PIANO ITALIA A 1 GIGA

Banda ultralarga, si ribalta la classifica italiana: tonfo di Calabria, Puglia e Sardegna

Le tre regioni virtuose al tempo delle gare per le aree bianche risultano le peggiori sul fronte della connettività sopra i 300 Mb. Quasi 5 milioni i civici che saranno oggetto del nuovo intervento pubblico su un totale nazionale di 6,2 milioni. Anche Toscana ed Emilia-Romagna si piazzano fra le peggiori

Pubblicato il 17 Ago 2021

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Si ribalta la classifica delle regioni in banda ultralarga. E sono Calabria, Puglia e Sardegna, le tre “virtuose” al tempo delle gare Infratel per le aree bianche – al punto da essere accorpate nel terzo e ultimo bando del 2018 – a risultare le ultime della classe. La fotografia emerge dalla nuova mappatura Infratel. 

Nonostante le tre regioni siano quelle più infrastrutturate da un punto di vista della copertura broadband, gli operatori di Tlc nel presentare i propri piani di investimento al 2025 da cui è poi risultata la nuova mappatura, non le hanno incluse fra le priorità.

Le tre regioni sono quelle dunque in cui sarà necessario il maggior intervento pubblico nell’ambito del Piano Italia a 1 Giga (qui il documento in consultazione) voluto dal ministro Vittorio Colao, su un totale di 6.183.565 di indirizzi civici coperti da reti con velocità di connessione stabile inferiore a 300 Mbit/s (su 21.322.639 mappati e quindi pari al 29%) e, pertanto, oggetto d’intervento pubblico, la maggior parte si concentra nelle tre regioni meridionali che ne cubano complessivamente 4.956.548.

In Calabria, su 1,66 milioni di civici mappati oltre 817mila saranno oggetto dell’intervento pubblico, pari al 49% del totale e al 13,2% dell’intero piano. A seguire la Puglia con 2,3 milioni di civici mappati di cui il 27% – oltre 621mila – rientrati nell’ambito del Piano, il 10,1% del totale nazionale. Al terzo posto la Sardegna col 9,9% di quota nazionale per oltre 610mila civici oggetto dell’intervento, addirittura il 62% su un totale degli oltre 985mila mappati.

A tirare le somma le tre regioni da sole fanno il 33,2% dell’intero piano. Ma anche nelle altre regioni bisognerà intervenire in maniera sostanziosa: dopo le tre regioni del Sud sono due del Nord a piazzarsi nella classifica. La Toscana vale l’8,4% della torta dell’intervento pubblico, seguita dall’Emilia-Romagna con il 7,1%. Poi la Sicilia con il 6,7%. A pari merito Lombardia e Lazio, ciascuna con il 6,4%, il Veneto al 5,9%.

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