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Banda ultralarga, il Mise battezza il Piano per le aree grigie. Bellezza: “Percorso sfidante”

Gli interventi previsti saranno messi nero su bianco nei prossimi giorni nell’ambito di un tavolo tecnico ad hoc. Voucher triennali per “accendere” le nuove reti: coinvolti pmi, scuole e centri impiego

Pubblicato il 17 Lug 2019

banda larga, fibra, ultrabroadband

Il Piano Bul inaugurato dal governo Renzi entra nella seconda fase con il governo 5Stelle-Lega. E dalle aree bianche si passa ora alle aree grigie, le zone “periferiche” tipicamente extra-urbane o a ridosso delle città dove si concentra la maggior parte delle aziende italiane nonché dove sono localizzati i distretti industriali (secondo quanto emerso dalla consultazione pubblica per il 50% dei civici totali presi in esame non sono previsti interventi infrastrutturali da parte delle telco) .

Il Cobul – il Comitato Banda ultralarga – riunitosi oggi sotto la presidenza del ministro per il Sud Barbara Lezzi, ha approvato l’avvio del progetto che punta a interventi di infrastrutturazione mirati in queste aree anche reintegrando le risorse rimodulate del piano operativo nazionale imprese e competitività in linea con quanto già deciso nella riunione di agosto 2018

e parallelamente ha dato il disco verde all’erogazione di voucher per stimolare la domanda di fibra da parte degli italiani e quindi per “accendere” le reti in via di realizzazione grazie ai bandi pubblici Infratel aggiudicati ad Open Fiber. Secondo quanto risulta a Corcom i voucher saranno triennali e saranno destinati a Pmi, scuole e centri impiego.

“Nella riunione del Cobul di oggi viene avviato, su impulso del Ministro Di Maio, un percorso sfidante. L’obiettivo è far risalire l’Italia nell’indice Desi, che rileva i progressi compiuti dagli Stati UE, in termini di digitalizzazione, non solo sul fronte delle infrastrutture ma anche in relazione ai servizi digitali per cittadini e imprese, con uno sforzo corale del Paese a tutti i livelli istituzionali”, sottolinea Marco Bellezza, Consigliere giuridico del Ministro Di Maio per le comunicazioni e l’innovazione digitale.

Lo stato di avanzamento dei lavori nella aree bianche

Un tavolo tecnico avrà il compito nei prossimi giorni – annuncia il Mise – di dettagliare gli interventi previsti in vista del confronto con la Commissione Europea. Sullo stato di avanzamento del piano per le aree bianche, avviato nel 2017, è stata inoltre fornita una dettagliata informativa in cui sono stati evidenziati alcuni rallentamenti nella realizzazione delle opere.

Come già evidenziato nei giorni scorsi nel corso di un’interrogazione parlamentare ammontano a 170 i comuni completati, di cui 32 anche di punto di consegna neutro (Pcn) -ossia dotati degli apparati per il collaudo e la successiva attivazione del servizio. Dei 32 comuni risulta consegnata a Infratel la documentazione per 22 comuni (ma il Concessionario ha 30 giorni di tempo dalla data di fine lavori per la consegna della stessa). E ancora, per 9 dei 22 comuni la documentazione risulta incompleta: per i restanti 13 sono stati effettuati 5 collaudi, di cui 3 negativi e 2 con prescrizioni. Altri 8 sono in corso di programmazione entro una settimana.

Il rallentamento del piano è dovuto in larga misura agli ostacoli di tipo burocratico legati alla permessistica comunale e regionale: secondo quanto emerso dal Cobul è necessario dunque procedere con una semplificazione dei processi autorizzativi.

Il caso Basilicata

Il Comitato ha, infine, affrontato le questioni relative al completamento degli interventi nelle aree bianche per la Regione Basilicata e al ricorso del Governo in merito alla decisione della Ue di non riconoscere l’Iva nelle aree bianche. Riguardo specificamente alla Basilicata, considerati i maggiori costi che la regione deve sostenere per completare gli interventi nelle aree bianche, il Cobul ha deciso che la copertura delle somme eccedenti farà capo ai fondi Fsc della programmazione 2014-2020.

“È necessario accelerare la digitalizzazione del Paese, attraverso la realizzazione di una infrastruttura di rete veloce, efficiente e soprattutto accessibile su tutto il territorio nazionale, da Nord a Sud –  sottolinea il ministro per il Sud Barbara Lezzi -. Con il lancio della seconda fase della Strategia nazionale per la Banda Ultralarga, vogliamo ribadire l’importanza di uno sviluppo tecnologico che si rende necessario per creare finalmente quelle autostrade digitali di cui il Paese ha bisogno”.

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