“In caso di disallineamento tra effettivo progresso dei lavori e scadenza finale del Piano (settembre 2024), andranno definiti i necessari interventi correttivi anche sul fronte della scarsità di manodopera specializzata e adottato un nuovo cronoprogramma che garantisca la chiusura dei lavori in tempi celeri, con un controllo serrato sul rispetto delle nuove scadenze da parte di tutti i soggetti coinvolti”: queste le raccomandazioni della Corte del Conti a seguito della mappatura dell’andamento dei cantieri nelle aree bianche.
Secondo quanto rileva il Collegio del controllo nell’analisi approvata con la delibera 4/2024/CCC (QUI IL DOCUMENTO) il ritardo è sensibile” e si registrano “una dilatazione dei tempi medi delle fasi procedurali e uno spostamento in avanti della concreta attuazione rispetto alle scadenze originarie”.
A fine 2023 in Ftth il 54% del target finale
Nel ricordare che il Piano – sotto il controllo del Mimit e finanziato prevalentemente con i fondi strutturali europei Fesr e Feasr, nonché con il fondo nazionale Fsc – interessa 7.413 comuni italiani, con la copertura di circa 6.300.000 unità immobiliari in tecnologia Fiber To The Home, 2.100.000 con tecnologia Fixed Wireless Access (Fwa) e 29.895 tra sedi di pubbliche amministrazioni e aree industriali, la Corte evidenzia che a fine 2023 risultano coperte in Ftth circa 3,4 milioni di abitazioni (il 54% del target finale) e 18.616 sedi di PA e aree industriali (il 62%), oltre a 437.000 unità immobiliari in fase di collaudo (7%) e più di 2,2 milioni in fase di lavorazione (36%). Meno positivi i dati emersi sugli investimenti di rete Fwa che – spiegano i giudici contabili – vanno interpretati con cautela in virtù della tipologia di architettura Fwa.
Si riducono i margini per ulteriori iniziative
“I ritardi registrati finora sono stati governati con il ricorso all’istituto delle penali che, a fine 2023, risultano applicate per un importo complessivo di 54,6 milioni di euro. Una cifra per la quale emerge su alcuni lotti – evidenzia la magistratura contabile – la riduzione dei margini per ricorrere a ulteriori iniziative, anche in virtù dell’attuale assetto contrattuale”.