C’è molto di “politico”, ormai, anche nella realizzazione dell’infrastruttura digitale. E i cavi sottomarini per portare la connettività nei paesi emergenti sono uno dei terreni di scontro della tech war globale. Per questo, secondo quanto anticipa il Nikkei, i ministri del digitale e della tecnologia del G7 adotteranno nel fine settimana un piano per la costruzione di una rete di cavi di comunicazione sottomarini che servirà con la banda ultralarga i paesi in via di sviluppo ed emergenti. Lo scopo è rispondere alla necessità di un’infrastruttura digitale che sia “globale, libera e aperta”.
I ministri del G7 adotteranno un piano d’azione e una dichiarazione congiunta e lavoreranno insieme alla Banca mondiale, all’Unione internazionale delle telecomunicazioni (Itu) e agli operatori di telecomunicazioni del settore privato per realizzare la rete in fibra sottomarina per i mercati emergenti. Le nazioni del G7 e le istituzioni internazionali forniranno finanziamenti per progetti di cavi subacquei che non sono stati in grado di ricevere investimenti sufficienti dal settore privato.
I cavi sottomarini sul tavolo del G7
L’espansione e il controllo delle linee di telecomunicazione sottomarine è uno dei teatri emergenti del confronto strategico tra le maggiori potenze mondiali. Nikkei ricorda che lo scorso anno il Senegal è stato collegato a Capo Verde tramite un’arteria di telecomunicazioni sottomarina realizzata da Hmn Technologies, ex sussidiaria del colosso cinese delle telecomunicazioni Huawei. Capo Verde è uno snodo strategico delle interconnessioni fisiche tra Africa, Europa e America ,eridionale.
La questione delle rotte sicure per i cavi ha assunto ulteriore urgenza a causa dei rischi geopolitici posti dall’invasione russa dell’Ucraina e degli attriti tra Stati Uniti e Cina.
In questo scenario, il G7 darà una risposta alle iniziative di Pechino per guidare le realizzazioni di cavi sottomarini verso i Paesi emergenti, mettendo in campo precise attività. I 7 grandi paesi industrializzati (Canada, Francia, Germania, Giappone, Italia, Regno Unito, Stati Uniti) mostreranno, scrive il Nikkei, la loro “volontà di sostenere le infrastrutture digitali per i paesi emergenti e in via di sviluppo che condividono valori democratici”.
Le reti internet nello scenario della guerra
“È fondamentale rafforzare il coinvolgimento nello sviluppo delle infrastrutture di telecomunicazione per le nazioni in via di sviluppo”, ha detto Takeaki Matsumoto, ministro giapponese per gli affari interni e le comunicazioni, in un’intervista al quotidiano giapponese. “Come nazione ospitante del G7 di quest’anno, intendiamo prendere l’iniziativa su questo tema”.
Lo sviluppo di una rete sicura che aggira la Russia è diventato urgente, secondo la visione che sarà presentata dal Giappone al G7. Ed è fondamentale diversificare le tecnologie usate per le connessioni internet, visti i tanti sabotaggi registrati.
A Taiwan, i cavi Internet che si collegano alle isole sono stati tagliati più volte. Lo scorso autunno, i cavi sottomarini in Scozia e nella città francese di Marsiglia sono stati danneggiati.
I finanziamenti
Un altro motivo di preoccupazione che il G7 dovrebbe affrontare con il previsto piano per la costruzione di una rete di cavi di comunicazione sottomarini verso i paesi emergenti è la carenza di investimenti privati. I consorzi aziendali hanno finanziato circa il 90% dei progetti di cavi sottomarini finora, ma ci sono alcune zone dove i privati non investono, una sorta di aree a fallimento di mercato.
Questo include la soddisfazione di necessità non solo economiche o di strategia geopolitica, ma anche di sicurezza delle popolazioni. Per questo il G7 prevede di sostenere le nazioni in via di sviluppo con un sistema che unisce la comunicazione wireless e i collegamenti via cavo sottomarini per preservare la connettività anche in caso di disastro naturale.
La dichiarazione congiunta di questo fine settimana probabilmente adotterà anche una visione per gli standard di comunicazione di sesta generazione, che dovrebbero arrivare verso la fine del decennio.