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Banda ultralarga, Patuanelli: “Accelerare nelle aree bianche”

Il ministro per lo Sviluppo economico: “Siamo indietro rispetto alle previsioni. Ma nel 2020 decisiva accelerazione dei cantieri”. Lavori in ulteriori 1465 Comuni e con una previsione di collaudi in almeno altri 900. E sul 5G: “La nostra normativa la più completa nella Ue”

Pubblicato il 28 Gen 2020

stefano-patuanelli

Accelerare gli interventi per la fibra sulle aree bianche. In audizione davanti alla Commissione Lavori Pubblici del Senato sulle linee guida programmatiche nelle comunicazioni il ministro Stefano Patuanelli accende i riflettori sui ritardi sul piano banda ultralrga. “Riteniamo che la digitalizzazione del Paese passi per un’infrastruttura che garantisca i gigabyte – ha spiegato – Per arrivare a questo obiettivo è necessario accelerare gli interventi nelle aree bianche, cosa che oggettivamente è in fase troppo arretrata rispetto alle previsioni. Il Piano avrebbe dovuto essere implementato fino all’80% entro il 2020, ma se arriveremo al 40% saremmo già autori di un’accelerazione forte perché oggi solo 80 comuni sono stati collaudati su oltre 6 mila”.

“Dal punto di vista delle aree grigie e nere, le risorse poste in campo per il voucher sono ingenti – ha concluso – Forse andranno implementate ma riteniamo che questo primo passaggio sia già un ottimo viatico per raggiungere l’obiettivo di garantire a pmi, famiglie centri per l’impiego e e tutto il sistema scolastico di poter avere una connessione su banda ultralarga”.

Nell’ultima riunione del Cobul, presieduta dalla ministra dell’Innovazione Paola Pisano, si è deciso di lanciare la gara sulle aree grigie entro l’estate.

Sul 5G Patuanelli ha posto l’accento sulla normativa italiana relativa alla cybersecurity. “Abbiamo la normativa riferimento in Europa sul tema della sicurezza cibernetica – ha ricordato il ministro – La nostra normativa è la più completa, anche gli Usa ce ne hanno dato atto”.

“E’ precisa e impegnativa per garantire la sicurezza nazionale nell’installazione delle reti 5G – ha sottolineato – Ciò detto, crediamo che sia possibile tenere assieme sia l’esigenza di tutelare al massimo la sicurezza nazionale quanto quella di garantire agli operatori privati di avere accesso a tutte le forniture anche nel paese extra Ue. Certo non mi sfugge che il tema rispetto al perimetro di sicurezza nazionale e cybersecurity sul tema del 5G sia un tema che riguarda il nostro Paese ma in generale anche gli altri Paesi”.

Le preoccupazioni dei Comuni montani

“Apprendo con preoccupazione che il Ministro Patuanelli è preoccupato quanto Uncem, quanto noi, quanto tutti i Sindaci dei Comuni delle ‘aree bianche’ per il ritardo nell’attuazione del Piano banda ultralarga”, ha detto il presidente Marco Bussone. 
“Non ci siamo. Infratel con i nuovi vertici nominati qualche giorno fa intervenga – sottolinea Bussone – Abbiamo ancora gravi problemi di autorizzazione, mancanti e con istituzioni latitanti da 18 mesi. Vi è il problema degli appalti e dei subappalti, con ditte che non lavorano in modo adegauto. E abbiamo il problema mai considerato dal piano, legato alla neve e ai mesi dell’anno nei quali tagliare le strade nei Comuni montani è impossibile. I Comuni subiscono questi ritardi. Il cronoprogramma di due anni fa è completamente saltato. Per la montagna, comunità, cittadini, imprese, i ritardi sono gravissimi. Abbiamo già visto perdere troppo tempo. Mise, Infratel, Open Fiber e Regioni mettano in moto urgentemente una task force per superare drammatiche criticità nella gestione del Piano banda ultralarga”.

Lo stato dell’arte

“Al 31 dicembre 2019 su 9 milioni di unità immobiliari previste a fine piano (per la banda ultralarga; Ndr) – ha detto il ministro – Il concessionario ha connesso circa 2,2 milioni di unità immobiliari. Il dato peggiore è quello che riguarda i comuni completati, che sono pari a 424 di 6.237 previsti dal Piano, di cui solo 103 collaudabili e solo 80 collaudati. Penso che questi sono dati che si commentano da soli”.

“Nel 2020 Open Fiber intende imprimere una decisiva accelerazione allo sviluppo dei cantieri con la previsione di avviare i lavori in ulteriori 1465 comuni e con una previsione di collaudi effettuati in almeno altri 900 comuni”, ha aggiunto Patuanelli. Con riferimento ai 668 comuni dove gli interventi sono svolti da Infratel, il ministro ha fatto sapere l’intervento è stato completato nel 78% dei comuni, con 496 collaudi effettuati e 26 in fase di collaudo.

L’allarme dell’Anci

La lentezza nel roll out del Piano Bul è stata denunciata anche da Anci Piemonte, in un’interrogazione al ministro Patuanelli, che porta la firma di Flavio Gastaldi, deputato della Lega e sindaco di Genola (Cn). “Nonostante se ne parli dal 2015, i lavori per la posa della Banda Ultra Larga sono praticamente fermi. Di questo passo il Piemonte rischia di perdere 40 mln di fondi europei, siamo seriamente preoccupati – si legge nell’interrogazione –  “Nonostante il piano coinvolga 1206 Comuni in tutto il Piemonte – spiega Gastaldi – ad oggi il piano Bul ha raggiunto soltanto 122 centri urbani, mentre risultano sospesi 141 cantieri e sono 667 i Comuni che dovrebbero essere cablati nel corso del 2020”. Numeri allarmanti, soprattutto se analizzati alla luce di una ricerca dell’università di Padova, “secondo la quale – spiega Gastaldi – il 42,3 per cento degli italiani sarebbe disposto a lasciare il proprio Paese per disporre di una migliore connettività e accessibilità a internet. Sulla questione Gastaldi ha in programma un incontro tra Anci e Open Fiber.

Sulla stessa lunghezza d’onda il vicepresidente all’Innovazione di Anci Piemonte, Michele Pianetta. “Il divario digitale continua a rappresentare un’emergenza per i centri montani e per le zone marginali – sottolinea Pianetta – Il governo ci dica quali iniziative intende intraprendere per accelerare l’esecuzione dei lavori, dato che in
Piemonte sono già stati effettuati investimenti per 284 milioni di euro per garantire una velocità di connessione fino a 1 Giga”.

Il ruolo delle Regioni

In occasione dell’ultima riunione del Cobul, le Regioni hanno chiesto di rafforzare il ruolo degli enti territoriali per imprimere un nuovo impulso operativo al piano nazionale di diffusione Banda ultra larga (Bul),che sta registrando – evidenzial’assessore ai Sistemi informativi del Friuli Venezia Giulia e coordinatore della Commissione speciale Agenda digitale della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, Sebastiano Callariritardi significativi nella fase di copertura delle cosiddette aree bianche: un intervento che doveva essere ultimato entro il 2020 e che invece non si concluderà prima del 2023“.

“Una soluzione per risolvere le criticità registrate – ha proposto nel suo intervento l’assessore del Friuli Venezia Giulia – potrebbe consistere nel ricorso al commissariamento, affidando un incarico urgente ai presidenti delle Regioni interessate per accelerare i processi e le procedure connesse alla fase progettuale e gli ostacoli legati alle procedure di rilascio delle autorizzazioni”.

Un ruolo più incisivo delle amministrazioni regionali è stato suggerito dall’assessore Callari anche per definire i criteri di ripartizione dei voucher, misure studiate per incentivare la domanda di rete che il ministero per lo Sviluppo economico intende destinare in via prioritaria a quattro soggetti: scuole, centri per l’impiego, imprese con meno di 250 dipendenti e famiglie.

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