L'EDITORIALE

Banda ultralarga, basta guerre e polemiche: accelerare senza se e senza ma

Le battaglie a suon di ricorsi e carte bollate sono anacronistiche. Il Paese ha bisogno di infrastrutture adeguate. La newco delle reti? Se necessaria si faccia e subito. Altrimenti si vada avanti ognun per sé. E il Governo prenda una posizione. Una volta per tutte

Pubblicato il 07 Mar 2020

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Le multe non aiutano a sostenere il comparto delle Tlc. Ma al di là delle legittime posizioni e delle ragioni dei singoli operatori è ora di andare al noccio della questione: l’Italia ha bisogno di fibra. E l’emergenza coronavirus sta portando i nodi al pettine.

Garantire l’operatività di centinaia, migliaia di imprese facendo leva sullo smart working e consentire al sistema educativo di organizzarsi attraverso l’e-learning è fondamentale per contenere gli impatti economici che inevitabilmente dobbiamo aspettarci. E se vogliamo che una crisi si trasformi davvero in un’opportunità è indispensabile dotare una volta per tutte il Paese di infrastrutture adeguate non solo e non tanto per gestire le emergenze ma per mettere aziende e PA nelle condizioni di guardare avanti con le carte in regola.

È arrivato il tempo di dimostrare quanto siamo capaci di crescere. È compito del governo sbloccare le risorse al paloa partire dagli 1,3 miliardi di euro destinati ai voucher per attivare le connessioni ultrabroadband che giacciono dormienti dal 2017, tanto per fare un esempio – ed è compito di Regioni, Comuni ed enti vari, di autorizzare velocemente i lavori per la posa della fibra nelle aree bianche in “deroga” alla burocrazia.

Per non parlare poi della partita 5G: le telco hanno sborsato fior di miliardi per le licenze e ed è ora di venirne a capo: dalla realizzazione delle reti dipende il presente e il futuro del Paese. Le questioni legate alla sicurezza delle nuove reti vanno dunque affrontate immediatamente con decisioni definitive che mettano gli operatori in grado di assegnare le gare di appalto ai vendor. C’è fame di banda – lo dimostrano i dati sull’esplosione del traffico dati – e soprattutto c’è fame di servizi innovativi: aziende e PA stanno dimostrando in questa difficile situazione di emergenza di essere pronte a passare all’azione facendo leva proprio sul digitale. Ma gli strumenti figli del digitale non possono e non potranno esprimere la loro piena potenzialità senza infrastrutture adeguate.

Determinante anche il ruolo degli operatori: le battaglie a suon di ricorsi e carte bollate non sono più in linea con le esigenze del mercato e del Paese. È tempo di fare squadra, di deporre l’ascia di guerra e di uscire dal dibattito autoreferenziale su questioni quali la necessità o meno di una “newco delle reti”, sulla proprietà delle infrastrutture, sulla composizione degli azionisti. Se sia necessaria un’unica rete a banda ultralarga, due, tre o cento non è più il tema: il tema è fare le reti senza se e senza ma. E se non si trova una quadra sulla newco si vada avanti ognun per sé o tutti per uno.

La Commissione europea ha appena dato il via libera alla newco delle torri Tim-Vodafone segno che il consolidamento del settore sta entrando nel vivo dopo anni di dibattito. Le due aziende hanno deciso di unire le forze per mandare avanti il più velocemente possibile la realizzazione delle reti 5G. E un analogo accordo vede in campo Wind Tre e Fastweb. Ma senza un’accelerazione importante sulla fibra questi importanti progetti non potranno mai decollare appieno. Dunque è arrivato il tempo delle responsabilità e delle decisioni. Si trovi la quadra. Una volta per tutte.

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