LA GUIDA UE

Banda ultralarga, come elaborare nuove strategie

Un “manuale” a supporto delle autorità pubbliche e degli stakeholder per la pianificazione, l’implementazione e il monitoraggio dei progetti in particolare nei segmenti di accesso e backhaul. Un capitolo ad hoc sugli aiuti di Stato

Pubblicato il 22 Mar 2024

Broadband investment handbook UE

La Commissione europea ha pubblicato una guida per i piani sull’ultra-banda larga, il Broadband Investment handbook 2024 (SCARICA QUI IL DOCUMENTO COMPLETO), rivolto principalmente agli enti pubblici, in particolare locali e regionali, che cercano di spingere lo sviluppo del broadband nel loro territorio. Ma la guida è un punto di riferimento anche per tutte le parti interessate nello sviluppo della banda larga, come gli operatori di rete, le piccole e medie imprese e i cittadini.

Il documento intende assistere gli stakeholder nelle attività di pianificazione, attuazione e monitoraggio dei progetti, fornendo anche esempi concreti di quanto è già stato fatto in Europa. Seguendo la falsariga di un vero e proprio manuale, l’handbook definisce e classifica i tipi di banda larga e i vari concetti correlati, come la qualità del servizio, e descrive le norme europee e nazionali di settore, a partire dal Codice delle comunicazioni elettroniche dell’Ue. Vengono elencati i modelli di business e le forme di investimento e specificate le condizioni in cui gli aiuti di Stato sono ammissibili.

Il manuale della banda larga dell’Ue: guida alle strategie

L’handbook sottolinea l’importanza di partire da un progetto ponderato con un preciso piano d’azione e il ruolo delle autorità pubbliche nell’implementazione, gestione e proprietà delle infrastrutture broadband e descrive pro e contro dei diversi modelli di business.

Vengono menzionati diversi esempi che arrivano dall’Italia, tra cui il nostro Piano Bul. Il governo italiano nel 2016 ha lanciato un grande progetto nazionale per colmare il divario di connettività nelle aree rurali e montane. L’investimento è stato suddiviso in bandi per macro-regionali per le aree bianche ed è stato effettuato utilizzando il modello della concessione: i bandi precisavano che le infrastrutture realizzate sarebbero rimaste di proprietà pubblica e sarebbero state messe a disposizione (all’ingrosso) a tutti i fornitori di servizi a condizioni non discriminatorie e secondo criteri tecnici ed economici definiti dall’autorità competente, Agcom. Questa formulazione non impone l’utilizzo di un modello di business specifico, anche se favorisce chiaramente il modello wholesale-only, nota il documento.

L’handbook riferisce anche dei casi in cui alcune aziende utility hanno creato filiali per i servizi di telecomunicazioni. Tra questi Siro, lanciata nel 2015 dall’azienda elettrica irlandese Esb insieme a Vodafone, per costruire una rete nazionale 100% Fiber-to-the-building, prima del suo genere in Irlanda. Il secondo esempio è italiana, con Enel che, insieme Cassa Depositi e Prestiti, ha dato vita a Open Fiber per offrire banda ultralarga in tutto il paese, principalmente tramite Ftth.

Un capitolo su voucher e aiuti di Stato

Il Capitolo 8 è dedicato a una panoramica delle leggi sugli aiuti di Stato e di come si applicano ai progetti di sviluppo per la banda larga.

In questo ambito rientrano i voucher per la connettività o i voucher sociali: lo studio cita la misura italiana dei voucher da 200 milioni di euro per sostenere l’accesso ai servizi a banda larga da parte delle famiglie a basso reddito. Questi voucher sono destinato all’acquisto dei servizi a banda larga a velocità di download di almeno 30 Mbps e per l’attrezzatura necessaria, come un tablet o un personal computer. La Commissione ha riscontrato che i programmi sono rivolti principalmente alle famiglie o privati, ma costituiscono allo stesso tempo un aiuto di Stato a favore degli operatori, che offrono sia i servizi che i device. Di qui la valutazione alla luce delle norme sugli aiuti di Stato, che consente agli Stati membri di concedere aiuti a carattere sociale ai singoli consumatori, a determinate condizioni specifiche, tra cui la non discriminazione dei servizi e dei prodotti in base alla loro origine.

Per la Commissione voucher di questo genere sono ammissibili in quanto tecnologicamente neutre e perché gli Stati membri si impegnano ad adottare misure per evitare indebite distorsioni della concorrenza, vigilando per garantire che il sistema non venga utilizzato semplicemente per sostituire quello esistente degli abbonamenti ai servizi a banda larga.

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