I RUMORS

Non solo Kkr, la newco FiberCop di Tim apre ad altri fondi internazionali

Secondo indiscrezioni il private equity starebbe lavorando con altri player per mettere in campo le risorse finanziarie necessarie al progetto che riguarda la rete secondaria della telco guidata da Gubitosi

Pubblicato il 05 Giu 2020

progetto

Kkr, la società di private equity in trattativa esclusiva con Tim per il progetto che riguarda la rete secondaria in fibra e rame e la relativa costituzione della newco wholesale FiberCop, starebbe valutando la discesa in campo di altri fondi internazionali per reperire tutte le risorse finanziarie necessarie per il progetto. È quanto scrive Milano Finanza secondo cui altri soggetti potrebbero dunque confluire nel veicolo. L’impegno finanziario per l’operazione è stato valutato in circa 4 miliardi tenendo conto di una valorizzazione dell’asset per circa 7,5 miliardi (incluso il debito di 4,5 miliardi di equity value).

Il progetto FiberCop è stato illustrato nell’ambito della presentazione del Piano strategico 2020-2022 lo scorso mese di marzo. L’operazione è stata strutturata su due direttrici: da un lato la discesa in campo di Kkr per poi passare all’integrazione con gli asset di Open Fiber. La nuova infrastruttura in fibra sarebbe destinata a 1.600 città. E resterebbe a Tim la proprietà della rete, almeno secondo i desiderata della telco guidata da Luigi Gubitosi. Un punto “dolente” quello della proprietà della rete, considerato che Enel, azionista al 50% di Open Fiber con Cdp, si è finora opposta a questo tipo di soluzione nell’ipotesi di integrazione degli asset di rete.

Il progetto FiberCop prevede la gestione della rete secondaria di Tim che andrà poi a “convertirsi” in rete in fibra, con un’adozione parziale della tecnologia fixed wireless access (Fwa). L’obiettivo – si legge nel documento – è realizzare una rete secondaria in fibra nelle aree nere e grigie per un totale di circa 1.600 città coperte e fornire accesso al rame nelle aree non raggiunte dall’Ftth. In quanto alla copertura si stima un target di 13,5 milioni di edifici entro il 2026 pari al 55% del totale in Italia.

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