“Serve una azione decisiva. Il 5G deve arrivare in tutte le valli alpine e appenniniche. I Comuni devono stendere un tappeto rosso agli operatori che stanno facendo investimenti, sia con fondi pubblici sia con operazioni di potenziamento mosse dalle stesse imprese”. Lo afferma Marco Bussone, presidente nazionale dell’Unione Nazionale di Comuni e delle Comunità Montane, facendo il punto della situazione sull’impegno di Uncem per l’attuazione dei Piano Italia 5G finanziato dal Pnrr, che vede l’associazione lavorare insieme con il Dipartimento per la trasformazione digitale e con la presidenza del Consiglio dei ministri.
Indice degli argomenti
Il rischio di nuovi divari digitali
“Abbiamo urgenza di questo addensamento e potenziamento dei segnali – prosegue Bussone – Rischiamo invece un nuovo divario, se i Comuni saranno timidi e se i piani marceranno lentamente. Uncem lavora con il Dipartimento, con il Sottosegretario Butti, per un Piano 5G unito al Piano Italia a 1 Giga che celermente connettono i territori montani italiani. Non abbiamo tempo da perdere e dobbiamo arrivare al più presto, con chi ha vinto i bandi e deve fare le installazioni, in tutti i Comuni previsti“.
Il piano Italia 5G – Densificazione
Con l’obiettivo di incentivare la diffusione di reti mobili 5G nelle aree a fallimento di mercato, o “aree bianche”, il Piano prevede due interventi, su “backhauling” e “densificazione”. Quest’ultimo punta a realizzare nuove stazioni radio base 5G in più di 1.200 aree bianche del Paese. È suddiviso in 6 lotti ed è stato aggiudicato a un raggruppamento temporaneo di tre operatori, con l’assegnazione di circa 345 milioni di euro. Al momento sono stati completati i lavori nel 26,21% delle aree, pari a 148 siti, mentre il 30,31% dei siti – 297 in tutto – è in lavorazione.