Dai cantieri Italia a 1 Giga per portare la banda ultralarga nelle aree grigie a progetti 5G per la PA. Dal polo strategico nazionale ai limiti elettromagnetici. In audizione in commissione Trasporti e Tlc alla Camera il Sottosegretario Alessio Butti ha fatto il punto della situazione in risposta alle questioni sollevate da alcuni parlamentari. (SCARICA QUI IL TESTO INTEGRALE DELL’INTERVENTO)
Il piano Italia a 1 Giga
“Relativamente all’avanzamento del piano di infrastrutturazione del Paese e alla gestione dei possibili ritardi, vorrei rassicurare rispetto alle preoccupazioni esposte. Il bando del piano “Italia a 1 Giga” prevede l’applicazione di penali per ogni civico non collegato entro le milestone previste dal Pnrr. Tengo a precisare che non è un meccanismo punitivo, ma è necessario per tutelare la buona riuscita del piano. Infatti queste penali possono essere revocate se gli operatori aggiudicatari recuperano il ritardo entro le due successive milestone”.
La mappatura delle reti
Per quanto concerne l’attività di mappatura delle reti, Butti ha specificato che Infratel ha già richiesto agli operatori la verifica degli impegni di copertura assunti per il 2022. “È peraltro programmato l’avvio di una nuova mappatura delle reti fisse proprio per avere un quadro aggiornato dei dati”.
Il Commissario regionale per la banda ultralarga
Quanto alla possibilità che un Presidente di Regione sia Commissario del piano di cablaggio “mi pare francamente una strada poco percorribile dal momento che, pur essendo sviluppate localmente, tali infrastrutture appartengono unitariamente alla rete nazionale”
La carenza di manodopera
Per far fronte alla carenza di manodopera nei cantieri ultrabroadban Butti ha ricordato che sono stati inseriti in tutti i bandi pubblicati finora (e in quelli che verranno preparati a breve) incentivi che premiano le telco che investono in risorse umane e che il Governo sostiene la formazione per la manodopera specializzata, in particolare per i progettisti di rete, giuntisti, collaudatori e addetti ad attività di posa di cavi in fibra ottica su infrastruttura aerea e sotterranea.
L’accordo commerciale Tim-Open Fiber
Dubbi sono stati sollevati in merito all’accordo commerciale Tim-Open Fiber. “Open Fiber per la si impegna ad acquistare 10.000 km di Infrastrutture di posa locali ed aeree nelle aree oggetto delle concessioni. È necessario notare che queste infrastrutture sono regolate nel mercato 3A (che è il loro mercato di riferimento) ed hanno quindi un prezzo uguale per tutti gli operatori, un prezzo che non può essere negoziato. Perché Open Fiber si è obbligata a comprarne 10.000 km quando Tim è obbligata a venderne anche solo 1 metro, quando richiesto, e ad un prezzo regolato? Il fatto di garantirne l’acquisto di 10.000 km non prevede nessuna scontistica per Open Fiber, ma mette invece al sicuro il bilancio di Tim/Fibercop con una partita che può valere da 50 ad 80 milioni. Vi sono quindi elementi a sufficienza, per quanto di competenza, per porsi qualche domanda sulla convenienza di tale accordo”.
I limiti elettromagnetici
Nel ricordare che l’Italia, nell’ambito dell’inquinamento elettromagnetico da onde generate dai trasmettitori di telefonia mobile, ha il limite di 6V/m (6 Volt/metro) – “il valore è il più basso in Europa”- Butti ritiene necessaria una visione di insieme a livello Ue. “Va posto il problema se l’Europa non debba avere una visione unitaria del problema, definendo un quadro di limiti unici per l’intero territorio della Ue. Il problema concreto è come coniugare assieme esigenze di tutela della salute, evoluzione tecnologica e uniformità dei quadri di riferimento a livello europeo”. Butti evidenzia anche che “questo innalzamento potrebbe favorire lo sviluppo di servizi radiomobili con una densità inferiore di antenne sul territorio” ma che “occorre però valutare con grande attenzione tutte le conseguenze”.
Il 5G nella PA
Per quanto riguarda l’utilizzo di tecnologia 5G da parte delle PA “segnalo che al momento sono in corso analisi relative allo sviluppo di servizi innovativi 5G nelle amministrazioni pubbliche, in aree dove potrebbe esserci collaborazione con operatori privati, tramite progetti in settori verticali (trasporti, turismo, manifattura e industria, energia, sanità e benessere, agricoltura, sicurezza)”, evidenzia Butti aggiungendo che “i costi relativi a tali progettualità potrebbero essere coperti da parte dei fondi stanziati nell’ambito del Pnrr rimasti a disposizione dopo le procedure di gara concluse nel mese di giugno 2022” e che “i potenziali beneficiari potranno essere enti pubblici, società attive nei settori verticali e operatori (con i quali sarà necessario avviare un dialogo).
Cloud e polo strategico nazionale
Butti annuncia che è previsto il coinvolgimento anche delle amministrazioni regionali “valorizzando le società “in-house”, che in molti casi sono un esempio virtuoso di efficienza tecnologica e di servizio per il cittadino. Infatti le Regioni sono una parte fondamentale del sistema della Pubblica Amministrazione Italiana e come tali dovranno essere coinvolte maggiormente nel processo di digitalizzazione e di efficientamento delle proprie procedure”.
“Non mi stancherò mai di sottolineare – conclude il Sottosegretario – che è necessario prima semplificare e poi digitalizzare, come peraltro previsto espressamente dal Codice dell’Amministrazione Digitale. Abbiamo bisogno, quindi, che anche le Regioni assicurino efficienza ed efficacia ai cittadini e alle imprese, coordinando in modo coerente il proprio operato con le altre pubbliche amministrazioni”.