L'APPROFONDIMENTO

Gli italiani e la fibra Open Fiber, storie di cittadini che hanno detto addio al digital divide

La fibra portata in elicottero per raggiungere aree impervie e cablato persino un borgo “fantasma”. L’Italia dei piccoli e piccolissimi Comuni sempre più a banda ultralarga. La parola agli utenti: a Bard, Jelsi e Nusco, grazie all’Ftth, si può fare smart working e accedere a contenuti ad altissima definizione

Pubblicato il 25 Gen 2021

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È passato quasi un anno da quando – era il 5 marzo 2020 – scattava in Italia il primo lockdown nazionale a seguito della pandemia da Covid19. Ma già dal mese di febbraio le restrizioni in alcune aree, soprattutto nel Nord Italia, hanno comportato il ricorso allo smart working per un numero crescente di persone. E poi è stata la volta della didattica a distanza e della progressiva adozione – a ritmi da boom – della modalità da remoto per un numero elevatissimo di italiani.

Il ricorso massiccio all’online, anche per le attività di entertainment, ha portato a galla tutta una serie di limiti pre-esistenti: connessioni a banda “stretta”, aree non servite da reti in grado di garantire velocità e performance adeguate, e in molti casi l’impossibilità di accedere a offerte in linea con le nuove esigenze. Le telco si sono molto date da fare per l’upgrade delle reti e anche per costruirne di nuove e Open Fiber – la società che ha in capo il piano aree bianche – ha visto crescere sensibilmente la richiesta di infrastrutture da parte degli operatori sull’onda dell’impennata della domanda di attivazione di linee in fibra da parte degli utenti. È nelle aree montane, in quelle più periferiche e impervie, nei borghi arroccati e in quelli abitati da poche anime che la società guidata da Elisabetta Ripa è già riuscita a portare la rete in fibra con connettività fino a 1 Gigabit dando la possibilità ai residenti di restare operativi ma anche ai territori di poter offrire servizi di connettività adeguati ai non residenti, ad esempio i possessori di seconde case che hanno deciso di trasferirsi in località amene nelle fasi di lockdown ma non avrebbero potuto farlo senza la disponibilità di banda ultralarga.

La parola ai cittadini: la fibra a servizio del lavoro e dell’entertainment

Le storie sono molte e abbiamo deciso di ascoltare il parere di tre cittadini che in questi mesi si sono dotati di rete Ftth in piccole località: Bard, comune della Valle d’Aosta che conta appena 123 abitanti, Jelsi, borgo da poco più di 1700 abitanti in provincia di Campobasso e Nusco, comune da 4.100 abitanti localizzato nell’Alta Irpinia, in provincia di Avellino.

“Attraverso un forum online sono venuto a conoscenza del progetto Open Fiber e mi sono immediatamente attivato”, racconta a CorCom Roberto Ravo, giovane abitante di Bard (Ao) che lavora per una multinazionale di ingegneria informatica. “Sono riuscito ad essere operativo in pochissimo tempo nel mese di giugno 2020. Lavoro in smart working da quasi un anno; la connessione Adsl non era performante e non avrei potuto essere operativo in modo efficace. E anche sul fronte dell’entertainment senza fibra sarebbe stato difficile accedere a contenuti in streaming ma anche ad esempio a sessioni di gaming dove la stabilità della connessione diventa persino più importante della velocità soprattutto laddove c’è uno scambio dati in real time”. Il piccolo comune di Bard è “all-fiber” considerato che Open Fiber ha cablato oltre 100 unità immobiliari, praticamente tutte.

A Jelsi, comune in provincia di Campobasso, si è trasferita una coppia di trentenni residenti a Roma nel periodo da maggio a settembre 2020. Una scelta, quella di Francesco Severino e Francesca Antedomenico, resa possibile anche in questo caso grazie alla disponibilità della fibra di Open Fiber che consente ancora oggi ai due giovani di poter trascorrere alcuni periodi a Jelsi in full smart working. “Abbiamo avuto notizia della disponibilità della fibra Open Fiber poiché il Sindaco e l’amministrazione comunale si sono molto spesi per far cablare il paese e quindi hanno incoraggiato i cittadini a dotarsi della connessione – spiega a CorCom Francesca Antedomenico -. Avevamo già a casa una connessione ma non adeguata alle nuove esigenze e quindi abbiamo subito fatto richiesta attraverso Tiscali. Lavoro in un’azienda del settore digitale a Roma e sono riuscita, grazie alla fibra, a lavorare comodamente a Jelsi per tutta l’estate in modalità smart working.

E so che hanno aderito in tanti, sia privati sia aziende locali che avevano bisogno di attivare l’e-commerce e anche molti insegnanti per la didattica a distanza. È davvero una bella opportunità per una comunità piccola come la nostra di appena 2mila abitanti”.

Nei giorni scorsi Open Fiber ha attivato fra l’altro proprio in Molise il primo cliente delle aree cosiddette “bianchissime”, quelle cioè identificate dall’Agcom come “no internet” (sono in totale 200).

Il social media manager Marco Delli Gatti riesce a lavorare in smart working a Nusco, in alta Irpinia, grazie alla rete in fibra. “Senza la fibra non sarebbe stato possibile – racconta a CorCom – perché il mio lavoro comporta anche il trasferimento di elevate quantità di dati, soprattutto in formato video. Nel periodo del lockdown, da marzo a maggio, grazie alla fibra di Open Fiber, ho lavorato in smart working continuando la mia attività come fossi in azienda. Avevo una connessione Adsl ma non era più sufficiente. Sono stato il primo ad attivare la connessione in fibra nella zona. La mia azienda ha fra l’altro in quella fase intensificato tutta una serie di attività B2B soprattutto legate alla formazione dei software attraverso l’erogazione in particolare di servizi video, contenuti in diretta streaming e caricati anche su YouTube. Nei tre mesi di lockdown ho caricato circa 400 Gb di filmati in modo agevole. Cosa che non avrei potuto assolutamente fare senza la fibra”.

La fibra in elicottero per attivare sulle vette. E cablato persino un paese “fantasma”

Ma le storie sono molte altre e alcune davvero emblematiche: cablato il comune di Rhêmes-Notre-Dame, in Valle D’Aosta, a 1700 metri sul livello del mare che conta appena 86 abitanti e la fibra è stata portata anche a Capracotta, in provincia di Isernia, fra i comuni più alti degli Appennini. E sono stati portati in elicottero i cavi in fibra a Isnello, sul monte Mufara, nel cuore delle Madonie in Sicilia, a oltre 1.800 metri d’altitudine dove è operativo un telescopio robotico di rilevanza internazionale. A Craco, in provincia di Matera la fibra di Open Fiber raggiunge persino il “paese fantasma”: il centro storico fu abbandonato negli anni Sessanta a causa di uno smottamento franoso e le abitazioni sono ora localizzate un po’ più a valle, tuttavia la fibra è stata portata anche in prossimità dei ruderi per rilegare una sorta di centro di ricerca.

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