PNRR E MANODOPERA

Banda ultralarga, Ascani: “Servono garanzie per i lavoratori oltre il 2026”

La Sottosegretaria al Mise al convegno dell’Anie dedicato alla questione della mancanza di risorse per le nuove reti. Piergiovanni: “Servono 19.600 addetti, il 40% per le opere civili. Urgente rivedere la logica dei flussi migratori”. In un documento tutte le azioni necessarie per accelerare sulla roadmap e non rischiare l’impasse

Pubblicato il 14 Lug 2022

anie

Stiamo lavorando con il Ministero del Lavoro per accelerare il reclutamento delle competenze. Ma c’è un’altro tema che andrà affrontato: che cosa succederà nel 2026 quando il Piano sarà concluso? Questa è a mio avviso la vera questione. Il reskilling è faticoso, e bisogna essere in grado di garantire una prospettiva ai lavoratori. Non possiamo pensare solo all’orizzonte del Pnrr, ma anche a quello che viene dopo”. Lo ha detto la Sottosegretaria al Mise, Anna Ascani, dal palco del convegno “Obiettivo Pnrr  il gap delle risorse umane qualificate sul cammino della banda ultra larga organizzato da Anie e andato in scena oggi a Roma.  A dibattito i rappresentati di alcuni dei top player del comparto – Open Fiber, Retelit, Fastweb e Inwit -, Francesco Algieri, Responsabile Asstel per i rapporti sindacali e l’amministratore delegato di Infratel Marco Bellezza.

Piergiovanni, Anie: servono 19.600 risorse per le reti

Per realizzare entro il 2026 gli obiettivi del Pnrr legati alle gare a banda ultralarga servono 19.600 risorse di cui il 40% è manodopera necessaria alle squadre per le opere civili, che sul mercato del lavoro italiano si faticano a reperire. Per portare a termine questi obiettivi è necessario rivedere la logica dei flussi migratori per i contratti Tlc e Metalmeccanici, con finanziamenti a fondo perduto per l’accoglienza, la formazione e la messa al lavoro”. Questo l’appello di Luigi Piergiovanni, Presidente System Integrator Tlc di Anie.

“Il Gruppo dei System Integrator Reti di Tlc comprende le aziende che si occupano della realizzazione, manutenzione e gestione di Infrastrutture Fisse e Radiomobili per le Telecomunicazioni e servizi associati, per un fatturato pari a oltre 3 mld di euro nel 2021 e circa 30.000 addetti diretti. Sono un tassello importante della filiera delle Tlc per il loro ruolo di abilitatori di tecnologia”, ha ricordato il direttore generale di Anie Maria Antonietta Portaluri aggiungendo che  “l’industria elettrotecnica ed elettronica di Anie rappresenta la seconda industria manifatturiera in Europa con 76 miliardi di euro di fatturato annuo, oltre 500 mila occupati, e una spesa in ricerca e sviluppo pari al 5% del fatturato annuo delle imprese di questa filiera”. Un tessuto imprenditoriale – ha detto Portaluri dati alla mano – di oltre 1.400 imprese, per la gran parte pmi, che si affianca alle filiali italiane di grandi multinazionali leader nei propri settori di riferimento. “Questo ecosistema di innovazione tecnologica made in Italy trova nell’export oltre il 50% del proprio fatturato”.

Le proposte di Anie (SCARICA QUI IL DOCUMENTO)

Dettagliati i dati presentati da Anie per fare il punto sullo scenario, sulle risorse e le tipologie di figure che mancano all’appello e sulle azioni da avviare per traguardare gli obiettivi Pnrr.

La questione dei flussi migratori deve fare il paio – ha evidenziato la Federazione – con accordi bilaterali con i principali paesi extra Ue fornitori di manodopera, ristori per far fronte ai rincari subiti dalla filiera, indicizzazione dei contratti per contrastare la volatilità dei mercati, finanziamenti a fondo perduto per l’acquisto dei mezzi e attrezzature per realizzare la banda ultra larga, formazione del personale neo-assunto, garanzie sull’anticipo dei pagamenti legati ai contratti pubblici anche se non direttamente assegnatari, termini di pagamento più brevi e accesso a forme di smobilizzo dei crediti a condizioni agevolate e, infine, con una deroga al regime Iva di Split Payment o Reverse Charge per la fatturazione dei lavori di realizzazione della banda ultralarga nonché con l’abbattimento dell’aliquota Ires/Irap.

Fino a 8 mesi per formare un giuntista, 6 per gli addetti alla posa delle reti

“Servono misure straordinarie e temporanee legate allo sviluppo del Pnrr: il 10% dei 5,5 miliardi assegnati con le gare basta appena a coprire il costo dei mezzi tecnici per realizzare i lavori e per un escavatore occorrono dagli 8 ai 10 mesi di attesa per l’approvvigionamento. Altrettante risorse per un camion. E sul versante della formazione servono 6 mesi per un addetto alla posa tradizionale, 14 per un addetto alla posa Enel e tra i 6 e gli 8 per formare un giuntista”, ha detto Piergiovanni.

Bellezza, Infratel: “Stiamo toccando con mano carenza di competenze adeguate”

“In Infratel abbiamo creato una struttura dedicata proprio al controllo dell’execution dei cantieri per la banda ultralarga e stiamo cercando risorse. E stiamo vivendo in prima persona il tema della mancanza di adeguate competenze da reperire sul mercato. Peraltro fra le difficoltà legate al primo piano Bul la mancanza di risorse ha impattato sull’avanzamento dei lavori. E ad oggi si è creata una situazione inversa rispetto al passato: c’è molta più manodopera al Sud e molte risorse non sono più disposte a spostarsi sui cantieri nel Nord Italia”, ha evidenziato Marco Bellezza, Ad di Infratel.

Algieri, Asstel: “Per la digitalizzazione cruciale puntare sulle competenze digitali”

“Gli obiettivi di sviluppo infrastrutturale delle Tlc collegati alle risorse del Pnrr dovranno essere accompagnati da strumenti che favoriscano la trasformazione professionale della filiera Tlc”, ha evidenziato Francesco Algieri, Responsabile rapporti sindacali in Asstel.  “Per supportare la digitalizzazione del Paese, la filiera ha necessità di individuare: misure di politiche attive per favorire la realizzazione della trasformazione digitale legate ad up-skilling e re-skilling e anche nuove assunzioni per quanto riguarda la manodopera nei cantieri infrastrutturali; un sostegno economico che acceleri la piena operatività̀ del Fondo di solidarietà̀ bilaterale per la filiera Tlc al fine di incentivare i percorsi di formazione permanente e certificata di nuove competenze digitali e accompagnare così il processo di trasformazione delle imprese.

A tal fine, crediamo sia strettamente necessario poter contare su più̀ strumenti che, in combinato disposto, possano agevolare sia la formazione interna sia il reperimento sul mercato delle competenze necessarie a sostenere il raggiungimento degli obiettivi. Riteniamo cruciale anche il potenziamento degli Its e l’istruzione Stem e le politiche attive del lavoro, con particolare attenzione alla formazione certificata per gestire in maniera preventiva l’impatto della digitalizzazione del lavoro per il personale già̀ in forza presso le imprese della filiera”.

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