BANDA ULTRALARGA

Cavi sottomarini, ecco la mappa 2024: cresce il ruolo di Google e Meta

A cura di Telegeography la ricognizione aggiornata: 559 infrastrutture e 1.636 punti di atterraggio attivi o in costruzione. Pianificati investimenti record da 10 miliardi di dollari al 2025: 78 le reti da oltre 300mila km di lunghezza

Pubblicato il 22 Feb 2024

Fonte: TeleGeography.com

La rete di cavi sottomarini per la banda ultralarga continua ad allargarsi, con una moltiplicazione degli hub e dei progetti guidati dalle aziende non-telco, tra cui le big tech Google e Meta. La mappa aggiornata pubblicata da TeleGeography (con una versione in stile ‘vintage’ sponsorizzata da Telecom Egypt), illustra una rete di 559 sistemi di cavi e 1.636 punti di atterraggio che sono già attivi o in costruzione.

I progetti previsti per il periodo 2023-2025 parlano di un boom del mercato dei cavi sottomarini per la banda larga, con investimenti record di 10 miliardi di dollari che porteranno online – secondo le stime – 78 sistemi per oltre 300.000 chilometri di lunghezza. Si tratta di un tasso di crescita che non trova precedenti negli ultimi 20 anni.

Cavi sottomarini, il ruolo delle big tech 

La mole di investimenti necessari spiega da sola il fatto che le aziende che, dal 2018, stanno trainando questo mercato sono i content provider, molto più attivi nell’aggiungere capacità alla rete di cavi sottomarini rispetto ad altri fornitori. Ad oggi Google e Metaper via dell’alto consumo di banda delle loro servizi di search, video e social media—hanno investito, rispettivamente, in 29 e 15 sistemi di cavi sottomarini.

I due over the top, in particolare sono impegnati in due progetti in Africa (2Africa di Meta e Equiano di Google) che sono i maggiori per dimensioni nel continente e gli unici con molteplici punti di approdo nel continente.

Aziende come Google e Meta, stanno, in pratica, sovrapponendo una nuova rete transoceanica alla rete globale esistente per portare internet in tutto il mondo. Non sempre da soli: negli ultimi anni telco e Ott hanno siglato collaborazioni per il trasporto di traffico dati transoceanico.

Il 99% del traffico Internet mondiale transita sotto i mari

Lo scorso maggio il Quadrato della Radio ha acceso i riflettori sulla banda ultralarga sottomarina in occasione della convention annuale. Il 99% del traffico Internet mondiale transita sotto i mari e la maggior parte è generato dalle grandi piattaforme digitali, gli over the top. Google, Meta, Amazon e Microsoft in ordine di classifica vantano migliaia di cavi sottomarini già posati e che hanno annunciato investimenti in forte rialzo per progetti che puntano ad ampliare le tratte intercontinentali.

Complessivamente i sistemi per la banda larga sottomarina superano una lunghezza di 1,5 milioni di km e un giro d’affari di 4,3 miliardi di dollari l’anno da qui al 2030.  

Dal mare al cloud

La mappa descrive la connettività globale “dal mare al cloud, a sottolineare come l’espansione delle cloud region mondiali – dopo una flessione di tre anni – sia sui mercati maturi che su quelli emergenti, sia parzialmente legata alle rotte seguite dai sistemi di cavi sottomarini. I cavi di solito atterrano nei siti dove c’è o è attesa crescita per i servizi cloud.

Il ruolo strategico del Mar Rosso

Le reti via cavo sono un potente supporto alla connettività globale, anche se le recenti gravi instabilità sullo scacchiere geopolitico hanno mostrato come non siano esenti da rischi di interruzioni. Il Mar Rosso, in particolare, al centro dei ripetuti attacchi dei ribelli Houthi yemeniti contro le navi commerciali, svolge un ruolo vitale per le reti di comunicazione di tutto il mondo: secondo gli ultimi dati di TeleGeography, oltre il 90% di tutta la capacità Europa-Asia passa di qui.

L’escalation di violenza che vede protagonista questo nevralgico territorio rende quindi sempre più d’attualità una riflessione sul futuro del Mar Rosso come hub cruciale delle tlc globali. Dal momento in cui la domanda di larghezza di banda internazionale continua a crescere rapidamente in tutto il mondo, gli operatori di rete stanno rispondendo con investimenti in un gran numero di nuovi cavi. Questo include diversi nuovi progetti nel Mar Rosso. Anche prima della recente ondata di attacchi ribelli alle navi commerciali, la guerra civile yemenita ha creato problemi burocratici per i permessi.

Il massiccio cavo 2Africa (quello in cui ha investito Meta), che è in gran parte posato, deve ancora realizzare il dispiegamento di un lungo tratto di cavo che giacerebbe nelle acque yemenite. Altri cavi pianificati per attraversare il Mar Rosso nei prossimi anni includono Iex, Africa-1, Raman e SeaMeWe-6. Secondo l’analisi di TeleGeography, garantire che questi cavi possano essere dispiegati è “vitale per soddisfare le future esigenze di domanda per l’Africa orientale, il Medio Oriente e l’India”.

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