L’Internet quantistico può rappresentare una svolta nell’ambito delle telecomunicazioni: sfruttando la leggi della meccanica quantistica, garantisce la totale sicurezza ed efficienza nello scambio di informazioni. Tuttavia, permangono le sfide tecniche e di scalabilità che rendono l’implementazione su larga scala ancora un obiettivo da raggiungere.
Per potersi affermare, infatti, deve migliorare la velocità di generazione delle chiavi crittografiche, attualmente inferiore rispetto a quella offerta dai sistemi di telecomunicazione tradizionali, soprattutto in fibra ottica.
In questo contesto si inserisce l’impegno di Open Fiber nell’ambito del programma europeo Restart, al quale la wholesale company partecipa, tra gli altri, con il progetto Rigoletto.
Delle potenzialità del quantum key e dell’iniziativa ne parliamo con Francesco Carpentieri, Head of Transport @ Network Engineering & Innovation di Open Fiber.
Carpentieri, iniziamo dal principio: qual è il valore aggiunto della combinazione fibra-quantum key?
Una delle necessità legata alle nuove reti a banda ultralarga, in primis in fibra, è quella di garantire la massima protezione dei dati. In questo senso la questione principale da risolvere è quella della distribuzione di chiavi crittografiche sicure: attualmente le reti di Tlc non sono in grado di raggiungere questo obiettivo dato che le tecnologie quantistiche sono in grado di violarle.
E allora?
La sfida da vincere è quella di esaminare e poi scaricare a terra la possibilità di applicare il quantum key alle nuove reti in fibra o, ancora meglio, valutare se la fibra è una tecnologia che può facilitare questa distribuzione in ottica di maggiore sicurezza. Si tratta, in sostanza, di utilizzare al quantum key distribution.
Come funziona la quantum key distribution?
La quantum key distribution (Qkd) è in grado di distribuire chiavi crittografiche in completa riservatezza, non basandosi su algoritmi matematici complessi ma sulla capacità di trasmettere un singolo fotone che si “consuma” nel momento stesso i cui viene letto ed è questo che garantisce l’assoluta sicurezza dell’informazione che viaggia sulla rete. Ma per farlo serve un canale sul quale trasportare i fotoni. E la fibra è una tecnologia che si presta, così come il satellite.
Tra i progetti chiave del programma europeo Restart c’è proprio l’applicazione del quantum key alla fibra. Ci spiega l’obiettivo di questo programma?
Open Fiber è entrata a far parte della Fondazione Restart che è soggetto attuatore dell’omonimo programma di ricerca e innovazione, finanziato dall’Ue nell’ambito del Pnrr: si tratta della più grande iniziativa mai sviluppato in Italia nel settore delle telecomunicazioni cheaffronta le tematiche di innovazione che caratterizzeranno il prossimo decennio. Partecipiamo a vari progetti del programma e tra questi c’è Rigoletto che appunto riguarda lo studio della potenzialità dell’accoppiata Qkd e fibra.
Come si sviluppa il progetto Rigoletto?
È un progetto strutturale in collaborazione con il Polimi, focalizzato sulla sicurezza delle comunicazioni attraverso l’uso della tecnologia quantistica. Open Fiber partecipa con la definizione delle architetture di rete, Qkd, fiber sensing e sperimentazione in campo. Rigoletto mira a sviluppare una rete ottica ad alta efficienza energetica, nuovi dispositivi otticamente integrati, un piano dati innovativo di un’infrastruttura in fibra ottica che supporti il potenziamento della capacità tramite Qkd. Inoltre, prevede lo sviluppo di una piattaforma di monitoraggio della trasmissione e conversione dei dati e la costruzione di un framework per una rete assistita dall’Intelligenza Artificiale.
A che punto è il progetto?
Ancora non siamo entrati nella fase di testing alla fine della quali si prevede di condividere i risultati con l’obiettivo di coinvolgere dei partner e promuovere l’adozione delle soluzioni.