Fino a 660 milioni di euro da ripartire nel biennio 2027-2009 per andare a compensare gli extra costi nella realizzazione delle reti a banda ultralarga da parte di Open Fiber nell’ambito del piano Bul. Questa la misura messa nero su bianco nella Manovra 2025, all’articolo 76. “Al fine di permettere il completamento degli interventi concernenti le concessioni aventi ad oggetto la progettazione, costruzione e gestione di una infrastruttura passiva a banda ultra larga nelle zone bianche del territorio nazionale”, con decreto del Ministero delle imprese e made in Italy di concerto con il Ministero dell’economia “potranno essere concessi contributi “fino a 220 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2027 al 2029 sulla base di motivate esigenze rappresentate dal soggetto attuatore”, alias Open Fiber, aggiudicatario unico del Piano Bul.
Dall’inflazione ai rincari delle materie prime causati dal Covid ma anche dai conflitti, a partire da quello dell’Ucraina: numerose le voci che hanno fatto lievitare i costi e che come già previsto dal bando del Piano Bul dovranno essere compensati tenendo conto della situazione cambiata nel corso degli anni.
Le fake news sulla roadmap al 2026 e il Piano Italia a 1 Giga
Ma contrariamente a quanto riferito da alcune fonti stampa, i 660 milioni non hanno niente a che fare con il completamento dei cantieri del piano, che marcia già in ritardo e deve essere chiuso, né rientrano nel Piano Italia a 1 Giga che riguarda le aree grigie e vede in campo come concessionario anche Fibercop.
Nessun aiuto di Stato
E ancora: non possono in alcun modo configurarsi come aiuti di Stato in quanto non si tratta di risorse aggiuntive per il finanziamento delle opere ma di somme relative al riequilibrio del piano economico finanziario della concessione Bul.
La procedura per il riequilibrio del piano economico-finanziario
Come per tutte le concessioni pubbliche anche per il piano Bul – è quanto evidenzia l’articolo 24 del contratto – era prevista l’opzione dell’apertura della procedura per il riequilibrio del piano da parte dei soggetti in causa, nel caso specifico Infratel e Open Fiber. E le parti hanno valutato che per cause di forza maggiore, non riconducibili cioè a responsabilità del concessionario (inflazione, caro materiali, necessità di costruire una rete più lunga etc), si è generato un disequilibrio economico finanziario. Le somme indicate serviranno dunque a riportare la concessione in una situazione di stabilità economico finanziaria.