LA DELIBERA AGCOM

Banda ultralarga, via all’analisi dei mercati wholesale a seguito della vendita di Fibercop a Kkr



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L’indagine, della durata di sei mesi, punta a verificare gli effetti della separazione strutturale con l’obiettivo di valutare il mantenimento, la modifica o la rimozione degli obblighi regolamentari vigenti

Pubblicato il 12 set 2024



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Agcom dà il via al nuovo procedimento di analisi dei mercati dei servizi di accesso alla rete fissa. La decisione è stata presa dal Consiglio dell’Autorità, nella seduta dell’11 settembre 2024, con quattro voti favorevoli e con il voto contrario della Commissaria Elisa Giomi.

La delibera di avvio è ai sensi dell’articolo 89, comma 2, del Codice delle Comunicazioni elettroniche.

I motivi del procedimento

Il procedimento, che durerà 6 mesi, è avviato a seguito dell’operazione di acquisizione, perfezionata lo scorso 1° luglio, da parte di Optics BidCo, dell’intero capitale sociale di FiberCop, società alla quale è stato, tra l’altro, conferito il ramo d’azienda di Tim che comprende l’infrastruttura di rete fissa primaria, nonché le attività wholesale.

Gli obiettivi del procedimento

A valle dell’acquisizione da parte dell’Autorità della documentazione relativa all’operazione in questione, l’Autorità intende accertare gli effetti della separazione strutturale realizzata nei vari mercati collegati alla rete d’accesso, al fine di valutare il mantenimento, la modifica o la rimozione degli obblighi regolamentari vigenti, applicando, qualora ne ricorrano i presupposti, la disciplina prevista dall’articolo 91 del Codice, relativa alle imprese attive esclusivamente nel mercato all’ingrosso.

“Nelle more del completamento della nuova analisi, in coerenza con gli obiettivi di stabilità e predicibilità regolamentare richiesti dalla normativa europea e dal Codice delle comunicazioni elettroniche – spiega una nota Agcom – il quadro regolamentare di riferimento per il quinquennio 2024-2028 resta definito dalla delibera n. 114/24/Cons del 30 aprile 2024, con la quale l’Autorità aveva concluso la precedente analisi coordinata dei mercati dell’accesso”.

La posizione della commissaria Giomi

Nello spiegare il suo voto contrario alla delibera, la commissaria Elisa Giomi evidenzia l’incertezza in cui versa il mercato da 4 anni a queesta parte. “Il mercato esce da quasi quattro anni di incertezza sia per l’archiviazione del progetto di co-investimento che si è concluso in un nulla di fatto, sia per la pluriennale durata dell’istruttoria dell’analisi di mercato che prima di terminare ha visto anche l’adozione di un anomalo provvedimento ponte finalizzato a colmare le carenze regolatorie” sottolinea Giomi.

“Al fine di evitare l’ulteriore prolungarsi di questo stato di incertezza che ha già causato diverse disparità di trattamento tra operatori, ho chiesto agli altri componenti del Consiglio di dimezzare i tempi istruttori del procedimento e di limitare le proroghe a una sola volta” – spiega ancora la commissaria – E’ possibile, perché non si tratta certo di rifare tutta l’analisi di mercato da capo, ma solo di valutare, per quanto attentamente e con il contributo di tutti i soggetti interessati, gli effetti della cessione della rete. La mia richiesta, che puntava ad una maggiore efficienza amministrativa, non è stata accolta e ho dovuto votare contro il provvedimento, poiché l’estensione a tempo indefinito della regolazione vigente ad uno scenario di mercato profondamente mutato potrebbe distorcere le dinamiche concorrenziali di tutti gli operatori, regolati e non”.

La replica di Giacomelli

In un post sul Linkedin il commissario Antonello Giacomelli ha replicato ai rilievi di Giomi. “La richiesta avanzata dalla collega Giomi di modificare il regolamento dell’Autorità e stabilire il dimezzamento dei tempi massimi previsti per la conclusione del procedimento era certamente ispirato da un intento condivisibile (quello di favorire la conclusione dell’esame in tempi rapidi) ma il Consiglio l’ha giudicata nello stesso tempo inopportuna e inefficace – sottolinea Giacomelli – Inopportuna perché modificare il regolamento generale in relazione ad un caso specifico non è una buona regola; inoltre inopportuno perché la celerità dei tempi non è la prima ma la seconda priorità rispetto alla esigenza assoluta di un esame scrupoloso e attento di ogni aspetto, di ogni implicazione, di ogni effetto della corposa documentazione relativa ad una operazione così complessa ed articolata.  Infine la proposta di dimezzamento dei tempi previsti dal regolamento è inefficace perché i tempi previsti dal regolamento sono i tempi massimi per la conclusione del procedimento ma non vi è certo nessun impedimento a concludere l’iter, se vi sono tutte le condizioni di completezza e chiarezza, in tempi molto più brevi”.
Se invece non fossero così solari le condizioni, i tempi del regolamento garantiscono la possibilità di chiarire ed approfondire ogni aspetto – conclude – Perciò il Consiglio ha condiviso l’auspicio dei tempi più rapidi possibili ma sottolineando che questi sono garantiti solo dalla completezza e dalla chiarezza della documentazione e di ogni aspetto della operazione”.

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