“I permessi? Un problema superato. Se Open Fiber lavorasse tutti i comuni già autorizzati faremmo tranquillamente target 2021 e primo semestre 2022”: l’Ad di Infratel Marco Bellezza non ha accolto con favore i dati dell’indagine presentata da Asstel che ha acceso i riflettori sui ritardi dovuti alla burocrazia nella realizzazione delle nuove reti, al punto da quantificare in 250 giorni il tempo necessario per passare dal dire al fare a causa delle numerose autorizzazioni sul piatto.
Ed è su Open Fiber, la concessionaria che ha in capo il Piano Bul gestito dalla stessa Infratel (qui lo stato di avanzamento dei lavori), che Bellezza punta il dito. Provocando l’inevitabile reazione del presidente Franco Bassinini e un successivo botta e risposta. Il tutto su Twitter. Se secondo Bellezza “i permessi sono l’ultimo dei problemi” – ma non è quanto emerso dall’indagine Asstel – per Bassanini “le complicazioni burocratiche sono ancora troppe” nonostante il “bel passo avanti” per effetto delle misure contenute nel Decreto Semplificazioni, volte per l’appunto ad accelerare la roadmap semplificando proprio gli iter autorizzativi.
Ma Bellezza replica appellandosi alla necessità di “uno sforzo corale” e Bassanini chiama in causa Tim, i Comuni, le Sovrintendenze, Anas, Fs, Autostrade, Enel aggiungendo un ecc finale solo per questioni di spazio. “E servono altre semplificazioni e misure come quelle proposte da Asstel”, aggiunge il presidente di Open Fiber. A chiudere il botta e risposta l’Ad di Infratel che sferra l’ultimo pesante attacco: “Oggi su un cantiere del Lazio il capo cantiere mi ha confessato che sono bloccati sulla posa aerea per Enel distribuzione, il percorso è tortuoso”, e aggiunge che “dove ci sono tutti i permessi, non troviamo nessuno a lavorare sui cantieri dichiarati attivi”.
È evidente dunque che non tira una buona aria. E che fra Infratel e Open Fiber, unite dal destino del Piano Bul, i rapporti non sono dei migliori.