Open Fiber punta a giocare un ruolo sempre più importante nella digitalizzazione dell’Italia e accelera su una serie di progetti e iniziative votate da un lato a supportare imprese e pubbliche amministrazioni nell’infrastrutturazione in fibra e dall’altro, e in contemporanea, a fornire soluzioni di nuovissima generazione in grado di “mappare” i territori per elaborare strategie mirate.
Reti e digital twin per supportare PA e operatori
“Open Fiber gioca un ruolo fondamentale nel processo di digitalizzazione dell’Italia. Il nostro core business è realizzare un’infrastruttura in fibra, ma ci occupiamo anche di innovazione per trovare soluzioni. A supportare il nostro lavoro nell’ambito del piano Italia 1 Giga abbiamo realizzato il Digital Twin. Laddove posiamo la rete in fibra facciamo un database con dati raccolti sul territorio, in una piattaforma che potrà essere utilizzata dalle pubbliche amministrazioni locali, dai cittadini e da altri operatori per monitorare territorio, sviluppare servizi e coordinarsi per la manutenzione delle varie infrastrutture”, ha sottolineato il neo amministratore delegato Giuseppe Gola in occasione dell’evento “Tecnologie di frontiera e made in Italy” in cui il Centro Economia Digitale ha presentato un corposo report che delinea le sfide e le azioni da mettere in campo per accelerare la digitalizzazione nazionale.
La roadmap della fibra
“L’Italia sta recuperando il gap che avevamo sulla copertura in fibra rispetto all’Europa, passando dal 22% al 54%. Non dobbiamo però limitarci a realizzare una rete in fibra, ma bisogna anche che questa rete venga utilizzata, che non è soltanto un obiettivo di business per Open Fiber ma anche di competitività per il Paese”, ha evidenziato Gola ricordando che “ad oggi solo il 20% delle linee attive in Italia è in fibra ottica, mentre in Francia sono al 66% e in Spagna all’88%, e questo crea uno svantaggio competitivo”. Secondo Gola “si deve cominciare a parlare, con un orizzonte di lungo periodo, di spegnimento della vecchia rete in rame, a partire dalle aree in cui c’è maggiore concentrazione di fibra ottica, dove è già possibile attivare il servizio”.
La questione del take up
“Una volta realizzata la rete va riempita, altrimenti è come un’autostrada senza automobili: in Italia oltre il 50% delle case è cablato in Ftth e Open Fiber ne ha cablate oltre 14 milioni, ma dei 20 milioni di linee attive solo 4 sono in Ftth. C’è dunque un problema di domanda, che si risolve con strumenti di sostegno. I voucher sono importanti, ma serve soluzione strutturale: tenere in piedi due reti in rame e fibra è del tutto inefficiente”, aveva detto l’Ad in occasione del Forum Asstel la scorsa settimana.
Lo switch off del rame vale 1 miliardo di risparmi all’anno
“Un percorso di switch off della rete in rame può portare efficienza complessiva sul sistema per 1 miliardo l’anno, con un consistente risparmio di energia, perché la rete in fibra ottica consuma il 60% in meno di una in rame. Bisogna lavorare tutti insieme in quella direzione, in un’ottica di lungo periodo”.