Parte da Mugnano di Napoli il “cantiere” nazionale di Open Fiber per le aree grigie nell’ambito delle gare Infratel del Piano Italia a 1 Giga in cui la wholesale company guidata da Mario Rossetti è risultata prima con 8 lotti portati a casa (6 quelli di Tim a cui si aggiunge quello del Trentino Alto Adige, aggiudicato in fase successiva).
Via ai cantieri Open Fiber sul territorio nazionale
Il comune campano fa da apripista ma è lunga la lista dei lavori al via nei prossimi giorni. In settimana si parte nel comune di Isola delle Femmine in provincia di Palermo e nelle città di Verona e Pordenone. E nel mese di ottobre gli interventi riguarderanno i comuni siciliani di Belmonte Mezzagno, Villabate e Gravina di Catania, Giovinazzo in Puglia, Arese e Rozzano in Lombardia, Treviso e Spinea in Veneto, Tavagnacco in Friuli-Venezia Giulia, Santa Marinella in provincia di Roma e Camaiore in Toscana.
La roadmap nelle aree grigie: 3.881 comuni in 9 regioni
Open Fiber si è aggiudicata complessivamente 8 lotti in gara, per un totale di 3.881 comuni in 9 regioni: Campania, Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Puglia, Sicilia, Toscana e Veneto. Il piano prevede la realizzazione di reti ad alta velocità con una copertura di circa 3,3 milioni di unità immobiliari.
Obiettivo: 25 milioni di unità immobiliari
Con oltre 14.5 milioni di unità immobiliari già connesse con l’ultrabroadband, Open Fiber è il principale operatore italiano Ftth e tra i leader in Europa. L’azienda punta a coprire circa 25 milioni di unità immobiliari, pari al 94% dei comuni italiani. Il piano complessivo di Open Fiber, tra investimento privato e pubblico, vale oltre 15 miliardi di euro – di cui 4 già impiegati dal 2017 e ulteriori 11 stanziati per il periodo 2022-2031. Ad oggi, la connettività ultraveloce sulla rete realizzata da Open Fiber è disponibile in 220 città e oltre 4100 piccoli comuni.
La fibra pilastro dell’ecosostenibilità
Nei giorni scorsi in un intervento su Corcom, il Direttore Relazioni esterne della wholesale company Andrea Falessi ha acceso i riflettori sul ruolo determinante della fibra nell’ambito delle politiche nazionale di ecosostenibilità.
“Grazie alle reti in fibra Open Fiber può fornire un contributo concreto agli obiettivi di sostenibilità traguardando numerosi SDGs (Sustainable Development Goals), i 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile al 2030 delle Nazioni Unite”. Citando uno studio di Carbon Smart Falessi evidenzia che l’estrazione di 2 kg di rame genera circa 1000 kg di CO2, un dato allarmante se si considera che per la produzione di un cavo in fibra di lunghezza equivalente si emettono appena 0,06 kg di CO2.