronte alle richieste dell’industria, delle Telco e degli operatori di settore a “fare presto” per realizzare entro il 2020 la rete ultraveloce, alza le spalle. “Stiamo con i piedi per terra”, ha detto intervenendo a Telco per l’italia, “ non ci sono le professionalità per adeguare la rete entro 3 anni. Non avere investito nel nostro Paese per così tanto tempo sulla connettività ha disperso le migliori competenze. Stendere un filo di rame è più semplice che interconnettere la fibra ottica”, ha affermato riferendosi al piano del Governo. Come dire: il problema dell’innovazione in Italia chiama in causa la mancanza di formazione specifica.
“Ci sono voluti 100 anni per fare la rete in rame, quindi chiedeteci tutto ma per la fibra non chiedeteci di diventare Nembokid”, ha scherzato.
Tiscar ha poi ricordato che lo slittamento al 2022 per la copertura del Paese con l’ultrabroadband è dettato anche, in un certo senso, dall’Europa. “I fondi strutturali devono essere spesi entro il 2022. Siccome non abbiamo nessuna voglia di restituire i soldi, si dovranno rispettare quei tempi. I lavori dei bandi si dovranno realizzare”. Proprio a proposito del via libera dell’Unione europea ai bandi di gara per la posa della fibra nelle aree a fallimento di mercato, Tiscar ha assicurato che l’ok “arriverà entro fine mese”.
Quanto alla discesa in campo di Enel nella partita della fibra ottica in concorrenza con Telecom, Tiscar ha dichiarato che “il mondo avrà bisogno dell’infrastruttura in fibra non solo per le telecomunicazioni ma anche per l’energia elettrica. L’ultrabroadband sarà quindi una piattaforma infrastrutturale ineludibile e consentirà di sviluppare nuove tecnologie, non ultimo il 5g. Più c’è competizione tra operatori più si corre. Per questo motivo l’intervento dell’Enel è da salutare positivamente”.
Il Vice Segretario Generale della Presidenza del Consiglio ha poi chiarito le finalità del piano governativo per la banda ultralarga e dei voucher.
“Il piano è diviso in due fasi: una prima fase sulle aree a fallimento di mercato, una seconda su quelle non a fallimento di mercato. Abbiamo evitato di regalare soldi a un unico operatore e abbiamo cercato di accelerare gli investimenti. Quanto ai voucher, saranno usati per aiutare gli utenti a sottoscrivere gli abbonamenti alla banda ultraveloce. Entro il 2020, l’agenda digitale europea prevede che questi debbano essere sottoscritti dal 50% della popolazione. Il che significa che, sempre entro quel lasso di tempo, l’infrastruttura di rete dovrà raggiungere almeno l’80% degli italiani”.