L'INTERVISTA

Banda ultralarga, Garnier: “Una legge sulle reti digitali auspicabile per spingere il take up”

Il direttore generale dell’Ftth Council Europe: “La questione di come aumentare l’adozione della fibra a livello di abbonati è un aspetto su cui sia gli operatori sia i politici dovranno concentrarsi sempre di più”. Ottimismo sul futuro: “Entro il 2030 le reti con capacità Gigabit potrebbero avvicinanarsi all’obiettivo del 100%”. A Berlino dal 19 al 21 marzo l’Ftth Conference 2024, CorCom media partner

Pubblicato il 05 Mar 2024

Foto di Vincent Garner

Siamo ragionevolmente ottimisti per quanto riguarda le infrastrutture fisse a banda larga. Con gli sforzi congiunti dei rappresentanti politici e degli attori di mercato che contribuiscono alla diffusione di reti ad altissima capacità, le nostre ultime previsioni indicano che entro il 2030 le reti con capacità Gigabit potrebbero superare il 90% di copertura, avvicinandosi all’obiettivo del 100%”. A pochi giorni dall’Ftth Conference 2024 – in programma a Berlino dal 19 al 21 marzo – Vincent Garnier, Direttore generale dell’Ftth Council Europe fa il punto della situazione con CorCom, media partner della kermesse – per i nostri lettori uno sconto del 20% utilizzando il codice F24PTCCM (clicca qui per agenda e registrazione).

Le infrastrutture Ftth crescono in Europa ma le telco sono in difficoltà. Il Gigabit Infrastructure Act punta a spianare la strada in termini di semplificazioni ma viene lasciata ai singoli Stati la possibilità di determinare le regole sul fronte del silenzio-assenso, una misura che ha deluso molti, si rischiano una nuova frammentazione e nuovi gap?

Apprezziamo il lavoro svolto dai colegislatori dell’Unione Europea per stimolare la diffusione delle infrastrutture Vhcn attraverso il Gigabit Infrastructure Act. L’Ftth Council Europe ha fornito il proprio punto di vista in tutte le fasi del processo politico che ha portato all’attuale compromesso sul Gigabit Infrastructure Act, dando voce alle preoccupazioni del settore su vari argomenti, in particolare sulla condivisione delle infrastrutture, sulla clausola di armonizzazione minima, sull’accesso alle infrastrutture fisiche esistenti, sul coordinamento delle opere civili, ecc. Come sempre, ogni atto legislativo dell’UE è il risultato di una delicata opera di bilanciamento e di compromesso, e il Gia non farà eccezione in questo senso. Ciononostante, ci auguriamo che il Gia contribuisca in modo significativo ad accelerare l’introduzione della fibra ottica nell’Unione.

La posa delle reti non è sufficiente a garantirne l’adozione. In molti Paesi resta alto il divario in termini di take up e l’Italia è fra questi. I voucher non hanno sortito i risultati sperati. Come fare a sbloccare l’impasse?

Aumentare l’adozione della fibra ottica è effettivamente una priorità assoluta per il nostro settore. Come lei indica, in Italia il take up è inferiore alle aspettative, ma il problema riguarda anche molti altri paesi. 12 mesi fa il nostro Comitato per la Politica e la Regolamentazione ha presentato lo studio “Ftth Adoption Drivers and Hurdles in Europe“, prodotto da Plum Consulting, che delinea una serie di raccomandazioni per i responsabili politici e gli operatori del settore attraverso cui affrontare il divario tra la posa delle reti in fibra e i tassi di adozione. Lo studio sottolinea la correlazione positiva tra la copertura Ftth/B e l’adozione, generando un circolo virtuoso in cui l’introduzione della fibra spinge l’adozione, che a sua volta ne incoraggia una rapida diffusione. Inoltre, si osserva una notevole correlazione negativa tra i prezzi della banda larga ad alta velocità e il take up, sottolineando l’importanza di prezzi competitivi.

Per migliorare l’adozione della banda larga, i programmi di voucher per le famiglie a basso reddito dovrebbero privilegiare la migliore soluzione di rete disponibile, in particolare le reti ad altissima capacità come l’Ftth. Espandere questi programmi per coprire fasce di reddito più ampie può avere un impatto positivo sull’adozione della fibra. Tuttavia, riconoscendo che le barriere di reddito spesso si intersecano con i problemi di alfabetizzazione digitale, e dato che i programmi di voucher hanno un impatto solo sul primo, affrontare congiuntamente entrambi gli aspetti è fondamentale per ottenere un impatto duraturo.

Infine, vale la pena sottolineare che le amministrazioni locali possono svolgere un ruolo di promozione dell’adozione della fibra attraverso iniziative di anchor tenancy e di sensibilizzazione. Regole pubblicitarie chiare dovrebbero differenziare le reti in fibra end-to-end dalle alternative, favorendo la comprensione da parte del pubblico. Le comunicazioni dei governi sulla transizione verso le reti ad altissima capacità dovrebbero evidenziare i vantaggi per la popolazione, favorendo la consapevolezza e il sostegno.

L’Italia ha aperto la strada allo scorporo delle reti. La vendita di Netco a Kkr da parte di Tim rappresenta l’operazione più importante. È saltato il deal fra WindTre e Eqt per la creazione di una newco ma è evidente che anche in questo caso l’opzione dello scorporo è stato valutato come determinante. L’addio al modello della telco verticalmente integrata è la strada maestra per consentire agli operatori di recuperare terreno? L’Italia può diventare un benchmark europeo?

L’Ftth Council Europe non raccomanda un modello di business specifico, ma osserva nel dettaglio le caratteristiche con cui gli operatori si approcciano al mercato. Qualche anno fa abbiamo pubblicato un rapporto, prodotto dal nostro Comitato Investitori e intitolato “Guide to successful fiber business models involving and rewarding private financing“, che analizza otto diversi modelli di business praticati da operatori europei e la loro strategia per de-rischiare i loro investimenti e raggiungere i loro obiettivi di business. In tutta Europa, le strutture e le culture dei mercati sono diverse. I rapporti tra Isp e operatori all’ingrosso variano, quindi è difficile affermare che un unico modello debba essere applicato ovunque. La disaggregazione delle reti è chiaramente una tendenza che vediamo in molti mercati, ma non credo che un paese in particolare possa diventare un “punto di riferimento” per il resto d’Europa.

La banda ultralarga satellitare viene considerata da molti la via per chiudere i gap nelle aree periferiche e consentire l’accesso all’Internet veloce da parte di un numero crescente di cittadini: Elon Musk con la costellazione Starlink sta ottenendo già risultati importanti. Può essere questa la strada per raggiungere gli obiettivi europei al 2030?

Il punto fondamentale di questo dibattito è chiarire qual è l’obiettivo finale. Se si pensa al breve termine, per alcuni attori di mercato l’accesso ad internet dovrebbe essere garantito ovunque nei prossimi tre o sei mesi. I responsabili politici, invece, guardano al lungo termine: la sfida è sviluppare un’infrastruttura a prova di futuro che possa garantire resilienza, affidabilità, accesso alla connettività gigabit e un impatto ambientale limitato nel lungo periodo. Attualmente le reti Ftth possono raggiungere 1 Gb/s, ma visti i recenti progressi tecnologici, è realistico affermare che in futuro potremmo raggiungere 25 o 50 Gb/s. All’Ftth Council Europe crediamo che il satelittare non potrà mai eguagliare questo livello di prestazioni. Per questo motivo, la fibra dovrebbe essere la dorsale di comunicazione predefinita per tutti. Dobbiamo fare attenzione a non ricreare aree di connettività non ottimale.

L’accesso wireless fisso o il satellite, per noi, sono una transizione o un’eccezione, almeno in Europa. Se si guarda alla situazione economica e al terreno in Africa, ad esempio, si può ragionevolmente avere un punto di vista molto diverso. Ma se si considera il livello di densità, il livello di sviluppo economico in Europa e la nostra posizione nella competizione internazionale, e ciò che possiamo permetterci di investire, l’industria dovrebbe puntare congiuntamente ad avere la fibra come la soluzione più a prova di futuro, messa a disposizione di ogni cittadino e impresa.

Il 2024 vedrà il rinnovo dei vertici europei: ci sono dossier che è necessario chiudere prima delle elezioni affinché non si rischino ritardi sulla roadmap?

La Commissione europea è stata estremamente attiva nel 2023, soprattutto con il Gigabit infrastructure Act e la Gigabit Connectivity Recommendation. Siamo lieti che il Consiglio e il Parlamento Europeo abbiano raggiunto un compromesso politico sul Gigabit Infrastructure Act, che dovrebbe essere adottato ufficialmente molto presto, prima delle elezioni. Si tratta di un atto legislativo fondamentale per la diffusione dell’Ftth, perché il nuovo regolamento sostituirà l’attuale direttiva sulla riduzione dei costi della banda larga. Per quanto riguarda la Gigabit Connectivity Recommendation, è stata finalmente adottata il 6 febbraio di quest’anno. Riteniamo che sia stato molto tempestivo. Questo segnale sarà molto forte affinché la nuova Commissione Europea, che si formerà dopo le elezioni europee, continui a impegnarsi su questo tema cruciale, ad esempio attraverso un’eventuale futura legge sulle reti digitali. In particolare, la questione di come aumentare l’adozione dell’Ftth a livello di abbonati è un aspetto su cui sia gli operatori che i politici dovranno concentrarsi sempre di più.

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