La prima regione per copertura ad almeno 1 Gbps sarà nel 2026 il Friuli Venezia Giulia (84%), seguita da Sicilia (79%), Trentino Alto Adige (78%) e Liguria (76%) mentre tra le regioni del Sud solo Puglia (72%) e Molise (71%) figurano al di sopra della media nazionale (68%). Questa la mappa emersa dall’analisi effettuata da I-Com sulla base della mappatura delle aree nere e grigie effettuata da Infratel la scorsa estate sulla base dei cantieri in corso ma soprattutto degli investimenti previsti dalle telco di qui ai prossimi 5 anni. (SCARICA QUI LO STUDIO I-COM).
L’Istituto di competitività guidato da Stefano Da Empoli ha analizzato con una ricognizione certosina tutti i civici indicati nei file excel allegati alla ricognizione Infratel elaborando dunque la classifica nazionale della banda ultralarga al 2026, anno in cui sulla base del Piano Italia a 1 Giga portato avanti dal ministro dell’Innovazione Vittorio Colao tutta Italia dovrà essere coperta dall’autostrada a banda ultralarga ad altissima velocità. Stando a quanto rilevato da I-Com in Sardegna e Abruzzo non sarebbe coperto, al 2026, nemmeno la metà del territorio, e la copertura tra i 300 Mbps e 1 Gbps sarebbe pari ad appena il 2%.
“Le risorse finalmente ci sono, sebbene siano ancora in discussione i meccanismi di assegnazione”, sottolinea il presidente I-Com Stefano da Empoli. “Al netto dei tempi burocratici, i restanti 4 anni a disposizione per l’infrastrutturazione costituiscono un tempo assai limitato, in cui rischiano persino di non essere sufficienti le imprese e le risorse umane necessarie a portare a termine i lavori”. Per questo motivo “potrebbe essere utile prevedere meccanismi incentivanti per ottimizzare il numero degli interventi e favorire la condivisione delle opere tra i diversi operatori, così come valutare opportune politiche di reskilling aziendale finalizzate ad aumentare la forza lavoro impegnata in queste mansioni”.
La diffusione della banda ultralarga nelle Provincie
La fotografia scattata a livello provinciale rileva un’elevata diffusione (maggiore dell’80%) della rete ultra veloce (300 Mbps) in alcune province lombarde e del Nord Est. Per quanto riguarda la copertura alla velocità massima (1 Gbps) presentano un dato superiore all’80% gran parte delle province del Nord Est, tra cui Bolzano (87%), Udine (87%), Trieste (83%) Gorizia (82%) e Treviso 81%). Tra le grandi province figurano Palermo (86%), Bari (84%), Cagliari 84%) Genova (83%) e Roma (81%). Nelle province di Oristano, Nuoro, Sud Sardegna, stante la fotografia attuale, l’intervento riguarderà all’incirca 3 civici su 4 mentre nelle aree di Chieti, Vibo Valenta, Sassari, L’Aquila, Catanzaro, Teramo e Potenza l’intervento riguarderà tra il 40% e il 50% degli indirizzi.
L’Italia corre nella classifica europea
E c’è un altro elemento più che interessante ad emergere questa volta nell’ambito dell’Ibi (I-Com Ultrabroadband Index) giunto alla 8ª edizione. L’Italia è, per la prima volta, al di sopra della media UE nel grado di penetrazione della banda larga ultraveloce, con quasi il 47% degli abbonamenti in banda larga che prevedono una velocità almeno pari a 100 Mbps: un dato cresciuto di oltre 11 punti percentuali (+7,2 punti per l’UE), elemento che ha consentito al nostro Paese di superare la media UE di 2,2 punti percentuali.
La posizione che l’Italia guadagna sul piano della domanda – piazzandosi 22° e riducendo di 6 punti il divario rispetto all’apice della classifica – viene, invece, persa sul piano dell’offerta, dove il nostro Paese si colloca al 16° posto, presentando un maggior divario rispetto al miglior Paese europeo. “Si tratta di un risultato dovuto principalmente a un modesto incremento nella copertura dell’Fttp, cresciuta di soli 4 punti a fronte di un incremento medio a livello europeo del 9%”, evidenzia I-Com.
Riguardo al 5G l’Italia pur essendo uno dei 13 Paesi con una copertura positva della rete 5G, resta al di sotto della media, per via della presenza di pochi Paesi con una copertura altissima.
La “delusione” e-commerce
Dallo studio emerge che le aspettative sull’andamento dell’e-commerce siano state in realtà disattese. Nonostante il 2020 sia stato un anno scandito da lockdown e restrizioni varie, solo il 44% degli italiani ha acquistato beni o servizi su Internet, a fronte di una media Ue del 65%. Non è un caso a questo riguardo che siamo terzultimi in Europa, seguiti solo da Romania e Bulgaria.