IL CASO

Banda ultralarga, SpaceX al tavolo di governo. Cosa bolle in pentola?

Non solo gli incontri con i vertici di Infratel, Tim e Open Fiber. A colloquio anche Hughes della società di Musk. Da settimane circolano voci su un coinvolgimento nell’ambito del Piano Bul. Ma per ora stretto riserbo e in ogni caso la priorità resta la fibra

Pubblicato il 31 Gen 2024

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Il Sottosegretario all’Innovazione Alessio Butti e il suo team hanno incontrato Tim Hughes, senior vice president e global business and government affairs di SpaceX, la società aerospaziale di Elon Musk nello stesso giorno in cui il ministro per le imprese e made in Italy Adolfo Urso ha incontrato i vertici di Tim e Open Fiber, gli amministratori delegati Pietro Labriola e Giuseppe Gola – per Open Fiber presente anche il presidente Paolo Ciocca – nonché con il numero uno di Infratel Pietro Piccinetti. Il ministro Urso ha pubblicato una serie di tweet sugli incontri convocati per fare il punto su infrastrutture di rete e sviluppo della connettività nel Paese. Nessun tweet invece sull’incontro con Hughes. Eppure qualcosa bolle in pentola.

Sono settimane che si vocifera di accordi al via con la società di Musk per “integrare” la costellazione Starlink nei piani votati all’abbattimento del digital divide. Con quale modalità non è chiaro. I bandi per le aree grigie sono stati affidati a Tim e Open Fiber e non si possono cambiare le cose in corso d’opera. Il Governo punta ad accordi “extra”? Secondo quanto risulta a CorCom al momento la fase è meramente interlocutoria, ma sono stati posti alcuni quesiti alla società che ha in capo la costellazione Starlink e ora si attendono risposte. Ma la priorità resta comunque l’infrastrutturazione in fibra anche perché è questa la mission Pnrr.

Accordi con Netco e Open Fiber?

A fare una prima analisi sull’eventuale discesa in scena di SpaceX nel mercato della banda ultralarga italiana è la società Intermonte. “L’attenzione è sul potenziale ruolo futuro di Starlink nel settore delle telecomunicazioni italiano: se opererà come un nuovo operatore come sta accadendo attualmente in molti Paesi, o piuttosto soltanto come partner tecnologico in grado di offrire nuova tecnologia a Open Fiber/NetCo per la copertura delle aree bianche e grigie, a vantaggio di tutti i reseller italiani tra cui anche la nuova Tim”.

Gli impatti sugli operatori Fwa e le tower company

Intermonte accende però i riflettori sull’impatto che una simile operazione avrebbe sugli operatori Fwa, come Eolo e Linkem e anche su tower company come Inwit, Cellnex e Rai Way “considerando sia la potenziale minaccia da una nuova tecnologia dirompente sia il significativo overlap geografico: gli operatori Fwa sono concentrati soprattutto su aree grigio/bianche e i tower operator oggi ospitano gli apparati dei Fwa”. Gli analisti segnalano inoltre che “la tecnologia Fwa è oggi in grado di garantire un buon livello di capacità della rete e una bassa latenza, con adeguati ritorni sul capitale investito in aree rurali e/o a fallimento di mercato”. E guardando a quanto sta accadendo negli Stati Uniti “malgrado la forte concorrenza di Starlink sul satellitare, i principali operatori (Verizon e AT&T) stanno intensificando gli investimenti e le coperture Fwa negli Stati meno popolosi”.

Gli impatti sulle telco locali

“Non vediamo implicazioni invece per i piccoli operatori di telecomunicazioni come Unidata (focus su area metropolitana di Roma, forse qualche impatto marginale per la joint venture Unifiber nelle aree grigie del Lazio) e Intred (presente in grandi provincie e aree moderatamente popolose della Lombardia)”, sottolineano ancora gli analisti. “Infine, ricordiamo che in Europa, oltre a Starlink, si sta affermando anche OneWeb (gruppo Eutelsat, link), nuovo player satellitare con la più avanzata costellazione di satelliti Low Earth Orbit di ultima generazione ed anche la più grande mai progettata nella storia ma finora questo non ha avuto impatti dirompenti per il mercato degli operatori di telecomunicazioni tradizionali”.

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