I RISULTATI FINANZIARI

Open Fiber, il cda approva i conti. Ma dell’accordo con Tim (per ora) non c’è traccia

Ricavi a +45%, Ebitda +92% e marginalità +10%: 2021 in volata per la wholesale company guidata da Mario Rossetti. In campo 11 miliardi per cablare il Paese

Pubblicato il 14 Mar 2022

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Ricavi a +45%, Ebitda +92% e marginalità +10%: si chiude all’insegna della crescita il 2021 di Open Fiber. E ammontano a oltre 13 milioni e mezzo le unità immobiliari raggiunte dalla fibra, il 23% in più rispetto al 2020 che confermano la wholesale company guidata da Mario Rossetti  – controllata al 60% dal Cdp e al 40% da Macquarie – tra gli operatori leader della fibra Ftth in Europa.

“In un contesto globale complesso, grazie al sostegno dei soci e del sistema finanziario anche internazionale stiamo lavorando per completare un’infrastruttura chiave per famiglie e imprese. Siamo fortemente impegnati nel completare e velocizzare la copertura di tutto il Paese con una infrastruttura a banda ultra larga, dando priorità alle aree bianche dove il gap digitale si sconta maggiormente. Con questi obiettivi, al servizio del piano industriale recentemente approvato, metteremo in campo 11 miliardi di investimenti aggiuntivi”, ha commentato l’Ad Rossetti al termine del cda presieduto da Barbara Marinali chiamato ad approvare il bilancio.

In dettaglio i ricavi 2021 ammontano a circa 380 milioni di euro, in aumento (+45%) rispetto ai circa 261 milioni di fine 2020. L’Ebitda regista una crescita del 92%, dai circa 79 milioni di euro del 2020 a circa 152 milioni. Trend positivo anche per la marginalità, che sale dal 30% al 40%. La posizione finanziaria netta ammonta a -3,3 miliardi di euro, mentre gli investimenti effettuati nell’anno ammontano a oltre 1,3 miliardi di euro.

Il nuovo piano industriale

L’azienda va avanti ora sul nuovo piano industriale che prevede la copertura di 24 milioni di unità immobiliari in tutte le regioni d’Italia. L’azienda rende noto che al 31 dicembre 2021 ha aperto la commercializzazione dei servizi in 219 città grandi e medie (aree nere) e 3.230 comuni di piccole dimensioni (aree bianche, dove OF opera come concessionario pubblico). Con oltre 1,6 milioni di linee attivate sulla propria rete a settembre 2021 l’Ftth di Open Fiber rappresenta oltre il 68% del mercato italiano, secondo i dati dell’ultimo Osservatorio Agcom.

Sono circa 300 gli operatori nei settori delle Tlc, del broadcasting, dell’energia e dell’e-learning che hanno scelto Open Fiber come principale fornitore di infrastrutture e servizi. L’azienda ricorda inoltre di aver impegnato circa 1 miliardo di euro all’anno negli ultimi quattro anni, ottenendo da un pool di banche italiane e internazionali un finanziamento da circa 7,2 miliardi di euro, estendibile per ulteriori 2,8 miliardi. Si tratta della più grande operazione di finanziamento per investimenti in reti Tlc mai realizzata nell’area Emea.

Il report di sostenibilità

Il Cda ha inoltre approvato il Report di Sostenibilità 2021, il documento che “per il secondo anno di pubblicazione descrive l’impegno di Open Fiber nel campo della sostenibilità, nelle sue varie accezioni, e l’aspirazione a contribuire all’innovazione tecnologica e alla creazione di valore condiviso sia attraverso il core business, sia attraverso le relazioni strategiche con i fornitori e i partner commerciali, le comunità, le università e i centri di ricerca e le istituzioni”, si legge nella nota dell’azienda diffusa a conclusione del Consiglio.

Ancora in ballo l’accordo con Tim

Non sono state invece diffuse comunicazioni riguardo all’accordo commerciale in ballo con Tim: la partita dunque resta aperta nonché fortemente ancorata alle decisioni della telco guidata da Pietro Labriola in merito alla finalizzazione del piano industriale in cui è prevista la creazione della società delle reti Netco e al dossier Kkr per il quale è stato dato mandato di esplorazione al presidente Rossi e allo stesso Labriola.

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