L’INTERVISTA

Banda ultralarga, parte la sfida 10 Gb/s. Fogli, Adtran: “La tecnologia Combo Pon chiave di volta”

Secondo le stime dell’azienda la nuova interfaccia che abilita i 10Gb/s, può anche allungare la vita utile dei servizi Ftth esistenti di più di due anni, favorendo il ritorno sugli investimenti fatti. “Ma bisogna puntare su soluzioni scalabili e modulari in grado di garantire efficienza anche nelle aree a bassa densità”

Pubblicato il 04 Apr 2022

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Obiettivo 10 Gigabit al secondo. È questo il milestone prossimo venturo per le telco. Le sperimentazioni sono già partite e la sfida multi-gigabit può considerarsi avviata a livello europeo, Italia inclusa. Ma l’upgrade della connettività non è questione da poco: aumentare le prestazioni significa “migrare” a tecnologie sempre più performanti a fronte di investimenti anch’essi in aumento. Il tutto in un mercato, quello delle Tlc, in forte sofferenza sul fronte dei ricavi e soprattutto dei margini. Eppure una strada esiste e parla il linguaggio del Combo Pon. “È la tecnologia che permette la massima flessibilità con il minimo investimento sulla strada verso il 10Gb/s”, spiega a CorCom Stefano Fogli, Business Development Director di Adtran, azienda statunitense operativa nel mercato della fibra ottica end-to-end, e in particolare delle soluzioni di accesso fisso. Ma partiamo dallo stato dell’arte per capire come si sta evolvendo lo scenario.

Fogli, come stanno le cose ad oggi?

Da più di un anno sono state lanciate in Europa e in Italia offerte Ftth multi-gigabit, cioè con velocità massima oltre il gigabit, fino a 2,5Gb/s e oltre. Per le imprese, specie quelle medie e grandi, questa crescita corrisponde a un chiaro bisogno di utilizzare massivamente applicazioni che fanno sempre più affidamento sul cloud, con una particolare attenzione alla banda simmetrica. Invece per gli utenti residenziali, specialmente per quelli che hanno già una buona connessione Ftth, sarebbe prioritario migliorare la potenza e la copertura del wi-fi casalingo, piuttosto che cercare una velocità massima che non possono ancora sfruttare appieno. Dobbiamo però considerare che per molti utenti residenziali la massima velocità in downstream è ancora, e di gran lunga, il parametro più rilevante della connessione broadband, quello più legato alla performance. Gli operatori che hanno lanciato servizi multigigabit residenziali fanno proprio leva su questo punto per differenziarsi, proponendo loro connessioni con prestazioni future-proof.

L’esperienza ci insegna che quando uno o più operatori pionieri spostano più in alto l’asticella della velocità di connessione, poi l’intero mercato si adegua. C’è da aspettarsi, quindi, che prima o poi tutti gli operatori del nostro Paese passino al multigigabit. E ognuno ci arriverà seguendo la propria strategia e con i propri tempi.

Quali sono le tecnologie di accesso che meglio rispondono all’incremento di banda?

Per arrivare ai 2,5Gb/s di capacità è sufficiente sfruttare al massimo la tecnologia Gpon, fin qui utilizzata per “accendere” le connessioni Ftth. La Gpon, oltre non poter superare i 2,5Gb/s, è asimmetrica (2,5Gb/s downstream e 1,25Gb/s upstream). Invece la tecnologia Xgspon che permette di raggiungere i 10Gb/s di capacità è anche simmetrica (10Gb/s downstream e upstream), ed è anche per questo che i più importanti analisti prevedono che sarà proprio questa la tecnologia di riferimento Ftth per gli anni a venire, sia sul segmento business sia sul residenziale.

Per poter assecondare le diverse strategie degli operatori – che per esempio potrebbero prevedere un premium price per Xgspon – è fondamentale permettere un’adozione graduale di questa tecnologia, facendo leva quanto più possibile sugli investimenti già compiuti per il Gpon. Fortunatamente ciò è possibile, perché Gpon e Xgspon hanno molti tratti comuni che consentono la massima sinergia. Da questo principio nasce l’interfaccia “Combo Pon” che trasmette in parallelo sia Gpon sia Xgspon su una singola fibra, e su di un’infrastruttura in fibra che è esattamente la stessa dispiegata oggi. È solo la terminazione a casa del cliente (Ont) a cambiare, e a determinare se quel cliente riceverà un servizio su Gpon o su Xgspon.

La tecnologia Combo Pon insomma permette la massima flessibilità con il minimo investimento, sulla strada verso il 10Gb/s.

Quindi il Gpon avrebbe i giorni contati?

No, semmai il contrario. La Combo Pon permette all’operatore di offrire contemporaneamente sulla stessa infrastruttura servizi ad alta capacità su Gpon e ad altissima capacità su Xgspon. Così facendo i clienti che passeranno su Xgspon saranno proprio quelli che su Gpon consumavano più banda e ai quali il 2,5Gb/s stava stretto. Una volta che questi clienti saranno migrati sul servizio a capacità superiore, quelli rimasti sulla Gpon la troveranno molto più libera e disponibile per il loro traffico. In Adtran abbiamo calcolato che installare la Combo Pon possa allungare la vita utile dei servizi su Gpon di più di due anni favorendo il ritorno sugli investimenti fatti. Anche per questo i principali analisti prevedono che saranno proprio le interfacce Combo Pon a rappresentare la modalità più comune con cui si forniranno i servizi Xgspon.

Come si può passare all’azione? C’è un modello operativo di riferimento?

Avere una soluzione scalabile è sicuramente l’aspetto più importante. Ogni operatore avrà un proprio piano di copertura, e inoltre all’interno di ogni Combo Pon avrà luogo una migrazione graduale degli utenti verso il servizio a più alta capacità, il che comporta che la banda per utente dovrà crescere continuamente. Quindi ciò significa che la soluzione scelta deve permettere una crescita illimitata delle interfacce Combo Pon, nonché una crescita graduale della capacità in uplink e, per gli operatori wholesale, la crescita illimitata delle interfacce Ethernet preposte allo scopo. L’ideale è quindi poter utilizzare una soluzione di accesso di tipo disaggregato, che non necessiti di un subtelaio, fattore che limita la scalabilità. L’adozione dell’architettura disaggregata consente in modo ottimizzato la futura introduzione dei prossimi standard Pon, come G.Hsp, uno standard Pon a 50 Gb/s attualmente in fase di finalizzazione.

Un secondo aspetto è rappresentato dalla flessibilità: visto che questi servizi dovranno essere portati in aree suburbane e in prospettiva anche su quelle rurali, è molto importante che la soluzione scelta abbia la modularità giusta per poter coprire in modo efficiente anche le aree a più bassa densità. Per questo è fondamentale che la soluzione scelta supporti una molteplicità di tipologie di rete: a stella, ad anello, e in daisy-chain, con la possibilità di aggregare il traffico dove più conviene. Anche su questo aspetto la soluzione disaggregata, nativamente modulare e senza parti comuni, ha una marcia in più.

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