IL PAPER

Banda ultralarga, il Piano Ue va ripensato. La Ccia: “Il nodo è il take up”

Secondo la Computer & Communications Industry Association gli obiettivi del Digital Decade non potranno essere messi a segno se non si ricalibreranno le iniziative. “Finora la discussione si è concentrata solo sul sostegno al mercato ignorando se vi sia o meno una domanda o un interesse sufficiente da parte dei consumatori”. E bisogna accendere i riflettori sulle tecnologie innovative a partire da connettività satellitare e open ran

Pubblicato il 30 Gen 2024

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L’associazione delle aziende tecnologiche e digitali europee Ccia Europe ha presentato un white paper (SCARICA QUI IL REPORT COMPLETO) in cui invita i politici dell’Ue a guardare a tutte le tecnologie disponibili per raggiungere gli obiettivi di connettività del Decennio digitale dell’Ue per il 2030, anziché concentrarsi su come “salvare” gli incumbent delle tlc. Non solo fibra e 5G, dunque, ma anche satelliti, open ran e cavi sottomarini. E niente fair share, la quota che gli over the top dovrebbero pagare alle telco per far transitare i contenuti sulle loro reti a banda ultra-larga, una proposta fortemente respinta da Ccia.

La Ccia (Computer & communications industry association) afferma di essere impegnata a sostenere l’Europa a raggiungere gli obiettivi del decennio digitale, ma occorre un cambio di paradigma che permetta a tutte le tecnologie e gli stakeholder di competere in base alla domanda effettiva del mercato e, a tal fine, presenta sei proposte concrete.

Il Connectivity package pensa solo alle telco?

Nel prossimo Connectivity package della Commissione europea (atteso per il prossimo mese), i politici dovrebbero adottare un approccio che dia strumenti per crescere all’intero settore della connettività, “piuttosto che scegliere favoriti, vincitori e perdenti”, sostiene Ccia Europe.

L’anno scorso, argomenta l’associazione – che include tra i suoi membri anche le Big tech Amazon, Apple, Google, Meta ed X – la Commissione ha avviato una consultazione sul futuro del settore delle comunicazioni elettroniche dell’Ue. Ciò ha scatenato accesi dibattiti intorno alla proposta di far pagare ai fornitori di contenuti e applicazioni online una quota agli operatori che investono nelle reti tlc.

“L’Europa non dovrebbe correre ciecamente verso obiettivi che potrebbero non essere nemmeno più validi. Ci saranno sempre stakeholder interessati a sostenere che hanno bisogno di più soldi per raggiungere gli obiettivi di connettività”, è la dichiarazione di Daniel Friedlaender, vicepresidente senior e capo di Computer & communications industry association (Ccia) Europe. “Un gestore di strade a pedaggio non vuole investire in corsie vuote che nessuno utilizza. È necessario soddisfare la domanda effettiva dei consumatori per crescere e investire. Piuttosto che discutere su come l’Ue può convincere gli investitori a dare soldi a determinati operatori di telecomunicazioni, dovremmo parlare innanzitutto di come possiamo stimolare la domanda dei consumatori per tutti i servizi di connettività”.

Decennio digitale: le 6 proposte di Ccia Europe

Mentre la discussione ora si concentra su una potenziale revisione importante delle regole per le telecomunicazioni nel 2025, Ccia Europe esorta l’Ue a guardare alle soluzioni tecnologiche del futuro, piuttosto che a quelle del passato. A tal fine il white paper presenta sei proposte concrete su come raggiungere nel modo più efficace gli obiettivi di connettività del 2030.

1. Diversificare l’offerta di banda larga, ad esempio attraverso i satelliti e la tecnologia open ran;

2. Supportare le tecnologie di distribuzione dei contenuti e gli investimenti correlati, ad es. Cdn (content delivery network) e cavi sottomarini;

3. Migliorare la trasparenza e il controllo sui finanziamenti per la connettività europea;

4. Supportare politiche di peering aperte per una connettività Internet più efficiente;

5. Incentivare la domanda dei consumatori per il 5G affinché la costruzione della rete sia guidata dal mercato

6. Garantire la sostenibilità delle reti, in linea con gli obiettivi verdi dell’Ue.

“L’Ue dovrebbe fare un passo indietro e ripensare a come raggiungere i suoi obiettivi del decennio digitale nel modo più efficiente ed economicamente vantaggioso”, secondo Friedlaender. “La discussione fino ad oggi si è concentrata sul sostegno solo di una parte di un settore molto più ampio e ha ignorato se vi sia o meno una domanda o un interesse sufficienti da parte dei consumatori”.

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