“Noi abbiamo veramente un problema di connettività in questo Paese. Abbiamo la necessità di accelerare la connettività e la copertura delle reti veloci”. Lo ha detto il sottosegretario all’innovazione tecnologica Alessio Butti intervenendo a ForumPa 2023, sottolineando che in questo senso “stiamo ragionando con una associazione, sono 4.000 in Italia, di antennisti disponibili a collegare sulla connettività l’ultimo miglio”.
“Ci è stato raccontato che uno dei problemi era la progettazione delle reti, abbiamo visto che quello messo in campo dai concessionari non era sufficiente, allora il Dipartimento si è fatto carico di estendere questa preoccupazione ad esempio agli ordini professionali (ingegneri, architetti e geometri) e la settimana scorsa abbiamo raggiunto un’intesa: queste sono figure professionali disponibili per la progettazione che manca sulla connettività”, ha spiegato Butti. “Poi ci è stato detto che c’era anche un problema successivo di collegamento finale: portare la fibra dal roe al builgind è determinante se vogliamo la banda ultra larga nelle case e negli uffici, ma la convenzione esistente ferma tutto a 40 metri dal building. Vi pare possibile? Non è possibile. Allora ci siamo ricordati che ci sono le figure romantiche degli antennisti: non sono scomparsi e anzi hanno migliorato le loro competenze. Chi meglio di questa figura professionale possiamo interpellare per ultimare questo tratto?”, ha concluso.
“Chiudere la stagione del divide, una questione anche culturale”
Parlando di digitalizzazione del Paese, Butti non ha nascosto le sue preoccupazioni: “Abbiamo la necessità di chiudere questa stagione del divide che non è solo geografico ma anche culturale – ha chiarito -. Abbiamo la necessità di farlo rapidamente e non solo perché il Pnrr che ce lo impone ma perché il paese ha delle esigenze particolari”.
E ha aggiunto: “Il rapporto tra pubblico e privato è indispensabile ma ancora da focalizzare perché sia il più proficuo possibile. Ognuno ha i suoi ruoli e competenze. Lo Stato ha l’obbligo e l’intelligenza di predisporre delle condizioni che siano utili al privato per investire e raggiungere insieme l’obiettivo. Il perimetro del compromesso deve essere interessante per entrambe le parti”.
“La formula, che secondo il governo è virtuosa, trova in questo strumento europeo del Pnrr una formidabile leva strategica per cercare di attuare questo rapporto pubblico-privato”, ha aggiunto Butti.
Polo strategico nazionale: “Lì devono migrare tutti i dati della Pa”
Sul polo strategico nazionale, poi, ha puntualizzato che “c’é un ricorso davanti al Tar, il Tar si è pronunciato e io ora dovrò promuovere un ricorso al consiglio di Stato perché ci sono delle questioni da risolvere nel minor tempo possibile. Ma il polo strategico nazionale è lì, è una realtà importante, su quel polo ci devo far migrare tutti i dati della Pa centrale e locale. Non è una cosa semplice e la stiamo facendo insieme, pur con qualche difficoltà, al privato”, ha detto.
Obiettivo: identità digitale unica entro il 2026
“L’obiettivo che vogliamo cogliere entro il 2026 è di arrivare all’identità digitale unica, rappresentata dalla carta d’identità“, ha quindi aggiunto il sottosegretario. Sull’identità digitale “qualcuno ha pensato che io fossi impazzito quando qualche mese fa ho annunciato la volontà del governo addivenire a una identità digitale unica, che fosse la carta d’identità per motivi di risparmio e sicurezza. Abbiamo messo insieme un percorso con i privati, perché senza privati che in questi anni hanno realizzato Spid, non saremmo andati da nessuna parte”, ha detto.
“Con il governo Meloni è successa una cosa lampante: ci siamo seduti al tavolo con i privati, che rispetto ai privati non hanno avuto solo l’incoraggiamento con la pacca sulla spalla, ma questo governo ha messo a disposizione delle risorse per la prima volta in 8 anni, 40 milioni per i privati, e insieme a loro stiamo lavorando per digitalizzare anche l’identità e l’accesso alla Pa: questo è un altro esempio straordinariamente virtuoso di come intendo la collaborazione tra pubblico e privato”, ha detto. Butti ha citato anche l’esempio dell’app Io, “che ha 12mila enti e 202mila servizi pubblici, quindi una cosa macroscopica e che funziona: questa è una parte del pubblico che funziona anche grazie alla collaborazione dei privati”.
I dubbi dei sindacati
La proposta d Butti non convince però la Slc. “Senza voler entrare nelle specificità del piano tecnico, continuiamo a chiederci: non sarebbe più utile scambiare qualche opinione con il sindacato, ossia con chi rappresenta le donne e gli uomini che tutti i giorni lavorano materialmente per digitalizzare questo Paese e che, a lume di naso, dovrebbero conoscere bene la realtà della situazione?”, chiede Riccardo Saccone, segretario nazionale della Slc.
“Sarebbe facile ricordare che fin dall’inizio abbiamo segnalato che i bandi, così come pensati dal precedente Governo (fugando dunque eventuali sospetti di strumentalizzazione politica), hanno dei limiti oggettivi e che bisogna mettere tutte le parti intorno a un tavolo, a partire dalla vicenda della rete unica – la madre di tutti i problemi – per capire come evitare un disastro occupazionale e infrastrutturale annunciato“.
“Al contrario, si preferisce incontrare singolarmente quasi tutti i soggetti coinvolti – chi rappresenta il mondo del lavoro in questa vicenda continua a essere sistematicamente ignorato – per partorire di tanto in tanto soluzioni che potrebbero apparire quantomeno estemporanee”, conclude Saccone.
Nei giovani il futuro della Pa
Intanto, a ForumPa si è svolta una giornata di lavori particolarmente intensa. L’Inps ha concluso il secondo incontro dedicato al binomio “Lavoro and Welfare”, incentrato sul tema “Giovani e futuro”. Al tavolo si sono confrontati Giuseppe Conte, direttore centrale Inps Risorse umane, Antonio Pone, direttore centrale Inps Entrate, Beatrice Lomaglio, vicepresidente Associazione Italiana Formatori e Antonio Naddeo, presidente Aran.
Il filo conduttore è stato il ruolo strategico della formazione delle nuove generazioni e delle ricadute positive in termini di valore per l’Istituto: “In una prospettiva di change management occorre trasferire ai giovani competenze trasversali – ha dichiarato Giuseppe Conte -, così da sviluppare capacità di progettazione dei servizi digitali orientati all’efficienza dell’azione amministrativa. Attraverso la formazione, inoltre, puntiamo a instillare la consapevolezza del loro ruolo posto al servizio della collettività. Nel biennio precedente – ha proseguito Conte – abbiamo finanziato 500 master per ampliare le conoscenze dei quadri e, allo stesso tempo, generare un valore in grado di soddisfare le rinnovate aspettative dell’utenza”.
A evidenziare le opportunità che si profilano lungo i nuovi orizzonti della Pa è stato Antonio Pone: “Se per un verso 15 anni di blocco del turn over hanno rallentato il ricambio generazionale, per l’altro, ciò potrebbe rappresentare un’opportunità di carriera per i giovani, perché nel giro di pochi anni si andranno a liberare spazi finora occupati dai senior. Un altro aspetto positivo è il cambio di visione che i giovani neoassunti hanno della Pa: si è creato in loro un senso di scopo, una percezione che il loro operare è in grado di generare il benessere collettivo“.
Digitalizzazione Pa: una missione imprescindibile, non solo per il Pnrr
“La digitalizzazione della Pubblica amministrazione rappresenta una missione imprescindibile per la semplificazione e non soltanto per la realizzazione degli obiettivi del Pnrr. La radicale trasformazione che coinvolge il servizio al cittadino, alle comunità e a interi settori del nostro Paese, gli effetti della disponibilità di tecnologia di comunicazione, l’operatività in un ambiente sicuro e protetto, rappresentano aree sulle quali le aziende e la Pubblica amministrazione sono impegnate per cogliere i cambiamenti e le priorità identificate. Accelerare sull’innovazione digitale della Pubblica amministrazione significa governare l’attuazione del Pnrr, pianificando progetti che siano misurabili, sostenibili rispetto alle scadenze e alle risorse disponibili, con una governance strutturata, così da verificare in maniera granulare l’avanzamento e i risultati delle riforme e degli investimenti previsti”.
Così Franco Turconi, responsabile servizi per la Sanità e PA di Accenture Italia, all’interno del panel “La governance nazionale dell’innovazione e la collaborazione pubblico-privato”. “La disponibilità di un sistema organico e cooperativo formato da Pubblica amministrazione, grandi imprese, pmi, start-up e mondo accademico sono un’opportunità unica da sfruttare. Pensiamo per esempio al nostro centro di innovazione, l’Accenture Government Innovation Center di Roma, che sviluppa progetti innovativi in collaborazione con diversi componenti pubblici e privati con l’obiettivo di promuovere questa trasformazione”.
PA digitale, il ruolo delle telco
Le Tlc sono un alleato chiave per la PA digitale. “I progetti del Pnrr generano una forte necessità di formare figure professionali che, attraverso una collaborazione sempre più stretta fra scuola e Its prima, e tra privato e pubblico poi, abbiano nel proprio bagaglio di conoscenze le nuove competenze digitali: Cybersecurity, Cluod Computing, Big data, intelligenza artificiale, AI, transizione green – ha detto la direttrice di Asstel, Laura Di Raimondo, in occasione di un convegno a Forum PA – Come abilitatori e creatori di servizi, gli attori delle Telecomunicazioni rappresentano il principale alleato per la pubblica amministrazione, soprattutto per orientare il sistema educativo verso l’innovazione e le competenze a prova di futuro”.
“I nuovi corsi per la sicurezza informatica rappresentano una grande opportunità legata alla legge di riforma degli Its e al finanziamento straordinario ad essi dedicato previsto dal Pnrr. L’innalzamento qualitativo e quantitativo delle competenze professionalizzanti presenti nel nostro Paese è un fattore indispensabile per la produttività e l’innovazione delle imprese e della PA – ha sottolineato – Più occupazione di qualità grazie a un buon orientamento e formazione permanente. Questa è la vera sfida per formare i profili tecnico-specialistici di cui l’Italia ha bisogno per le sfide della transizione digitale e sostenibile”.
“Nello spirito che caratterizza il Pnrr e l’agenda 2030, siamo consapevoli che per raggiungere gli obiettivi europei è necessaria una collaborazione fattiva, un’alleanza forte tra pubblico e privato”, ha concluso.
“Premio PA sostenibile 2023”: svelati i vincitori
Intanto la città Metropolitana di Cagliari con“Labmet – Laboratorio Metropolitano Sostenibile”, l’Officina Futuro Fondazione W-Group con il progetto “Girls Code It Better”, la Commissione Genere dell’Università degli studi di Brescia con il progetto “Stem in genere”, l’ASL CN2 di Alba e Bra con il progetto “Senior Ca’ d’argent” sono i vincitori del “Premio PA sostenibile 2023”, assegnato nel corso dell’ultima giornata di ForumPa 2023. Il premio è promosso da Fpa, società del Gruppo Digital360, e ASviS, Alleanza Italiana per lo sviluppo sostenibile, con l’obiettivo di valorizzare esperienze, soluzioni e progetti realizzati da amministrazioni (centrali e locali), ma anche da associazioni e start up, per promuovere e sostenere il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità (Sustainable Development Goals – SDGs) fissati nell’Agenda 2030 dell’Onu.
“Quest’anno, seguendo il filo rosso di ForumPa 2023 ‘Ripartiamo dalle persone’, abbiamo scelto per la sesta edizione del Premio il focus ‘inclusione, empowerment e persone’ – spiega Carlo Mochi Sismondi, presidente di Fpa -. Abbiamo quindi voluto valorizzare le azioni che puntano a promuovere una crescita inclusiva della comunità nazionale, la riduzione delle disuguaglianze territoriali, generazionali e di genere, anche attraverso la concreta applicazione dei paradigmi dell’open government e dell’innovazione sociale. Temi fondamentali, perché siamo convinti che non possa esserci sviluppo equo, sostenibile e duraturo senza una maggiore uguaglianza e coesione sociale e territoriale”.
“Le esperienze dei premiati e dei finalisti dimostrano che è possibile realizzare un modello di sviluppo sostenibile sul territorio e rendere vitale la democrazia puntando sulle sinergie tra pubbliche amministrazioni, società civile e mondo produttivo e stimolando la consapevolezza e la partecipazione delle comunità – commenta Enrico Giovannini, direttore scientifico dell’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS) –. Partendo da questi elementi, l’ASviS ha messo a punto un “sistema multilivello” per supportare le istituzioni nella programmazione di interventi coerenti con gli Obiettivi dell’Agenda 2030 che si basa sul coordinamento delle politiche delle diverse amministrazioni che agiscono sullo stesso territorio e prevede l’analisi, la pianificazione e il monitoraggio di obiettivi, azioni e risultati”.
I vincitori delle quattro categorie
Ecco i vincitori per le quattro categorie del “Premio PA sostenibile 2023”: Partecipazione e cittadinanza attiva; Istruzione, formazione e lavoro; Parità di genere; Salute e benessere.
Città Metropolitana di Cagliari
Riconoscimento nella categoria “Partecipazione e cittadinanza attiva” per il progetto “Labmet – Laboratorio Metropolitano Sostenibile”, luogo digitale e fisico di condivisione e divulgazione delle tematiche urbane. Il Labmet, l’agenzia urbana del territorio, ha il ruolo di coadiuvare le autorità e gli enti nella pianificazione urbana e nelle politiche territoriali, fornire servizi di formazione e condivisione sulle tematiche urbane/territoriali e costruire/sviluppare progetti e politiche operative e innovative. Il progetto, che è stato scelto come modello pilota del Dipartimento di Funzione Pubblica nel percorso di Open Government, si basa sull’uso della piattaforma digitale partecipa.cittametropolitanacagliari.it.
Officina Futuro Fondazione W-Group
Riconoscimento nella categoria “Istruzione, formazione e lavoro” per il progetto “Girls Code It Better”. Gcib è un progetto gratuito di creatività digitale e imprenditorialità nato nel 2014 per avvicinare le ragazze alla tecnologia e alle carriere Stem. Il progetto prevede la creazione di Club (extra-curriculari pomeridiani e gratuiti rivolti alle scuole secondarie di I e II grado (45 ore/35 ore) nelle quali 20 ragazze guidate da un coach-docente, (un insegnante della scuola) e un coach-maker (reclutato sul territorio) affrontano un problema e l’elaborazione di un progetto che preveda lo sviluppo di un’area tecnica strumentale scelta tra: elettronica e automazione, modellazione e stampa 3D, sviluppo web, coding, realtà virtuale e aumentata, videomaking.
Commissione Genere dell’Università degli studi di Brescia
Vince il premio nella categoria “Parità di genere” col il progetto “Stem in genere”, che propone nelle scuole primarie e secondarie (a studenti e docenti) percorsi e laboratori educativi e ricreativi di sensibilizzazione sulle tematiche di genere, sugli stereotipi e le discriminazioni per capire, per riconoscerli e scardinarli utilizzando metodologie innovative che attingono anche a strumenti e linguaggi propri del mondo dell’arte. Nel progetto sono stati coinvolti oltre 3000 studenti e 160 docenti di scuole di I grado e oltre 210 studenti e 20 docenti di scuole di II grado.
Azienda Sanitaria Locale CN2 di Alba e Bra
Vince il premio nella categoria “Salute e benessere” con il progetto “Senior “Ca’ d’argent”. Il progetto prevedeva la messa in atto di nuovi servizi socio-sanitari per le persone anziane che vivono nell’Alta Langa e in particolare nei comuni di Cortemilia e dintorni. La finalità del progetto era quella di sperimentare un nuovo modello di assistenza territoriale, volto al miglioramento della qualità della vita e dell’autonomia degli anziani, che trovandosi isolati possono avere difficoltà di accesso alle cure mediche, oltre che alle attività di prevenzione.
Gli altri finalisti
Categoria “Parità di genere”
Comune di Bologna. La città emiliana arriva in finale con il progetto dal titolo “Gender Gap reduction in Urban Projects in Bologna”, un progetto che vuole contribuire a ridisegnare la città in prospettiva di genere concependo lo spazio urbano in modo flessibile, per rispondere ai bisogni delle molte vite differenti che lo frequentano. Il progetto cerca di migliorare la conoscenza del gender gap nei servizi e infrastrutture urbane, con particolare riferimento a edifici pubblici, scolastici, piste ciclabili, parchi, spazi verdi, con l’obiettivo di porre le condizioni per una progettazione della città che includa la prospettiva di genere e promuova l’inclusione sociale della popolazione più fragile.
Inps – Comitato unico di Garanzia. Il progetto “Guida interattiva in 7 passi per donne vittime di violenza” illustra in un linguaggio semplice e diretto le iniziative e i servizi offerti dall’Inps per sostenere le donne che si trovano a subire abusi e violenze nell’intraprendere un possibile percorso di recupero della propria indipendenza. La Guida ha l’obiettivo di informare le donne inserite o meno nel mercato del lavoro, sposate o libere, con figli o senza, che abbiano già denunciato che debbano ancora denunciare al numero verde 1522 questi atti per essere poste sotto la tutela. Il progetto è stato avviato anche al fine di promuovere la nuova prestazione del Reddito di libertà e di proporre di includere le donne vittime di violenza come potenziali beneficiarie, del servizio welfare di ospitalità per i figli nei Convitti Inps, ospitalità riservata normalmente solo ai figli dei dipendenti pubblici.
Consiglio Nazionale delle Ricerche, Istituto di Ricerche sulla Popolazione e le Politiche Sociali. Obiettivo generale del progetto “Osservatorio sulle Tendenze Giovanili” è stata la promozione di pari opportunità di genere e inclusione giovanile mediante il contrasto di devianza, violenza, condizionamenti sociali (stereotipi e pregiudizi) con particolare attenzione al genere e disagi psicologici. L’Otg è stato composto da tre moduli di intervento. Il primo di questi ha riguardato scuole primarie di Roma, il secondo le scuole secondarie di secondo grado d’Italia e il terzo la costruzione dell’Agenda delle politiche per l’infanzia e l’adolescenza. Le attività di questi moduli, che hanno costituito una linea unitaria di intervento, hanno permesso di produrre una nuova a dettagliata conoscenza circa l’universo giovanile, erogare attività di formazione in tema di disagi, devianza e condizionamenti sociali e definire azioni atte alla promozione di benessere, pari opportunità e inclusione.
Categoria “Istruzione, formazione e lavoro”
Dipartimento di Psicologia dello Sviluppo e della Socializzazione dell’Università di Padova. Dal 2008 il Dipartimento promuove ogni anno il programma di mentoring “Mentor UP”: un’azione di prevenzione selettiva con l’obiettivo di sostenere minori a rischio (inizialmente dagli 8 a 12 anni, e più recentemente 9-17 anni) che attraversano qualche difficoltà (scolastica, relazionale, sociale, economica, culturale), sia nelle scuole di Padova, sia minori stranieri non accompagnati ospiti di comunità educative e associazioni del territorio. Il programma si pone tre obiettivi principali: sostenere la scuola, la famiglia e le comunità educative nella gestione di situazioni di disagio sociale, sostenere lo sviluppo della partecipazione e la promozione della cittadinanza attiva, promuovere la crescita del sostegno sociale percepito, resa possibile dall’acquisizione di una nuova figura di riferimento non istituzionale.
Fondazione Muba Impresa Sociale. “Pianeta 30” è un progetto di Muba, in collaborazione con Hines, che nasce con lo scopo di raccontare alle bambine e ai bambini i 17 obiettivi dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile dell’Onu attraverso un inedito libro illustrato e una mostra-gioco. L’iniziativa si compone di due azioni principali: la pubblicazione di un libro illustrato e la produzione di una mostra-gioco gratuita. I destinatari di Pianeta 30 sono: bambine e bambini di tutte le età, con particolare focus sui bambini della scuola primaria, e gli adulti che li accompagnano (genitori, familiari ed educatori).
Ministero della Giustizia – Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria – Direzione Generale dei Detenuti e del Trattamento – Ufficio Centrale Lavoro Detenuti e Lendlease. “Programma 2121 A Shared Value Partnership” è una partnership pubblico-privata promossa dal Ministero della Giustizia volta a offrire formazione professionalizzante, accrescimento delle competenze relazionali sul luogo di lavoro tramite corsi di soft-skills e tirocini equamente retribuiti in ambienti “non protetti” ai detenuti che qualificano per l’art. 21 dell’Ordinamento Penitenziario presenti nel sistema carcerario lombardo allo scopo di renderli occupabili a fine pena.
Categoria “Salute e Benessere”
Inps. Il progetto “Home Care Premium” è stato concepito considerando il contesto sociale ed economico italiano, dove il ruolo della famiglia nella cura degli anziani e, in generale dei familiari non autosufficienti, è molto forte ed i parenti spesso devono fare fronte alle precarie condizioni di salute psicofisica dei propri congiunti senza disporre di sufficienti risorse economiche e di tempo. Il progetto fornisce alle famiglie il sostegno per offrire ai loro cari le necessarie cure fisiche e psicologiche nell’ambiente confortevole delle mura domestiche. Il progetto si basa su quattro principali driver di innovazione: automazione completa della procedura con l’integrazione delle banche dati. Valorizzazione delle differenze locali e l’integrazione dell’assistenza tra i vari player pubblici, controllo di qualità dei servizi erogati e la trasparenza nella rendicontazione, circolo virtuoso relativo all’assunzione e al pagamento dei contributi per l’assistente domiciliare.
Ministero della Salute. Con il progetto “Anticipation is Life” sono stati creati 2 sportelli per la prevenzione dei tumori destinati al proprio personale presso le sedi centrali del Ministero della salute. Vantaggi del progetto riguardano il supporto al sistema territoriale sanitario con riduzione dell’impatto delle richieste di accesso a quest’ultimo. Obiettivo del progetto è quello di prevenire i tumori, effettuare diagnosi precoci e promuovere stili di vita corretti nei luoghi di lavoro.
Categoria “Partecipazione e cittadinanza attiva”
Cooperativa Sociale Tikvà. Il progetto “Ri-Costituente – la Costituzione del 2050” mira ad amplificare la voce dei giovani sul futuro del Paese attraverso esercizi di cittadinanza attiva e la creazione di nuovi spazi di confronto. Ogni anno vengono organizzati laboratori di scrittura degli articoli della Costituzione del 2050, immaginando l’Italia del domani. Oltre ai laboratori, il progetto prevede un Festival annuale in cui i giovani di tutta Italia si riuniscono per discutere, all’interno della cornice dei valori costituzionali, tematiche ritenute dai medesimi come urgenti ed importanti. Al termine dei confronti viene scritto un manifesto di indicazioni e principi rivolto alla società ed alle istituzioni.
Dipartimento della Funzione Pubblica. Obiettivo del progetto “Strategie di partecipazione per il governo aperto” era creare e attivare strumenti partecipativi utili a dar voce alle istanze dei portatori di interesse, pubblici e privati motivati ad attuare i principi del governo aperto. La partecipazione della società civile alla definizione e attuazione delle politiche pubbliche è la condizione abilitante dell’amministrazione aperta. Il processo di co-creazione del 5 Piano di azione (5NAP) per il governo aperto, realizzato dalla community di Open Government Partnership Italia, ha creato le condizioni di dialogo per discutere e progettare il Forum Multistakeholder (FMS) per il governo aperto, attore di governance della community e sede di confronto paritario fra società civile organizzata e amministrazioni pubbliche e l’Hub nazionale della partecipazione, co-creato con l’obiettivo di potenziare e valorizzare le buone pratiche esistenti a livello nazionale e regionale.