banda ultralarga

La fibra di Open Fiber in oltre 5.000 comuni ma le attivazioni non decollano



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Il punto della situazione in occasione dell’assemblea dell’Anci. Nei borghi delle aree bianche il take up si attesta intorno al 7%. E nel Mezzogiorno si scende pericolosamente al 3%. L’appello ai sindaci: “C’è un’autostrada digitale, aiutiamo i cittadini a percorrerla”

Pubblicato il 22 nov 2024

Enzo Lima

giornalista



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Esiste in Italia un’autostrada digitale a tante corsie che consente una velocità di percorrenza estremamente elevata, ma ci sono pochissimi veicoli a percorrerla. Questo, in sintesi, il bilancio sull’uso dell’infrastruttura in fibra ottica Ftth emerso dal confronto tra Open Fiber, il principale operatore Ftth in Italia, e gli amministratori locali all’assemblea Anci che si è appena conclusa a Torino. Un’occasione per fare un bilancio del reale livello di digitalizzazione dei territori italiani, costituito in gran parte da borghi piccoli e periferici.

Ftth, infrastruttura diffusa ma sottoutilizzata    

La fibra ottica Ftth di Open Fiber ha raggiunto più di 5mila comuni nelle aree bianche, le più remote, nell’ambito del piano Bul che è al 92% di sviluppo dell’infrastruttura. In moltissimi comuni, tuttavia, c’è un utilizzo della rete, che nel gergo tecnico si chiama take up, molto basso.

L’Italia oggi ha quasi raggiunto la media europea di disponibilità dell’infrastruttura ultraveloce (60% contro il 64% Ue) ma il livello di adozione non cresce a livelli adeguati.

E se nelle grandi città c’è un tasso di riempimento molto soddisfacente, nei borghi delle aree bianche, con una geografia che varia a seconda dei territori, il tasso si attesta intorno a una media del 7%. Nel Mezzogiorno il tasso di utilizzo medio scende pericolosamente fino a sfiorare il 3%.

Per Andrea Falessi, direttore delle Relazioni esterne di Open Fiber, “c’è dunque un tema di economicità e sostenibilità dell’investimento sulla fibra ottica Ftth, che è un investimento pubblico, e c’è un tema di mancata opportunità per i territori. Abbiamo sotto i piedi migliaia di chilometri di fibra ottica che non vengono opportunamente utilizzati. E questa è una sfida che va colta a partire dalle amministrazioni locali che possono dare un grande contributo al superamento del digital divide”.

A fornire un quadro della situazione sul territorio è stato Mariano Calisse, sindaco del Comune di Borgorose e Responsabile Anci per Piccoli Comuni della Regione Lazio. “Quando qualche anno fa, si iniziò a parlare dell’investimento che Open Fiber avrebbe fatto nel mio paese, a costo zero per la nostra amministrazione, mi sembrò subito un’occasione imperdibile. La posta in gioco per Borgorose, che è un piccolo centro dell’Appennino laziale, era garantire un futuro ai residenti delle aree interne, lontani dalle grandi città, fermare lo spopolamento, agevolare il lavoro da remoto, valorizzare i siti turistici. Dopo l’avvento della fibra Ftth di Open Fiber, per esempio, un’azienda è riuscita a insediarsi nel nostro territorio e a dare lavoro a oltre centopersone, quindi famiglie, che vivono lì. La provincia di Rieti è costituita da 71 comuni di cui 68 sotto i 5mila abitanti e sono tutti caratterizzati da luoghi interessanti dal punto di vista turistico e che potranno essere ulteriormente valorizzati grazie alla connessione a banda ultra larga”. 

A portare l’esperienza di un altro comune, Pitigliano, stavolta in Toscana, è stato Marco Ceppodomo, consigliere delegato alla digitalizzazione del piccolo paese. “Da circa un anno è in attuazione un progetto con Open Fiber per la digitalizzazione dei servizi comunali da erogare grazie alla fibra Ftth. A partire dalla pubblica illuminazione, gestita tramite un sistema di sensoristica, che comunica in tempo reale con una piattaforma i dati sul consumo, che può essere così meglio calibrato, o su eventuali guasti, accelerando i tempi di intervento, per esempio. Poi c’è il lavoro sul rischio idrogeologico che, tramite la fibra, insieme a Enea, permette la raccolta di tutte le informazioni e le trasmette direttamente alla Protezione civile”.

Promuovere l’uso della fibra: Il ruolo dell’informazione

A chiudere il confronto Anci dedicato alla fibra ottica è Mauro Accroglianò, responsabile Mercato residenziale in Open Fiber, secondo il quale il rapporto con gli enti territoriali è fondamentale in questa fase in cui l’infrastruttura – pubblica, è bene ribadirlo – è disponibile e bisogna accompagnare gli utenti al suo reale utilizzo.

“Abbiamo voluto fare un test e siamo andati in giro per l’Italia con i camper insieme a operatori in tre regioni, Sicilia, Marche e Abruzzo, e abbiamo visto che dove siamo passati e abbiamo portato informazione sulla digitalizzazione c’è stato un effettivo incremento delle attivazioni”, ha raccontato il capo del commerciale di Open Fiber. L’utilizzo della connessione a banda ultra larga deve essere supportata da un concreto lavoro nei borghi, nelle aree remote, in quegli scrigni preziosi di vita e di storia di cui questo Paese è ricco. “Dobbiamo definire insieme agli amministratori locali le attività, le modalità operative, il collegamento con enti e associazioni per promuovere l’informazione sull’utilizzo della rete- ha ribadito Accroglianò – perché spesso i cittadini non sono a conoscenza della disponibilità dell’infrastruttura, oppure hanno visto soltanto i disagi relativi al cablaggio e non le potenzialità enormi che la fibra può dare”.

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