IL REPORT UE

Banda ultralarga, per l’Italia probabilità medio-alta di raggiungere i target



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Ma siamo in ritardo sul download fino a 1 Gbps per tutte le famiglie. È quanto emerge dalla ricognizione sui Piani dei 27 Stati membri per mappare lo stato di avanzamento delle strategie Gigabit Society 2025 e Digital Decade 2030. In Europa persistono le difficoltà: ancora troppo bassi i collegamenti in modalità Fttp e i livelli di take up. Bisogna aumentare gli investimenti e c’è da sciogliere il nodo dei costi elevati per portare la fibra nelle aree rurali e periferiche

Pubblicato il 26 apr 2024



Gigabit society

Ci sono probabilità medio-alte per l’Italia di raggiungere gli obiettivi di connettività a banda ultra-larga dei piani europei Gigabit society 2025 e Digital decade 2030. Secondo una valutazione condotta dalla Commissione europea (SCARICA QUI IL REPORT COMPLETO), il nostro Paese si colloca più o meno a metà della classifica tra i Paesi dell’Ue27, in linea con la maggior parte dei membri dell’Ue, per i quali la probabilità di raggiungere il target “Accesso a 1 Gbps (download/upload) per tutte le scuole, gli hub del trasporto, i principali fornitori di servizi pubblici e le imprese ad alta intensità digitale” sono alte (come per l’Italia) o medie. Quattro Paesi, forse a sorpresa, hanno una “probabilità bassa”: Austria, Germania, Belgio e Grecia.

Ma anche l’Italia deve migliorare: per noi la probabilità è bassa relativamente all’obiettivo di “Accesso a velocità di download di almeno 100 Mbps con possibilità di upgrade a 1 Gbps per tutte le famiglie” – un target, come il precedente, che rientra nel piano Gigabit Society 2025 e che la Commissione europea riconosce come “più problematico” per molti Paesi-membro e su cui solo sei (Ungheria, Lettonia, Lussemburgo, Malta, Portogallo e Romania) hanno una “probabilità alta” di successo.

In generale, nonostante gli ambiziosi piani nazionali per la banda larga e i cospicui investimenti in infrastruttura broadband, probabilmente la maggior parte degli Stati membri non riuscirà a raggiungere gli obiettivi di connettività per il 2025, mentre la Commissione è più ottimista sui target del decennio digitale.

Italia e reti Gigabit: target più vicini

Le valutazioni dello studio si basano sugli indici di connettività e adozione del Desi 2023 e sull’implementazione teorica e pratica dei Piani nazionali per la banda larga.

L’Italia è ben posizionata sul parametro di connettività mobile “Copertura 5G senza interruzione per tutte le aree urbane e le principali strade e tratte ferroviarie” – un obiettivo della Gigabit Society 2025 su cui la maggior parte dei Paesi membri, tra cui il nostro, sono giudicati ad alta probabilità di raggiungimento.

Inoltre, è medio-alta la nostra probabilità di centrare l’obiettivo del Digital secade 2030 della connettività gigabit per tutti e 5G in tutte le aree più popolose – un target su cui sedici Paesi dell’Ue hanno probabilità alte e in cui le prospettive generali sono giudicate da Bruxelles buone, grazie agli investimenti in corso sia pubblici che privati.

La Danimarca, il Lussemburgo, la Lettonia, l’Ungheria e il Portogallo hanno una valutazione alta su tutti e quattro i parametri. Malta li ha già raggiunti tutti.

Decennio digitale: progressi e sfide italiane

In Italia la copertura della banda ultra-larga fissa (reti ad altissima capacità Vhcn) è del 53,7% delle famiglie, contro la media Ue del 73,42%, ma in aumento del 20% dal 2021. La copertura della fibra Fttp è 53,7% delle famiglie e si avvicina alla media Ue del 56,5%. L’adozione (take up) della banda larga ad almeno 1 Gbps è al 13,45%, anche qui vicina alla media Ue e in crescita del 9,2% rispetto al Desi 2021.

Restano alcune sfide: dobbiamo crescere sulla copertura delle reti Vchn e semplificare le procedure amministrative e il coordinamento tra enti nel processo di installazione dell’infrastruttura per la banda larga, si legge nel report. Le caratteristiche della topografia italiana non aiutano (presenza di catene montuose e piccoli paesi relativamente isolati), ma dobbiamo agire sulla diffusione delle competenze digitali (46% della popolazione) e l’utilizzo di internet (83% della popolazione).

Inoltre, l’Italia soffre di un divario considerevole tra la copertura urbana e delle aree rurali: solo il 26% di queste ultime è raggiunto dalle reti ultra-veloci.

I Paesi Ue devono essere più ambiziosi sugli obiettivi 2030

Il ritardo dell’Europa sulla Gigabit society 2025 preoccupa Bruxelles. Nel report si legge che, se non vogliamo restare indietro a livello globale, dobbiamo premere l’acceleratore sulla diffusione della banda ultra-larga. La copertura con reti gigabit e l’uso dei servizi internet è cruciale per lo sviluppo e la competitività economica europea, nonché per la coesione sociale. Di qui l’invito agli Stati membri a fornire appropriati incentivi e strumenti per aumentare gli investimenti e l’esortazione alle imprese locali e all’industria digitale a usare questi strumenti in modo efficiente.

I Paesi membri possono senz’altro proseguire con le misure esistenti che si sono già rivelate positive, ma devono alzare il livello delle loro ambizioni, concentrandosi sugli obiettivi al 2030.

Alcuni trend in atto sono positivi; in particolare, la domanda per una connettività ultra-veloce è alta e ciò potrà portare con sé un aumento della copertura e dell’adozione. Molti Paesi stanno dando incentivi ai mercati Vhcn e Fttx nelle aree rurali, sia con aiuti di Stato che con la cooperazione cross-settoriale e l’aggregazione della domanda, dove è fondamentale il ruolo degli attori locali e dei Broadband competence centre (Bco).

La roadmap dell’Europa: accelerare su fibra e 5G standalone

Il report illustra, punto per punto, come i Paesi membri possono avanzare più speditamente sugli obiettivi di copertura e adozione della banda ultra-larga. Riguardo all’obiettivo della Gibabit society 2025 per l’accesso a 1 Gbps per le scuole, i trasporti, pubblici servizi e imprese altamente digitalizzate, la Commissione nota che la domanda da parte delle aziende e degli enti pubblici è molto importante, perché traina quella delle piccole imprese e delle famiglie: accedendo ai benefici dell’ultra-broadband nelle scuole, nelle stazioni o in aeroporto, per esempio, gli utenti sono stimolati a chiedere la stessa qualità di accesso a casa. Ciò dà più certezza agli investimenti degli operatori anche nelle aree meno popolose e alimenta un circolo virtuoso. È, dunque, su questi ampi benefici a cascata di natura socio-economica che i Paesi si devono concentrare.

Un altro elemento evidenziato dal report è che, benché in molti Paesi si investa in reti in fibra per la connettività gigabit, alcuni di questi Paesi ancora dipendono da tecnologie che non garantiscono la qualità della connessione né la possibilità di un upgrade da 100 Mbps a 1 Gbps (un altro obiettivo del piano Gigabit society).

Riguardo al target per il 5G, le prospettive sono buone per quel che riguarda la connettività base e i ritmi del roll-out commerciale, ma la Commissione sottolinea il ritardo nell’implementazione e take up dei sistemi 5G standalone.

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