OPEN FIBER

Pompei: “Open Fiber sarà un successo industriale. Ma anche finanziario”

L’ad della società controllata da Enel e Cdp: “Elevato interesse del mercato. Il finanziamento della realizzazione della rete in fibra sarà una delle più grandi operazioni di project financing in questo momento in Europa”

Pubblicato il 17 Mag 2017

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Open Fiber sarà non solo un successo industriale, ma anche finanziario. Lo dice Tommaso Pompei, ad della società controllata da Enel e Cdp. L’interesse del mercato è elevato, dice il numero uno in un’intervista al Sole 24 Ore. “L’operazione sarà distribuita sui mercati internazionali, ma nel consorzio ci saranno anche le banche italiane – dice -. Non siamo interessati a chiudere in fretta il finanziamento, ma a costruire un’operazione di mercato di successo che nel medio periodo prepari anche il terreno a una quotazione”. La controffensiva di Telecom non ha impattato sull’interesse del mercato. “Questo è un progetto talmente semplice da un punto di vista finanziario, talmente modulabile che non ci sono problemi di paletti. Tra l’altro ha tutte le caratteristiche per essere finanziato anche dalla Bei, con cui stiamo approfondendo le caratteristiche dell’operazione. Quando partiremo penso che anche loro saranno a bordo con una quota significativa, sia con finanziamento che garanzie. Il prodotto sarà di lunga durata e assicurerà un rendimento molto soddisfacente. Stiamo creando una nuova asset class e pensiamo che ci possa essere un mercato aperto anche a investitori meno tradizionali, come fondi di investimento e fondi pensione che possano a loro volta comprare quote di questo debito dalle banche. Il consorzio avrà una presenza preponderante di istituti internazionali, ma saranno rappresentate anche le banche italiane”.

Potrebbe essere già entro giugno la firma della concessione a Open Fiber per le aree a fallimento di mercato, C e D. “La prima gara – dice Pompei – prevede 4,5 milioni di unità immobiliari in 3/4 anni. Per la seconda gara stiamo aspettando l’aggiudicazione, che dovrebbe essere a fine maggio. Sono 10 regioni per altre 4,5 milioni di unità immobiliari. In Open Fiber lavorano già 350 persone, contiamo di raddoppiare entro fine anno e di arrivare a regime a 1.500 persone. L’intero comparto, poi, vedrà aumentare la forza lavoro nei prossimi anni di 15 mila unità”.

Sul fronte amministrativo Open Fiber utilizzerà, per l’intero territorio nazionale, “l’offerta di riferimento di e-Distribuzione (Enel) la cui infrastruttura capillare verrà utilizzata per la realizzazione della rete”. Sono state inoltre firmate convenzioni con i comuni e accordi con le utility locali (aree C e D), “perché vogliamo scavare il meno possibile. Siamo con A2A in Lombardia ad accezione di Milano perché qui abbiamo già la rete Metroweb, con Iren su Torino e Genova, Hera per il Veneto e l’Emilia Romagna, Dolomiti Energia per il Trentino Alto Adige”. Per quanto riguarda Roma c’è in atto un tavolo operativo con Acea: sul territorio “da qualche tempo sono state avviate iniziative sperimentali in alcuni quartieri della città. Abbiamo siglato un accordo preliminare con il vertice precedente, ora aspettiamo di incontrare il nuovo”.

Nel complesso il finanziamento della la realizzazione della rete in fibra “sarà una delle più grandi operazioni di project finance in questo momento in Europa”. Il piano complessivo degli investimenti è dell’ordine di 6,5 miliardi: ritmo di investimenti di un miliardo all’anno per i prossimi sei anni e con l’obiettivo di cablare 19 milioni di unità immobiliari nel Paese. Nel consorzio ci saranno “anche le banche italiane”. Si punta a costruire un’operazione di mercato di successo “che nel medio periodo prepari anche il terreno a una quotazione”.

La priorità ora però è gestire la parte operativa: cablatura, il rapporto con le aziende che realizzano i lavori, la migrazione dei clienti. “Abbiamo già avviato investimenti per un miliardo, che servono per cablare le prime 10 città, coperti sinora dal capitale immesso in OF dopo l’acquisizione di Metroweb (fusione operativa da fine marzo 2017) pari a 712 milioni che si aggiunge a un finanziamento soci, da parte di Enel e Cdp, per 500 milioni concesso a fine 2016”.

Open Fiber parla di un totale attuale di 150mila nuovi clienti, “a cui sono da aggiungere 150 mila clienti su Milano di Fastweb. Dei 150 mila nuovi, circa 70 mila sono ex clienti Telecom e Fastweb. Gli operatori che lavorano con noi non hanno aumentato il prezzo al cliente per la fibra, salvo piccoli aggiustamenti, rispetto al prezzo offerto prima per la connessione in rame. Il nostro target sono 2,7 milioni di nuove case a fine anno, di cui 1,2 milioni ereditati da Metroweb”.

Oltre alla fibra passiva verranno forniti anche servizi di connettività “agli operatori di tlc che vogliono solo rivendere traffico, ma anche a soggetti terzi come le forze di polizia o la stessa Enel. Per rendere possibile i servizi di domotica avanzati, per esempio, come quelli pensati da Enel, serve un fattore abilitante che consenta il passaggio di molti dati: questo è la fibra”.

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