IL REPORT EUROPEO

Fibra e pubblicità ingannevole, l’Ftth Council loda l’Italia: “Esempio virtuoso”

Il nostro Paese ha saputo individuare gli strumenti per fare fronte al problema. La “best practice” Agcom messa nero su bianco in uno studio sul fenomeno. E l’associazione spinge per un “bollino” obbligatorio per indentificare gli edifici fiber-ready

Pubblicato il 02 Dic 2020

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L’Italia e la Francia hanno dimostrato che il problema della pubblicità ingannevole relativa alle offerte in fibra può essere affrontato. Ci sono una serie di esempi positivi di controlli sulla pubblicità in fibra e l’Ftth Council Europe ritiene che ora sia il momento di agire a livello dell’UE in modo che tutti i consumatori e le imprese europei possano fare una scelta informata sui prodotti a loro disposizione”. Con queste parole Eric Festraets, Presidente dell’Ftth Council Europe ha portato all’attenzione il caso italiano in occasione della presentazione dello studio “Identifying European Best Practice in Fiber Advertising“. (scaricare qui lo studio integrale).

Dal rapporto, a cura di WiK, emerge che i consumatori europei sono “confusi” sui termini utilizzati per commercializzare le tecnologie di accesso a banda larga e trovano difficile identificare quali reti offrono le migliori prestazioni. E, soprattutto, spesso pensano di avere accesso alla fibra quando in realtà non lo hanno.

Lo studio ha rilevato che gli interventi lungimiranti più forti ed efficaci nel mercato sono stati guidati dall’Autorità di regolamentazione nazionale o dai ministeri per l’Innovazione e il digitale dei governi piuttosto che dalle Autorità che si occupano di pubblicità. Fra gli interventi segnalati il sistema di  “etichettatura” italiano introdotto dall’Agcom e il divieto sull’uso del termine “fibra” in Francia, tranne nei casi in cui la fibra raggiunge effettivamente le abitazioni o gli edifici.

“Chiediamo ai responsabili politici europei di affrontare la questione della pubblicità ingannevole e crediamo che nel valutare i casi, l’esperienza delle Autorità regolatorie farebbe un’enorme differenza. La revisione della direttiva sulla riduzione dei costi della banda larga è anche un’opportunità per affrontare questo problema critico e l’Ftth Council Europe propone l’introduzione di un’etichetta “fiber -ready” per i nuovi edifici e le ristrutturazioni importanti”, sottolinea Vincent Garnier, Direttore generale dell’Ftth Council Europe.

Il rapporto di WiK include una serie di accomandazioni politiche come linee guida a livello dell’UE da parte della Commissione europea per promuovere il coinvolgimento delle Autorità e / o dei ministeri in tutta Europa e allineare meglio gli approcci politici alla pubblicità della banda larga con gli obiettivi stabiliti dal Codice.

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