Dopo aver tenuto a battesimo, per prima in Italia nel 2021, la tecnologia 10 Gpon e a testare nel 2022 il 50 Gpon, Open Fiber si è resa protagonista di un nuovo record nazionale ed europeo tra gli operatori wholesale: il raggiungimento della velocità di 100G su singola fibra in accesso, pari a dieci volte la velocità massima offerta attualmente sul mercato internazionale e ben mille volte superiore a quella possibile attraverso le reti in rame. “È un’ulteriore dimostrazione della forza e potenzialità della nostra infrastruttura in fibra. Scalabile, green, e a prova di futuro, perché può accogliere tutte le successive evoluzioni della tecnologia e quindi abilitare la fruizione di nuovi servizi per i cittadini”, spiega a CorCom Domenico Angotti, Responsabile Architettura di Rete, Accesso e Governance di Open Fiber.
Angotti come avete raggiunto questo risultato?
L’iniziativa nasce da una collaborazione con il nostro partner tecnologico Nokia che ha sviluppato una piattaforma prototipale e compatta per offrire connettività scalabili di 10G, 25G, 50G e 100G contemporaneamente su singola fibra in accesso. È possibile raggiungere questo risultato grazie alle tecniche avanzate di Digital Signal Processing. A questi progressi si accompagnano anche quelli sui meccanismi di automazione delle reti che ci consentono di poter allocare le bande ottimali per le diverse esigenze di servizio in maniera dinamica e senza intervento umano.
Che tipo di infrastruttura è necessaria per supportare queste velocità?
L’unica infrastruttura che può abilitare tali connettività evolute è quella Ftth, ossia totalmente in fibra ottica, come quella di Open Fiber. Nessun altro mezzo trasmissivo, come ad esempio le reti basate sul rame, compreso dunque l’Fttc, può emulare tali velocità di comunicazione, a causa di limitazioni di banda o livelli di attenuazione della potenza del segnale veicolato connessi alla natura del rame.
Quando è previsto il debutto sul mercato?
Parliamo di un potenziamento della capacità della rete nel lungo periodo, non necessario prima della fine di questo decennio, considerando che l’offerta attuale di Open Fiber per il mercato residenziale, fino a 10G, copre ampiamente le esigenze di consumo per le attuali applicazioni. La connettività ad almeno 1 Gigabit è quella di riferimento per rispettare gli obiettivi posti dal Governo italiano, con il Piano Italia a 1 Giga nel 2026, e dall’Unione Europea con il piano Digital Decade al 2030. Con il nostro progetto Ftth, su scala nazionale, siamo nella posizione ottimale per poter aggiornare la rete di accesso a 100G quando la soluzione sarà ingegnerizzata e rilasciata sul mercato in vasta scala, e soprattutto quando vi sarà l’esigenza di un livello prestazionale così elevato. Inoltre sarà possibile condividere sulla stessa infrastruttura in fibra accessi con diverse esigenze e velocità: 1G, 2,5G, 10G, 25G, 5oG, fino a 100G. Clienti e servizi diversificati, sia nel settore pubblico che privato, con una unica infrastruttura, e questo grazie alle proprietà della fibra ottica e della sua banda praticamente illimitata. È anche una soluzione sostenibile, perché con l’aumento dell’utilizzo e della capacità, il consumo energetico, espresso come Watt/gigabit di traffico, diventa sempre più efficiente. Quando si passa da una connessione 2,5G ad una a 25G la capacità aumenta di dieci volte, mentre il consumo di sole 2,5 volte, con solo 0,25 watt per gigabit.
Quali saranno i benefici per gli utenti finali?
Nel prossimo decennio si prevede che il volume traffico fisso mondiale avrà un progressivo incremento, con un Cagr del 17% in uno scenario moderato, potendo arrivare al 25% in uno scenario più aggressivo, il che equivale a circa 4000 EBytes/mese (un exabyte equivale a un trilione di byte, ndr), includendo l’Fwa, ovvero circa 4000 miliardi di GBytes/mese. Parliamo di una crescita nel decennio di un fattore che va da 5x a 9x. L’impulso maggiore per questa crescita deriva dal video streaming e dalle applicazioni di realtà virtuale ed in generale dalle nuove esperienze digitali immersive, ed anche dal traffico wireless che verrà sviluppato dalle reti 5G e in futuro 6G.
Un ruolo chiave per la crescita del traffico, sia residenziale sia business, sarà giocato dall’intelligenza artificiale: le nuove applicazioni di intelligenza artificiale quali AI-generativa, AI-assistenti, AI-gaming, AI-reatà estesa, e quelle nel settore enterprise per migliorare l’interazione con i clienti, la manutenzione predittiva, la produttività, gli analytics per il video, agiranno quali catalizzatore per l’aumento del traffico dati in rete. Senza dimenticare il contributo che daranno gli algoritmi basati su AI per stimolare ancora di più la produzione e dei contenuti multimediali, influenzando il consumo e l’engagement degli utenti, con le raccomandazioni attraverso piattaforme quali il video streaming, social media, audio streaming e online marketplaces.
C’è una roadmap per questo tipo di tecnologia?
Molto dipenderà dalla risposta del pubblico per i nuovi servizi digitali che si affermeranno nei prossimi anni. È importante per Open Fiber monitorare sia le tendenze tecnologiche, anticipandone il collaudo e preparandoci per la futura implementazione, che le stesse richieste dei nostri clienti. Resta come sappiamo un certo margine di incertezza sulla prevedibilità del traffico dati. Le curve di evoluzione del traffico dati devono essere continuamente aggiornate: anche la celebre legge di Nielsen, che prevede che la richiesta di banda cresca ogni anno del 50%, non è più applicabile, basti pensare che l’introduzione del 10G (velocità a 10 Gigabit al secondo) ha richiesto meno di otto anni da quella del servizio ad 1G. Se dovessimo continuare ad usare questo modello, i nuovi tassi di trasmissione quali il 25G e 50G durerebbero solo pochissimi anni. Sicuramente Open Fiber, con il suo progetto nazionale in fibra ottica, è posizionata in maniera ottimale per poter supportare lo sviluppo delle comunicazioni digitali per i prossimi decenni.