“La fibra al momento non è sostituibile per quanto riguarda le performance in termini di velocità di download e upload, latenza e basso consumo energetico: al più si può pensare ad un utilizzo limitato di connessioni Fwa nelle aree rurali come tecnologia di transizione, ma comunque sostenuta dalla fibra fino alle trasmittenti”: lo ha detto in audizione alla Camera il presidente di Open Fiber, Franco Bassanini nell’evidenziare che “il Codice europeo per le telecomunicazioni elettroniche ha messo gli investimenti in reti ad altissima capacità e l’adozione di servizi su tali infrastrutture tra gli obiettivi dell’azione regolamentare, e lo sviluppo infrastrutturale è un obiettivo prioritario per gli Stati membri”.
Il presidente della wholesale company solleva anche la questione della proprietà delle reti e della sicurezza delle stesse: “Oggi Open Fiber è controllata dal Governo italiano ma, come sapete, in futuro non si sa”, ha detto sottolineando che la trasformazione digitale va progettata in un contesto di regole e soluzioni che garantiscano la sicurezza delle nostre infrastrutture e dei nostri dati. Regole e strumenti tanto più necessari se alla fine il controllo delle infrastrutture dovesse essere nelle mani di investitori stranieri”. E riguardo alla rete unica “la mia personale opinione è assolutamente favorevole ad una rete pubblica e wholesale only”, ha detto Bassanini puntualizzando però che “abbiamo una serie di perplessità se si dovesse parlare di rete unica non wholesale only, ma verticalmente integrata e sotto controllo non pubblico ma di investitori privati, magari stranieri”.
Bassanini ha inoltre auspicato la “necessità di proseguire processo di semplificazione. Governo e Parlamento hanno approvato alcune misure importanti ma a nostro avviso ci sono ancora dei passi da fare per rendere più semplice il lavoro di tutti quelli che posano infrastrutture di telecomunicazioni in Italia”. “Ad oggi le reti in fibra ottica sono necessarie, e bisogna adeguare i piani nazionali e delle imprese a quelli europei in modo da condividere l’obiettivo relativo alla copertura del 100% del territorio entro il 2025, oltre a fissare obiettivi per la conseguente migrazione dal rame alla fibra”. Secondo il presidente di Open Fiber si tratta di “un’occasione unica e non ripetibile per accelerare e garantire la realizzazione delle infrastrutture funzionali alla transizione digitale” e “per sostenere non solo l’accesso a internet, ma anche lo sviluppo del 5G e dei servizi audiovisivi”.