Fumata nera in casa Open Fiber sull’offerta presentata dal fondo australiano Macquaire per rilevare il 50% di quota in capo a Enel (il restante 50% è di Cdp). Il cda convocato oggi ha preferito non esprimersi in merito – l’azienda è comunque chiamata a dire la sua ossia a un “gradimento” sull’operazione- rimandando il tutto a data da destinarsi.
Si ripete dunque il copione andato in scena nel cda di Cassa Depositi e prestiti: nonostante il fondo Macquaire abbia da mesi presentato la propria offerta per rilevare la quota della wholesale company in capo a Enel la situazione si è arenata. Il dossier è legato a stretto filo alla decisione del Governo Draghi sulla rete unica di Tlc “AccessCo”, ossia del progetto di “fusione” delle reti Tim e Open Fiber che si è incagliato sullo scoglio della proprietà del network derivante dall’integrazione di cui Tim vuole la maggioranza nonostante il progetto sia focalizzato sul co-investimento a garanzia della concorrenza.
Determinante la questione della governance. In questi giorni sono circolate notizie riguardo a ipotesi alternative al progetto presentato da Tim e Cdp, fra cui il solo conferimento della rete secondaria Tim nella newco oppure una società a guida pubblica. Ma nessuna delle ipotesi al momento è stata confermata né smentita dalle parti in causa, il Governo, Tim e gli altri operatori di Tlc