CAMBIO AL VERTICE

Open Fiber, Francesca Romana Napolitano è la nuova Ad

Lascia Elisabetta Ripa. A seguito della cessione del 50% di Enel a Macquaire e Cdp scatta la fase di transizione fino al passaggio di “consegne”. Mario Rossetti nel ruolo di Direttore generale

Pubblicato il 06 Ago 2021

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Elisabetta Ripa lascia Open Fiber e a capo della società, nel ruolo di amministratore delegato, subentra Francesca Romana Napolitano. Per la wholesale company anche un direttore generale: Mario Rossetti.

Il cambio al vertice è dovuto alla firma dei contratti che sugellano l’uscita di scena di Enel da Open Fiber: la energy company ha ceduto il suo 50% al fondo australiano Macquaire (40%) e Cdp che rilevando il 10% sale complessivamente al 60% divenendo quindi il socio di maggioranza. Ma per il passaggio di “consegne” ci vorrà ancora qualche mese e la nomina di Francesca Romana Napolitano non è causale: la manager era a capo degli Affari Legali di Enel Global Infrastructure Network e precedentemente nel Cda di Enel Green Power.

A dare notizia del nuovo vertice di Open Fiber è Il Sole 24Ore in un’intervista al numero uno di Enel, Francesco Starace il quale annuncia che i 2,6 miliardi derivanti dalla cessione dell’asset saranno utilizzati in nuovi investimenti. E l’azienda si prepara anche ad assumere 4mila persone in Italia. “Il nuovo management dovrà scrivere il nuovo business plan includendo le aree grigie che verranno messe a gara e gestire l’azienda fino al closing”, evidenzia Starace.

Piano aree grigie, scartato il modello a concessione

Riguardo al piano aree grigie Infratel, la in house del Mise guidata da Marco Bellezza, ha completato la nuova mappatura (qui la documentazione) per mandare avanti le gare e quindi accedere ai fondi previsti dal Recovery Plan. La consultazione pubblica si è conclusa lo scorso 15 giugno: gli operatori di Tlc hanno presentato i propri piani, sia quelli al 30 aprile 2021, sia quelli previsti per i prossimi cinque anni.

Il comitato interministeriali di Vittorio Colao lavora al modello operativo: stando a quanto risulta a seguito dell’ultima riunione del team, è stato scartato quello a concessione utilizzato per il piano aree bianche, in cui il concessionario realizza l’infrastruttura di proprietà statale. Si fa strada invece il modello a incentivo, alias del co-investimento pubblico-privato – lo Stato dovrebbe farsi carico di circa il 70% dei costi – in cui la proprietà della rete resta in capo agli operatori. A patto però che sia garantito l’accesso wholesale a tutti i concorrenti.

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