L'INTERVENTO

Gigabit society, la Ue lancia l’allarme: mancano all’appello 150 miliardi

Le stime della DG Connect: l’infrastruttura Ftth universale ha bisogno di investimenti per 500 miliardi entro il 2025, ma finora le telco hanno messo in cantiere una spesa complessiva di 335 miliardi: rischio digital divide

Pubblicato il 12 Apr 2018

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Mancano all’appello 150 miliardi di euro per completare le reti Fiber to the home (Ftth) in Europa entro il 2025: secondo le stime dell’industria riportate da Anthony Whelan di DG Connect, occorrerà una spesa di capitale di circa 500 miliardi di euro per le reti di ultra-banda larga fissa ma le telco hanno messo in campo meno di 350 miliardi. L’obiettivo della gigabit connectivity europea potrebbe slittare.

Anthony Whelan, direttore di DG Connect della Commissione europea, parlando all’evento Gigabit Access a Bruxelles ha affermato che serve potenziare gli investimenti per evitare che la connettività ultra-veloce escluda le zone rurali o remote, perpetuando il digital divide. “Stimiamo che l’investimento richiesto, se seguiamo le normali strutture di Capex dell’industria, si aggiri sui 500 miliardi di euro e vediamo che i cicli di investimento attuali parlano di 335 miliardi di euro messi in campo di qui al 2025. Mancano più di 150 miliardi di euro e abbiamo bisogno di trovare le strategie per colmare questo gap”. L’obiettivo, ha ribadito Whelan, è assicurarsi che ogni famiglia abbia una connessione di almeno 100 Mbps con possibilità di upgrade a velocità di 1 Gbps entro il 2025.

Gli utenti di Internet si aspettano velocità di 1 Gbps come “standard”, ha continuato Whelan, ma senza i necessari investimenti e le tecnologie adeguate le aspettative saranno deluse. “Il mercato riuscirà nel 2025 a soddisfare la domanda degli utenti, ovunque si trovino? probabilmente no”, ha affermato Whelan. Non che il lavoro fatto dalle telco sia da sottovalutare: in Europa, dal 2011, la copertura di banda larga Fiber to the premise (Fttp) è crescita dal 10% al 27%. “Un risultato apprezzabile” per un’industria che deve costantemente spendere in infrastrutture, ha concluso Whelan, ma ora bisogna intensificare gli sforzi raggiungendo le aree dove spesso gli investimenti si fermano.

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