Dopo due anni di impasse lo scorso 14 settembre è stato pubblicato in Gazzetta ufficiale il decreto del ministero dello Sviluppo economico con il Piano nazionale di ripartizione delle frequenze tra 0 e 3000 Ghz. Piano che disciplina l’uso delle bande di frequenze in ambito nazionale. Fra queste ci sono quelle a 60 Ghz considerate da molti operatori fondamentali per spingere la banda ultralarga in Italia.
“La liberalizzazione dei 60 Ghz apre sicuramente un nuovo scenario tecnologico per la connettività fixed wireless a banda larga in Italia: si tratta di una vera svolta nella battaglia per colmare il digital divide”, spiega a CorCom Marco Olivieri, Regional Sales Director Southern Europe di Cambium Networks, azienda che ha portato avanti una dura battaglia per la liberalizzazione di questa banda di frequenze – a giugno scorso l’ultimo della lunga lista di appelli per accelerare sulla roadmap anche e soprattutto tenendo conto degli obiettivi Pnrr sul fronte banda ultalarga.
Olivieri, ci siamo dunque: perché i 60 Ghz sono così importanti e cosa cambia adesso?
Abbiamo implementato questa tecnologia da tempo in tutto il mondo e le nostre installazioni hanno dimostrato che questo tipo di infrastruttura può aumentare notevolmente la disponibilità della banda larga non solo nelle zone rurali, ma anche nelle aree urbane ad alta densità e in quelle industriali. E siamo più che pronti a dimostrare anche in Italia il potenziale di questa tecnologia. Le soluzioni wireless possono offrire velocità all’utente finale da 100 Mbps a 1 Gbps in casa, consentendo ai service provider di offrire servizi simili alla fibra restando competitivi. Va poi considerato che scavare per i servizi in fibra ottica implica costi di realizzazione molto alti, autorizzazioni e tempi lunghi. La liberalizzazione delle frequenze 60 Ghz permette invece un time to market brevissimo e la possibilità di realizzare investimenti proficui anche in aree poco dense attraverso installazioni semplici e poco invasive.
Cambium Networks ha testato i 60 GHz per l’Fwa in Italia, a Roma, nell’unico trial autorizzato al Mise: cosa ha sortito il test in termini di performance?
Lo scopo del Proof of Concept era quello di validare l’utilizzo della nostra tecnologia 60 Ghz cnWave per offre servizi di connettività Gigabit attraverso punti di diffusione a corto corto raggio, entro i 100/150m. Lo studio ha considerato anche un’architettura in cui il nodo di distribuzione cnWave 60 Ghz di distribuzione è connesso al pop in fibra, il secondo nodo di distribuzione è connesso al primo via wireless mesh e contemporaneamente servono i clienti. I test hanno dato esiti assolutamente positivi. In prospettiva, i progetti spazieranno quindi dall’accesso ad alta capacità Gigabit Fwa per i service provider, alle reti Secure City che necessitano di reti performanti e resilienti ai cambiamenti di esigenza di traffico video, alle connessioni building to building, sino alle reti di backhauling per l’accesso dei cittadini ai servizi PA tramite le tecnologie emergenti come Wi-fi 6/6E e future come il wi-fi 7.
Industria 4.0: quali sono i benefici che si potranno ottenere con soluzioni integrate con i 60GHz?
Nei prossimi anni assisteremo a varie implementazioni wireless ibride in contesti aziendali e industriali dove il wi-fi coesisterà con numerose forme di Fixed Wireless Access (Fwa) nei più disparati ambiti applicativi. Le aree applicative sono numerose, dall’hospitality, ai siti produttivi, impianti Oil&Gas, aree portuali e così via. La possibilità di utilizzo dalla banda 60 Ghz consente di gestire grandi quantità di dati su reti performanti e resilienti.
Sul fronte cybersecurity quali implicazioni ci sono?
Con l’aumento della complessità delle reti l’esigenza di sicurezza è un aspetto cruciale, specialmente in questo periodo storico, in cui gli attacchi sono all’ordine del giorno. Per risolvere questi problemi, noi ci siamo focalizzati su un approccio concentrato sul concetto di “One Network”, ossia una piattaforma ombrello che fornisce, gestisce e monitora automaticamente diversi elementi della rete da un unico pannello di controllo con la gestione cloud. Già oggi nelle soluzioni di Quality of Experience, che hanno in generale l’obbiettivo di ottimizzare l’esperienza dell’utente, accelerare e filtrare il traffico, mettiamo a disposizione alcune funzionalità legate alla protezione dagli attacchi Ddos. Ma si tratta di un ambito in continua evoluzione.
Come evolverà il vostro business ora che i 60 Ghz sono stati liberati?
Siamo all’anno zero per l’Italia, quindi ci aspettiamo sicuramente un forte interesse e un ancor più forte necessità di formazione, conoscenza e capacità di trasformare in business case di successo le opportunità che si presentano con questa nuova liberalizzazione. Tutto questo è già avvenuto nei paesi che hanno recepito l’armonizzazione prima di noi. L’auspicio è quello che in Italia si segua lo stesso trend di crescita e adozione, avvenuto in passato con la liberalizzazione del 5 Ghz e con la consapevolezza che grazie alle reti a 60 Ghz Gigabit il divario con le tecnologie basate su fibra è molto più ridotto e ci sono nuove opportunità e campi di applicazione in cui le soluzioni sono anche perfettamente complementari.