Verificare il mantenimento degli impegni di copertura assunti dagli operatori; capire quali nuovi interventi sono stati attuati e pianificati a partire da quest’anno per i prossimi cinque anni; consentire una mappatura particolareggiata delle reti fisse Nga (Next Generation Access) e Vhcn (Very High Capacity Network). Questi i tre obiettivi del nuovo piano di mappatura delle reti italiane: sul sito di Infratel e sulla piattaforma Bul è stato pubblicato l’avviso, con lettera agli operatori, dell’avvio della consultazione e le telco avranno tempo fino al 15 giugno 2021 per presentare i propri piani.
In dettaglio, si legge sul sito di Infratel, “i piani dichiarati dovranno essere chiaramente riferibili a decisioni strategiche ed esecutive, completamente finanziate e adottate dai competenti organi di indirizzo e gestione degli operatori, indicando sia le coperture di rete attuali alla data del 30 aprile 2021, sia quelle previste per i prossimi cinque anni”. Le telco dovranno presentare un piano dettagliato degli investimenti,” che includa per ogni fase di attuazione le date di inizio e completamento e gli elementi che ne evidenzino la concreta attuabilità, suddiviso negli anni per macrocategorie e relativi finanziamenti, approvati dagli organi competenti” e indicare “architettura e struttura della rete sul territorio (numero siti, dislocazione territoriale, tipologia link di backhaul, apparati di trasporto, Pop e relativo posizionamento), apparati e tecnologie previste” nonché “dimensionamento dei siti radio (con evidenza dei metodi e parametri utilizzati per le simulazioni radioelettriche) in termini di numero medio di utenti per sito e per antenna, coerente con quanto fornito nei questionari compilati per civico e dimensionamento della banda, della rete dati e di trasporto”.
L’aggiornamento della mappatura riguarda tutte le aree del Paese – salvo quelle già oggetto di intervento pubblico – e sulla base degli esiti della mappatura 2021 potranno essere pianificati nuovi interventi pubblici.
L’Ad di Infratel Marco Bellezza a Telco per l’Italia
“Telco first”: la ricetta per la banda ultralarga
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