PA DIGITALE

Enti locali, cresce la domanda di fibra. Ma la strada è ancora lunga

In Italia l’erogazione di servizi online nella Pubblica Amministrazione locale è ancora una chimera in due enti su tre, ma qualche segnale positivo per il futuro a lungo termine c’è e arriva dalla crescente consapevolezza e volontà di Comuni, Province, Regioni e del mondo della Sanità di dotarsi di fibra ottica

Pubblicato il 21 Lug 2017

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La diffusione della informatizzazione nelle pubbliche amministrazioni è un fenomeno che si riscontra in tutti i Paesi del mondo, anche se con diverse modalità e tempistiche. In Italia il quadro italiano dell’adoption e dell’utilizzo di servizi digitali negli enti locali è ben delineato nella recente analisi della CGIA di Mestre, che ha esaminato i dati Istat riferiti all’utilizzo delle tecnologie dell’informazione da parte dei nostri Enti locali, restituendo un quadro molto negativo: due Pubbliche amministrazioni locali su tre non erogano alcun servizio completo tramite il web. I Comuni registrano performance migliori delle Province, su cui pende la spada di Damocle dei finanziamenti e della loro stessa esistenza. Detto questo, possiamo affermare che qualcosa si sta muovendo.

Il tipo di fornitura che ci chiedono gli enti locali è un buon indicatore di come evolvono le esigenze delle PA stesse e di come potrà svilupparsi il mercato. Dal 2006 Fastweb è titolare della convenzione Spc (Sistema Pubblico di Connettività), grazie alla quale fornisce connettività a banda ultralarga ad un numero significativo di pubbliche amministrazioni locali. Da poco è diventata operativa la nuova convenzione SPC, con la quale abbiamo iniziato a stipulare nuovi contratti per i prossimi 7 anni.

Dai rinnovi dei contratti di connettività con le PA locali emergono due dati significativi. Il primo, riguarda l’aumento del 60%-70% delle sedi connesse in fibra rispetto al contratto precedente. Si tratta di un trend positivo, in linea peraltro con l’auspicio del ministro Madia di portare la fibra in tutti gli uffici della PA. Il fatto che molte amministrazioni stiano scegliendo di collegare in fibra anche sedi più periferiche e secondarie è indizio che cresce la cultura del digitale e la PA locale si prepara alla sua “digital transformation”. Il secondo dato significativo riguarda la domanda aggregata di banda da parte delle amministrazioni locali servite dalla nostra rete, che è aumentato del 57%. Infatti, il fabbisogno di banda aumenta in maniera consistente perché già ora, e sempre più in prospettiva, le amministrazioni pubbliche si preparano ad erogare in modo sempre più sistematico e capillare servizi “online”. Tale incremento della domanda di connettività ad alta performance nella PA locale indica la consapevolezza degli amministratori di quanto ormai, sul lungo periodo, la fibra sia necessaria per digitalizzare i processi interni (pensiamo ad esempio alla dematerializzazione degli archivi) e fornire servizi avanzati ai cittadini, dall’anagrafe digitale agli sportelli virtuali per tutte le pratiche amministrative. La rete nazionale in fibra ottica di Fastweb raggiunge circa 800 Comuni. Circa il 40%-50% dei nostri clienti proviene del comparto sanitario (ospedali, Asl ecc) e anche in questo caso si sta registrando una crescita della domanda di connessioni in fibra e di capacità di banda, in linea con i futuri fabbisogni legati alla grande mole di dati elaborati per applicazioni quali la diagnostica, la dematerializzazione della cartella clinica e gli strumenti di telemedicina.

Questo trend positivo non può essere considerato come sufficiente per la diffusione di servizi digitali capillari nella PA locale. Nei prossimi sei anni il fabbisogno di banda aumenterà in maniera esponenziale. Se paragonato con il trend nel mercato residenziale, dove i cittadini stanno passando rapidamente da connessioni a 20 Mbps a 100 Mbps, un aumento del 57% indica che l’adoption dei servizi è ancora insufficiente. La domanda di fibra delle famiglie cresce, insomma, del 400%, in alcune città la connessione arriva già oggi a un Gbps e quindi gli enti locali dovranno adeguarsi in fretta a questa capacità di accesso. Fortunatamente, l’orizzonte temporale di 7 anni della convenzione Spc rappresenta lo strumento adatto a supportare questa evoluzione.

Va altresì ricordato che i servizi online della PA sono spesso difficilmente fruibili per i cittadini. In troppi casi l’unico modo per il cittadino di accedere in modo gratuito ad alcuni servizi è lo sportello fisico, si pensi ad esempio al pagamento delle multe o alla richiesta di un permesso Ztl. Un forte incentivo per una maggiore diffusione del digitale nel rapporto con i cittadini verrebbe dal rendere più conveniente la versione online dei servizi ai cittadini rispetto appunto allo sportello fisico. Inoltre i servizi allo sportello peraltro possono velocizzarsi grazie alla trasformazione digitale degli applicativi e dei processi, accorciando le file e le attese.

Il Piano Triennale per l’Informatica nella Pubblica amministrazione 2017–2019 ha come obiettivo quello di guidare gli investimenti in una direzione virtuosa per lo sviluppo dei servizi digitali ai cittadini e alle imprese, riqualificando al contempo la spesa della PA per ottenere il risparmio del 50% previsto dalla normativa. In questo quadro, l’attenzione è stata quasi del tutto focalizzata sul taglio del 50% della spesa Ict nella PA, ma in realtà dal punto di vista della capacità degli enti locali di dotarsi della giusta connettività il piano triennale AgiD è uno strumento adeguato e non crea ostacoli perché esclude dai tagli la spesa per i servizi di connettività, per la sicurezza e la manutenzione di siti web e dei sistemi IP della PA, se le amministrazioni si approvvigionano attraverso le convenzioni Consip. Le convenzioni insomma sono uno strumento ottimo perché consentono alle amministrazioni di attivare connessioni di alta qualità, e dunque prepararsi alla trasformazione digitale, rientrando nei canoni della spesa verificata.

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