IL PIANO

Banda ultralarga, a Open Fiber la seconda gara Infratel

L’azienda si aggiudica tutti e sei i lotti per un totale di 3.710 Comuni in 11 Regioni. L’appalto da 1,2 miliardi si aggiunge a quello già portato a casa a marzo

Pubblicato il 27 Lug 2017

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Open Fiber si è aggiudicata i sei lotti della seconda gara Infratel per realizzare infrastrutture a banda ultralarga nelle aree bianche del Paese. Il cda di Infratel ha approvato la prposta di aggiudicazione dopo che la commissione di gara ha comunicato di aver completato gli adempimenti previsti dalla legge per definire la gradutoria finale e trasmetterla per l’aggiudicazione.

I sei lotti coinvolgono undici regioni per un importo complessivo, prima dei ribassi di gara, di circa 1,25 miliardi di euro, e sono così suddivisi: 365 milioni per il Lotto 1 (Piemonte, Valle d’Aosta, Liguria), 169 milioni per il Lotto 2 (Friuli Venezia Giulia, Prov. Autonoma di Trento), 157 milioni per il Lotto 3 (Marche, Umbria), 174 milioni per il Lotto 4 (Lazio) 202 milioni per il Lotto 5 (Campania, Basilicata) e 187 milioni per il Lotto 6 (Sicilia). Gli interventi che Open Fiber sarà chiamata a realizzare consentiranno di portare la banda ultralarga in 3.710 comuni italiani, coinvolgendo 3,150 milioni di unità immobiliari. La rete sarà data in concessione per 20 anni e rimarrà di proprietà pubblica.

A marzo Enel Open Fiber aveva conquistato tutti i cinque lotti – Abruzzo e Molise, Emilia-Romagna, Lombardia, Toscana, Veneto – della gara da 1,4 miliardi per la realizzazione della banda ultralarga nelle aree bianche delle sei Regioni italiane.

Si trattava del primo bando per la progettazione, realizzazione, manutenzione e gestione di una rete passiva e attiva di accesso in modalità wholesale in grado di consentire agli operatori di telecomunicazione di fornire servizi agli utenti finali a 100Mbps e comunque non al di sotto dei 30Mbps.

A questa procedura, lanciata da Infratel Italia nel giugno 2016, aveva fatto seguito ad agosto un secondo bando di gara per la costruzione e gestione di infrastrutture passive in Piemonte, Valle D’Aosta, Liguria, Friuli Venezia Giulia, Umbria, Marche, Lazio, Campania, Basilicata, Sicilia e nella Provincia Autonoma di Trento, tali da garantire nelle aree bianche raggruppate nel cluster C, servizi di connettività idonei a garantire in modo stabile, continuativo e prevedibile, ad ogni cliente in almeno 70% delle unità immobiliari (UI), una velocità di connessione superiore a 100 Mbit/s in downstream e ad almeno 50 Mbit/s in upstream; ad ogni cliente nel rimanente insieme delle UI, una velocità di connessione di almeno 30 Mbit/s in downstream e almeno 15 Mbit/s in upstream; nelle aree bianche raggruppate nel cluster D, invece, servizi di connettività idonei a garantire in modo stabile, continuativo e prevedibile ad ogni cliente, nella totalità delle UI, una velocità di connessione di almeno 30 Mbit/s in downstream e almeno 15 Mbit/s in upstream.

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