L'INTERVENTO

Banda ultralarga, Piergiovanni: “Manca manodopera e costi proibitivi per le imprese”

Il presidente di Anie Sit evidenzia serie difficoltà soprattutto in alcune regioni per i cantieri legati al Pnrr. Decreto flussi: i tempi medi necessari alla messa in servizio dei lavoratori sono di circa 8 mesi dalla data del click day e di 4 mesi dall’ingresso in Italia. Circa 20.000 euro a risorsa per le spese amministrative e formative, 65.000 per le dotazioni necessarie

Pubblicato il 06 Set 2023

Luigi Piergiovanni

Presidente Anie Sit

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La situazione relativa alla carenza di manodopera specializzata nei cantieri dedicati alla realizzazione della rete a banda ultralarga e legati al Pnrr rimane particolarmente critica, con situazioni decisamente allarmanti in alcune regioni d’ Italia.

Ridurre il divario domanda-offerta

Il tavolo di lavoro permanente, promosso dal Dipartimento per la transizione digitale, che coinvolge istituzioni, associazioni di categoria ed operatori aggiudicatari, prosegue l’attività per affrontare questo ostacolo critico. L’obiettivo è ridurre il divario tra domanda ed offerta di manodopera specializzata, promuovendo momenti di incontro e riflessione per definire possibili azioni che stimolino l’incremento di risorse operative, accelerino il roll out della rete e assicurino, di conseguenza, il rispetto dei traguardi di progetto.

Il decreto flussi

Tra le soluzioni individuate, una delle più rilevanti è stata l’inclusione del settore delle telecomunicazioni all’interno del decreto flussi. Questa azione mira  a favorire e semplificare  le procedure necessarie per la ricerca e accoglienza di lavoratori stranieri sul territorio nazionale, alleggerendo così gli oneri burocratici La possibilità di utilizzare manodopera estera sul territorio nazionale resta una delle soluzioni più plausibili  per affrontare l’attuale l’incremento della domanda della forza lavoro necessaria, come condiviso anche  durante il recente convegno sul tema “Reti ultraveloci: sfide e opportunità nella regione Sardegna”. Abbiamo già avuto modo di analizzare luci e- ombre di questo provvedimento, segnalando la difficoltà da parte delle imprese di costruzione di reti di telecomunicazioni nell’applicare il decreto in maniera massiva.

Gli ostacoli sul cammino

L’ostacolo principale è rappresentato dalla condivisione delle numeriche con settori  che hanno maggiore familiarità con l’utilizzo di questi strumenti, ma anche  dalla difficoltà di eseguire la selezione di personale specializzato e la gestione della documentazione in tempi ridotti rispetto a quelli necessari. Nonostante ciò, riteniamo che ci siano gli elementi per una prima analisi approfondita dell’esperienza vissuta.

Quanto dichiarato è frutto dell’analisi di  64 operai specializzati in lavori di scavo, posa cavi e giunzione della fibra ottica arrivati in Italia  grazie al decreto flussi e, più precisamente, con l’applicazione del 27 marzo del 2023, e destinati alle aree più critiche del paese come ad esempio la Sardegna. Ora, dopo qualche mese dal loro ingresso nel nostro paese, siamo in grado di condividere i dettagli degli adempimenti ed dei costi necessari all’ingresso in cantiere e della loro integrazione nel processo produttivo.

Come funziona la selezione delle risorse per i cantieri

Le fasi del processo relative alla messa in cantiere delle risorse iniziano con la fase di selezione dei candidati, la preparazione della documentazione e gli adempimenti amministrativi, incluso il coordinamento con le ambasciate per le autorizzazioni necessarie. Una volta terminata la fase propedeutica è necessario gestire la fase di viaggio e prima accoglienza, che viene poi seguita dal percorso formativo, che prevede corsi di lingua italiana, Health & Safety, e corsi connessi alle procedure operative specifiche. Una volta terminati i percorsi formativi, le risorse possono entrare in cantiere, dove iniziano una fase di formazione on the job per poi diventare operative autonomamente. Le risorse vanno ovviamente equipaggiate con tutte l’attrezzatura ed i mezzi necessari per svolgere le loro mansioni.

In alcuni casi, la presenza di mediatori culturali è fondamentale, e aspetti apparentemente banali come le abitudini alimentari, diventano fattori determinanti per la buona riuscita dell’operazione e per la capacità di trattenere le risorse sul territorio nazionale.

Ci vogliono mesi per la messa in servizio delle risorse

I tempi medi necessari alla messa in servizio delle risorse sono di circa 8 mesi dalla data del click day e di circa 4 mesi dall’ingresso in Italia. Durante questo periodo, le imprese sostengono costi senza ancora generare ricavi. Tali costi includono circa 20.000 euro a risorsa per le spese amministrative e formative, e circa 65.000 euro a risorse per le dotazioni necessarie (attrezzatura e mezzi).

È chiaramente comprensibile che, stimando la produttività media delle risorse e la marginalità ad esse connessa, un tale investimento non può essere sopportato dalle singole imprese senza una corretta campagna di supporto e incentivazione. Come associazione di categoria Anie Sit ha in più occasioni promosso e richiesto una campagna mirata a garantire il successo di tale approccio. Siamo altresì disponibili a supportare le istituzioni condividendo i nostri studi e modelli di calcolo, con il fine di poter applicare lo strumento flussi in una modalità più massiva e sostenibile in futuro.

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